Un altro capolavoro del cinema degli anni ottanta approda sui supporti in alta definizione Blu Ray. Christine – La macchina infernale (Christine) è un film del 1983, diretto da John Carpenter, basato sull’omonimo romanzo di Stephen King ed interpretato da Keith Gordon, John Stockwell, Alexandra Paul, Harry Dean Stanton, Kelly Preston, Robert Prosky, Robert Blossom, Christine Belford, William Ostrander, David Spielberg, Malcolm Danare, Bruce French, Steven Tash, Stuart Charno, Marc Poppel, Robert Darnell, Richard Collier, Robert Prosky, Douglas Warhit, Keri Montgomery, Jan Burell.


Detroit, 1957. In una fabbrica di automobili, nella catena di montaggio, un operaio che sta curando la messa a punto di una Plymouth si rompe tutte le dita di una mano, schiacciate dal cofano dell’auto. Poco dopo, un altro meccanico si siede nell’auto e fa cadere la cenere del proprio sigaro sul sedile, rovinandolo: l’auto “si infuria” e uccide l’uomo soffocandolo con i fumi di scarico all’interno dell’abitacolo.

Rockbridge, California, 12 settembre 1978. L’imbranato Arnie Cunningham e il suo migliore amico Dennis Guilder si recano a scuola per il loro primo giorno: l’anno si prospetta già male; a Dennis va buca con una ragazza e Arnie viene picchiato da tre bulli, capeggiati da Buddy, che, venendo poi espulsi, gli giurano di fargliela pagare. Sulla via del ritorno a casa, Arnie si ferma nella proprietà di un vecchio contadino, incantato da una vecchissima ed assai malmessa Plymouth Fury del ’58. Arnie – nonostante sia sconsigliato fortemente dall’amico Dennis – acquista l’auto e inizia ad atteggiarsi in modo strano: dedica tutte le attenzioni al suo nuovo veicolo e litiga addirittura con i suoi genitori pur di tenerlo, cosa che non avrebbe mai fatto prima. Sebbene l’auto sia semidistrutta, Arnie si reca presso un autosalone fai-da-te dove il burbero gestore Darnell gli permette di riciclare pezzi di ferrivecchi per riparare Christine, la sua auto.

Qualche giorno dopo, Christine inizia a dare strani segni di “vita”. Dennis, che aveva tentato di dissuadere Arnie dal comprarla, mentre gioca a football, subisce un grave colpo alla colonna vertebrale proprio nel momento in cui guarda l’auto, cosa questa che lo costringerà a letto per un bel po’. Una sera, mentre è al drive-in, la ragazza di Arnie, Leigh, rischia di morire soffocata dal panino che stava mangiando, spaventata dall’improvvisa accensione della radio di Christine, mentre una fortissima luce si accende nell’abitacolo e la sicura delle portiere scatta da sola.

La ragazza inizia a diffidare dell’auto e – informatasi con Dennis all’ospedale – scopre che il vecchio padrone di Christine è morto suicida all’interno, così come precedentemente accadde alla moglie, rimasta sconvolta dopo la morte della figlia, soffocata (guarda caso) sul sedile di Christine dal panino che stava mangiando. Una sera, Buddy, Richard e Moochie Welch – i tre bulli della lite iniziale – si recano al garage di Christine e la distruggono, spaccando i vetri, ammaccando tutta la carrozzeria, prendendo a sprangate il motore e infine defecando sul cruscotto. Scoperto il tremendo gesto, Arnie se la prende con la sua ragazza e con i suoi genitori, chiudendosi poi nel garage nel patetico tentativo di riparare Christine, che però si “autorigenera” diventando più bella di prima. Dopo questo, l’auto prende definitivamente vita e si mette sulle tracce dei bulli che l’hanno sfasciata: la prima vittima è Moochie Welch, che Christine uccide sfracellandolo contro un muro di cemento. Qualche giorno dopo, anche gli altri bulli vengono uccisi dalla macchina, che fa anche esplodere una stazione di servizio. Nell’esplosione l’auto prende fuoco e torna, completamente carbonizzata, all’officina fai-da-te. Qui Darnell si incuriosisce, entra dentro l’auto e finisce ucciso dal sedile anteriore che lo schiaccia contro il cruscotto, soffocandolo. A questo punto, l’auto attira l’attenzione del detective della polizia Rudolph Junkins, determinato a scoprire la verità eventualmente anche a costo della vita. La macchina esce dai suoi raid “punitivi” sempre enormemente danneggiata, ma sistematicamente si “autorigenera” ogni volta.

Alla fine, dopo una “sfida” nel garage ormai abbandonato dove Arnie, diventato totalmente ed irrecuperabilmente folle, perderà la vita, Christine viene distrutta da Dennis con una ruspa, per poi essere ridotta ad un cubo in una pressa di uno sfasciacarrozze alla presenza di Dennis, Leigh e Junkins. Mentre la scena si chiude su ciò che rimane di Christine un pezzetto della griglia anteriore inizia debolmente a muoversi, suggerendo ironicamente che l’auto non sia affatto morta.

Dopo che registi come Brian De Palma e Stanley Kubrick si furono impegnati a portare sul grande schermo storie tratte dai romanzi di Stephen King, stiamo parlando dei famosi Carrie- Lo Sguardo di Satana e Shining rispettivamente nel 1976 e nel 1980, anche a John Carpenter toccò la medesima sorte. A lui fu affidata la realizzazione di Christine – La macchina infernale tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore del Maine. Trova così conferma il fenomeno King e da questa nuova collaborazione tra cinema e letteratura usciranno successivamente lavori di rara bellezza tra cui Le Ali della Libertà, Stand By Me, Il Miglio Verde ed altri più modesti come 1408, Pet Sematary o It.

Sebbene Carpenter sia noto ai più per essere uno dei padri fondatori del genere horror, i cui film registi come Wes Craven hanno utilizzato come fondamenta, omaggiato e ne hanno cavato ispirazione, questo lungometraggio, a lui affidatogli dalla Columbia Pictures, rimane forse uno dei suoi lavori più “quadrati”.

Ciononostante, considerare anonimo l’approccio di Carpenter al film sarebbe un errore. La mano del principe delle tenebre si avverte soprattutto nella messa in scena, nella capacità di far vivere (in tutti i sensi) Christine come personaggio protagonista donandole un’anima; nella scelta di far suonare all’autoradio della macchina canzoni degli anni Cinquanta per prendere sarcasticamente in giro le sue vittime; o ancora, girando le sequenze dei delitti per opera di Christine come un western urbano: controcampi, inquadrature dal basso, dettagli dei fari dell’auto immersi nel buio come due occhi aperti sull’oscurità e pronti a colpire. Mescolanza e ibridazione di generi e situazioni appartenenti al passato su cui è plasmata una materia nuova. Con Christine, la macchina infernale Carpenter non solo demonizza l’automobile emblema del sogno americano come King prima di lui, ma attribuisce al periodo al boom economico degli anni Sessanta l’onere di aver piantato il seme della follia che sboccerà nei decenni successivi sulla lunga ombra del consumismo. Infine, trasforma la mitica plymouth Fury del ’57 in un’icona horror del cinema. In altre parole: la rende immortale…

Come accennato in apertura, proprio in questi giorni la Universal ripropone Christine – La macchina infernale in una particolare e ricercata edizione Home Video costituita da un’edizione restaurata della pellicola che, per l’occasione, ci viene mostrata con risoluzione video a 1080P ed una traccia audio pienamente conforme con gli standard dei supporti Blu Ray. Purtroppo l’edizione in questione risulta essere priva di contenuti extra ed inserti speciali di particolare e rilevante importanza, cioò nonostante, l’edizione in questione resta ugualmente interessante anche in virtù di un più che intrigante rapporto qualità prezzo che, ne siamo sicuri, farà acquistare il Blu Ray a tutti gli appassionati del genere che ancora non lo hanno preso.

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