Carlo III e il primo compleanno del suo regno: salve di cannone, l'invito a condividere i ricordi dell'incoronazione il 6 maggio 2023. E per il re una cena in famiglia a Windsor | Corriere.it

Carlo III e il primo compleanno del suo regno: salve di cannone, l'invito a condividere i ricordi dell'incoronazione il 6 maggio 2023. E per il re una cena in famiglia a Windsor

diEnrica Roddolo

Una cena a Windsor, in famiglia, per tagliare il traguardo del primo anno di regno. Dopo il weekend ad Highgrove mentre Camilla si è riposata a Ray Mill. L'anniversario sobrio del re

FILE - Britain's King Charles III sits after being crowned with St Edward's Crown by The Archbishop of Canterbury Justin Welby during his coronation ceremony in Westminster Abbey, London, Saturday, May 6, 2023. King Charles III?s decision to be open about his cancer diagnosis has helped the new monarch connect with the people of Britain and strengthened the monarchy in the year since his dazzling coronation at Westminster Abbey.  (Aaron Chown/Pool Photo via AP, File)

La solenne incoronazione di Carlo III a Londra il 6 maggio 2023

A mezzogiorno di Londra 41 salve di cannone della King's Troop Royal Horse Artillery da Green Park. E poi un’ora dopo 62 salve della Honourable Artillery Company da Tower Wharf e infine 21 dalla City di Londra. 

Si celebra ufficialmente il primo anniversario dell’Incoronazione solenne di Carlo III esattamente un anno fa, sotto le volte di Westminster Abbey. Anniversario sobrio che il re ha iniziato con il lavoro as usual, con la semplicità (così diversa dalla maestosità del rito in abbazia) che era tipica già della regina Elisabetta quando si trattava di festeggiare gli anniversari.

Ma se la regina si ritirava a Sandringham in genere, Carlo ieri ha passato la vigilia dell’anniversario fra i suoi amati fiori nella tenuta di Highgrove. Il suo luogo del cuore (mentre Camilla ha fatto visita ai nipoti dei suoi figli nella tenuta di campagna a Ray Mill). Con i suoi pensieri. 

Unico festeggiamento, una cena in famiglia  Windsor. Con i pensieri di un re un anno dopo il giorno che aveva portato a Londra Capi di stato e sovrani internazionali. Perché Carlo aveva rotto con la consuetudine reale di non estendere l’invito a un’incoronazione ad altre teste coronate. E così facendo aveva trasformato la sua incoronazione del 2023 anche in una sorta di grande vertice informale dei potenti del mondo. 

E stamane, allo scoccare dall’anno 1 dall’incoronazione con rito medievale a Londra nel 2023, la famiglia reale ha rivolto un invito ai britannici perché condividessero sui social i ricordi preferiti di quel lungo weekend di incoronazione 2023. Il rito in chiesa con la consacrazione e la corona, ma anche il concerto pop a Windsor e il finale con la terza (e inedita nei rituali di incoronazione a corte) giornata che Carlo aveva voluto dedicare al mondo del volontariato con il progetto TheBigHelpOut

Seduto sulla sedia dell0’incoronazione con la pietra di Scone, come nome da re un anno fa Carlo avrebbe potuto scegliere uno dei quattro nomi con i quali è stato battezzato, per regnare: Charles Philip Arthur George. E per Carlo – considerato il precedente di Carlo I che in una gelida mattina del gennaio 1649 fu decapitato davanti a Banqueting Hall a Londra, mentre cercava di frenare il tremito con una doppia camicia candida per non dare soddisfazione a chi lo mandava a morte – non era certo una decisione scontata. 

Invece Carlo, quarantesimo sovrano del regno, il più anziano a ricevere la corona di Sant’Edoardo, a 74 anni, aveva scelto proprio Carlo. In fondo anche mamma Elisabetta, quando a 25 anni le chiesero come avrebbe voluto regnare, rispose: «Col mio nome, Elisabetta». Senza esitazione. 

Al grande giorno dell’incoronazione sulla pietra di Scone, con la Corona di St Edoardo a Westminster, si era arrivati nel 2023 con un piano degno della saga di James Bond: «Operation Golden Orb». Prendendo a prestito il riferimento al Golden Orb, il, Globo d’oro, che normalmente «dorme» nella Torre di Londra e che il nuovo re un anno fa ha in effetti ricevuto assieme agli altri simboli del potere regale durante il lungo rito di incoronazione. La corona che Carlo aveva atteso tanto a lungo era quella di St Edoardo ma durante il rito Carlo ne ha indossate in realtà due: la corona di St Edward il Confessore per il rito, e quella Imperiale (che si era vista sfilare sul feretro di Elisabetta II nel solenne funerale di Stato) e che per tutto il suo regno il re indosserà ad ogni apertura del Parlamento. 

A dicembre 2022, con un’operazione segreta, alla lettera, la corona più famosa al mondo, la St Edward Crown, chiamata così perché si rifà all’ultimo sovrano anglosassone d’Inghilterra, Edward the Confessor, era stata trasferita dalla Torre di Londra a un luogo altrettanto segreto per adattarla al capo del nuovo re. Con le sue quasi 500 gemme incastonate, era stata realizzata nel 1661 per un altro Carlo, Carlo II, dopo che l’originale era stato fuso nel 1649 in sfregio alla monarchia. 

La sera della vigilia dell’incoronazione ero a casa di Sir Richard Needham: «Ecco l’invito del Re, ed ecco qui il transetto Nord dell’abbazia dov’è il mio posto e …qui dove si svolge l’incoronazione: proprio davanti ai miei occhi», mi spiegò il conte. Nella sua dimora londinese a un passo da Buckingham Palace, Sir Richard Needham, sesto conte di Kilmorey, aveva aperto la porta al Corriere. Mentre stava ultimando i preparativi per l’incoronazione. Ex ministro, una vita vicino ai Windsor e in politica, fa parte del Privy Council, il Consiglio della Corona e aveva ricevuto uno degli ambiti inviti all’incoronazione. 

A rito finito, lo storico Hugo Vickers spiegò al Corriere: «Ora il re è riconosciuto, ha giurato (sulla Bibbia), è consacrato, incoronato, intronizzato e benedetto». E nelle parole di Vickers c’era il cuore del rito che in un tempo secolarizzato aveva invitato il mondo a vivere un momento di spiritualità. Perché l’incoronazione un anno fa a Londra è stata la cerimonia di creazione del nuovo re ma anche un rito religioso. Carlo, che da principe di Galles aveva sempre detto di voler includere tutte le fedi, l’ha fatto: la lettera ai Colossesi affidata al premier induista Sunak, e leader di ogni confessione in abbazia. 

Al re, in abbazia, erano stati presentati i Regalia, nome latino dei gioielli custoditi alla Torre di Londra: gli speroni, simbolo della lealtà di un cavaliere, i bracciali di saggezza e sincerità con i quali Elisabetta salutò la folla nel 1953. E ancora il globo che dà anche il nome a quell’Operation Golden Orb, il piano dell’incoronazione di Carlo. Gli scettri, con la Croce di giustizia e con la colomba della pace. Il trono millenario? Era lì ad attenderlo: aspettava da 70 anni. E solo giorni fa è arrivata dalla Scozia la Stone of Scone incassata alla base del trono sul quale i re ricevono la St. Edward Crown, la corona usata soltanto una volta nel regno: al momento dell’incoronazione. 

Il bacio di William che prima s’inginocchia davanti al padre consegnò al mondo l’immagine più intima di un rito intessuto di storia, leggenda. «Ma non è il bacio affettuoso di un figlio - mi aveva fatto notare lo storico Vickers - bensì il bacio rituale che il principe di Galles offre al suo Re». Così un anno fa iniziava l'Eta Carolingia.

6 maggio 2024 ( modifica il 6 maggio 2024 | 14:16)