Scozia, si dimette il premier Yousaf: è un altro duro colpo al sogno dell’indipendenza - la Repubblica

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Scozia, si dimette il premier Yousaf: è un altro duro colpo al sogno dell’indipendenza

Scozia, si dimette il premier Yousaf: è un altro duro colpo al sogno dell’indipendenza

Il leader dello Scottish National Party capitola dopo il collasso della coalizione di governo su ambiente e diritti trans. Un crollo iniziato dal clamoroso addio di Nicola Sturgeon un anno fa. Ed è una ottima notizia per il Labour

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LONDRA – Si è dimesso il premier scozzese e leader degli indipendentisti Humza Yousaf. Il “first minister” ha mollato dopo il collasso della coalizione di governo tra il suo Scottish National Party (Snp) e i Verdi, occorsa la settimana scorsa. È un altro ferale colpo ai sogni di indipendenza della Scozia.

Yousaf era il successore di Nicola Sturgeon, anche lei clamorosamente dimessasi l’anno scorso poco prima che emergesse uno scandalo legato ai fondi del partito che ha coinvolto anche il marito e tesoriere dell’Snp, Peter Murrell. Yousaf, 39 anni, moglie palestinese, il più giovane premier scozzese di sempre e il primo leader musulmano di una nazione europea, ha voluto così evitare il voto di sfiducia. Che con ogni probabilità lo avrebbe visto perdente, visto che i Verdi avevano già annunciato che si sarebbero espressi contro il “First minister”.

La coalizione è crollata dopo due recenti annunci di Yousaf che hanno incontrato la netta opposizione dei Verdi. Il primo è stato il rallentamento degli obiettivi sul clima, con alcune misure contro il cambiamento climatico sospese per quest’anno. Il secondo motivo di scontro è stato lo stop, deciso dal First Minister, della somministrazione dei farmaci sospensivi della pubertà ai minorenni trans. Altro argomento che ha mandato i Verdi su tutte le furie.

Proprio la questione degli under 18 transgender aveva contribuito anche alla caduta di Sturgeon nel 2023, prima che venisse fermata dalla polizia per le accuse di aver abusato di fondi del partito con il marito (il processo è in corso e l’ex premier è intanto tornata in Parlamento a Holyrood). Allora l’Snp aveva infatti promosso una controversa legge per cui tutti coloro con almeno 16 anni di età avrebbero potuto cambiare facilmente gender alle anagrafe con una semplice autocertificazione. Una proposta che aveva incontrato ampia opposizione nel Paese e aveva fatto infuriare pure J.K. Rowling. Alla fine, il disegno di legge è capitolato anche per il caso di una detenuta trans di sesso biologico maschile condannata per stupri seriali di donne e rinchiusa, in base al suo “gender”, nella sezione femminile di un carcere scozzese.

Le dimissioni di Yousaf, che potrebbe essere rimpiazzato ad interim dall'ex vicepremier John Swinney fino al congresso del partito, sono l’ultimo durissimo colpo allo Snp e alla causa indipendentista scozzese. Che fino a qualche tempo fa, soprattutto dopo la concretizzazione della Brexit, sembrava ancora travolgente. Alle ultime elezioni in Scozia lo Scottish National Party di Sturgeon aveva addirittura preso quasi la metà dei voti del totale. Ora però, dopo le recenti peripezie, il partito sembra in caduta libera.

Ma questa è una ottima notizia anche per il Labour. Perché alle elezioni generali di quest’anno, il partito di Keir Starmer potrebbe risorgere in Scozia dopo decenni di oblio. E fare così incetta di seggi per ingrassare ancora di più l’ipotetica maggioranza di quella che, per i sondaggi, sembra una vittoria scontata alle urne contro i conservatori del primo ministro britannico Rishi Sunak, sempre più divisi e politicamente esausti dopo 14 anni al potere.

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