ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl riassetto del gruppo

Fininvest, conto alla rovescia per il nodo del controllo. Ecco gli scenari

Complessivamente il patrimonio, secondo Forbes, a fine 2022 ammontava a 6,4 miliardi, una parte dei quali già nelle mani dei cinque figli

di Marigia Mangano

3' di lettura

L’uscita di scena di Silvio Berlusconi apre a molteplici scenari sul futuro di Fininvest. Lo sa bene il mercato dove ieri i titoli delle partecipate della holding sono stati acquistati a piene mani dagli investitori. Prima fra tutte MediaForEurope, la società televisiva della famiglia, che ha fatto segnare un progresso del 13,39% per le azioni A e del 7,38% per le azioni B. Sempre in rialzo, ma senza strappi, Mondadori (+1,9%), mentre Mediolanum ha chiuso in rialzo dello 0,56%.

Sono due i piani di osservazione in questa transizione assai delicata. Il primo, e anche il più immediato, sarà l’assetto definitivo di Fininvest dopo la scomparsa del Cavaliere. Il secondo, da misurare nel medio termine, sarà la compattezza dei cinque figli sul futuro industriale e finanziario costruito dal padre, condizione chiave per non essere costretti a procedere alla grande spartizione dell’impero di Arcore.

Loading...
LA STRUTTURA DEL GRUPPO
Loading...

Sul primo punto, e dunque sugli assetti proprietari di Fininvest, la chiave è nel testamento. L’apertura, secondo indiscrezioni, potrebbe avvenire a stretto giro e comunque entro fine settimana. Un passaggio cruciale che svelerà che tipo di successione ha disegnato Silvio Berlusconi per il suo impero. Finora il 61% di Fininvest era nelle mani del Cavaliere, mentre il resto del capitale è stato tempo fa ripartito con quote del 7% circa tra i cinque figli, Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio, e Barbara, Eleonora e Luigi, figli delle nozze con Veronica Lario.

La legge ereditaria stabilisce però che 1/3 dell’eredità potrebbe essere assegnato liberamente per via testamentaria. Una frazione che rappresenta il 20,4% di Fininvest e che, secondo diversi osservatori, potrebbe essere stata assegnata “in continuità” a chi, nell’impero, ha già ricoperto da tempo un ruolo ben definito. Il riferimento è a Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e di Mondadori, e a Pier Silvio a capo di Mfe.

L’impressione, negli ambienti finanziari, è che il Cavaliere possa aver scelto come futura figura di sintesi della famiglia proprio la figlia maggiore, attribuendole così un peso azionario adeguato a questo ruolo. Altri invece non escludono che il pacchetto “disponibile” possa essere stato assegnato ai due figli maggiori per riequilibrare il peso dei due grandi rami famigliari della dinastia o, ancora, che il Cavaliere abbia proceduto a una assegnazione paritaria fra tutti gli eredi.

Certo è che, anche in presenza di posizioni di maggioranza relativa assegnata a un solo erede, oggi Fininvest è costruita in modo tale che gli altri figli possano comunque rappresentare una minoranza di blocco in grado di pesare sulle scelte strategiche che contano. La sola Holding Italiana Quattordicesima, quella di proprietà di Luigi, Barbara ed Eleonora, oggi ha il 21,4% della finanziaria e, solo con l’attribuzione della quota di riserva, arriverebbe al 45%. Servirà dunque unità per far funzionare il sistema Fininvest. E qui si arriva al secondo piano di osservazione: la famiglia resterà compatta o i cinque figli di Silvio Berlusconi si divideranno le aziende e la cassa?

La Fininvest oggi con suoi quasi 4 miliardi di fatturato e 360 milioni di utili ha il controllo di Mfe (ex Mediaset) con il 50%, è presente nell’editoria con il 53,3% di Mondadori, partecipa al 30% Mediolanum, detiene il 100% del Teatro Manzoni e, dopo la cessione del Milan, possiede il Monza calcio. Fuori da Fininvest, ma sempre parte dell'impero , c’è poi il patrimonio immobiliare, gran parte del quale è custodito nella società Dolcedrago, di proprietà del Cavaliere e che secondo alcune stime vale più di mezzo miliardo. Complessivamente il patrimonio , secondo Forbes, a fine 2022 ammontava a 6,4 miliardi, una parte dei quali già nelle mani dei cinque figli.

Ipotizzando che prevalga l’unità famigliare in seno alla holding, resta da verificare cosa sarà ritenuto strategico o no nel perimetro di Fininvest dal nuovo azionista. Andando per esclusione, data per scontata la centralità di Mondadori per la figlia maggiore Marina, nel post Berlusconi resta meno prevedibile il destino di Mediolanum e Mfe.

Mediolanum rappresenta la partecipazione più ricca con i suoi 6,1 miliardi di capitalizzazione, il 30% dei quali (dunque 1,8 miliardi) di proprietà della dinastia. Una partecipazione finanziaria che storicamente ha garantito ricchi dividendi alla holding della famiglia Berlusconi e la cui gestione è affidata a Massimo Doris, numero uno della banca. Più delicata la partita di MediaFor Europe, dove gli eredi hanno sulla carta più opzioni, dalla costruzione di un gruppo più forte per aggregazione fino alla vendita. I potenziali acquirenti, del resto, non mancano: dalla stessa Vivendi a Urbano Cairo, editore della Rcs e de La7, che secondo indiscrezioni, sarebbe al lavoro sul dossier.

Riproduzione riservata ©
  • Marigia Manganoinviato

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: Italiano, Inglese

    Argomenti: Finanza, automotive, tlc, holding di famiglia, banche e assicurazioni

    Premi: Premio internazionale Amici di Milano per i giovani, 2007, categoria giornalista

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti