Film abbastanza elegante, ricco di colori e di location suggestive. Trattasi di storia vera, la vicenda travagliata di una nobildonna costretta a vivere con uno dei più influenti uomini di Inghilterra che non ama e da cui non è amata. Il regista quasi esordiente, l’inglese Saul Dibb (al secondo lungometraggio, dopo documentari e tanta tv), si affida più che altro al fascino della Knightley sempre più a suo agio, dopo Orgoglio e pregiudizio, a prestare i suoi lineamenti spigolosi a donne aristocratiche. E in effetti la Knightley è convincente nei panni della donna libera in lotta con una società segnata dalle convenzioni, e la ragazza è una delle attrici che è cresciuta di più nelle ultime stagioni riuscendo a interpretare film completamente differenti, dalla saga de I pirati dei Caraibi, a film più impegnati come il recente Espiazione. La Knightley è brava, bella, giovanissima (non ha neanche 24 anni) ed è forse l’unica attrice dell’ultima generazione che ci ricorda le attrici di un tempo, di formazione classica, bellissime e capaci di far tutto (Keira, come dimostra l’inedito in Italia The Edge of Love sa pure cantare, e anche bene). La protagonista, insomma, è la cosa migliore di un film che però ha diversi momenti di debolezza: primo fra tutti il problema del tempo che passa con personaggi che non invecchiano mai. Accanto alla Knightley due attori di esperienza, Ralph Fiennes e Charlotte Rampling, meno efficaci del solito. Colpa della regia, molto piatta, televisiva, meramente illustrativa e più attenta a far risaltare i colori degli splendidi abiti della duchessa, che non a pretendere non diciamo una maggior passione ma almeno una maggior aderenza ai caratteri a un cast in effetti molto rigido. E non brilla nemmeno la scrittura dello stesso Dibb assieme Jeffrey Hatcher (Casanova) e di Anders Thomas Jensen i quali, adattando il romanzo di Amanda Foreman, non sviluppano a dovere personaggi potenzialmente interessanti come i figli della duchessa o lo stesso personaggi di Lady Elizabeth, la cui mentalità opportunista è poco motivata, per concentrarsi invece su una storia d’amore, quella tra la protagonista e Mr. Gray, non priva di cliché e di retorica. L’esito è un film fin troppo freddo, prevedibile che non riesce a emozionare laddove dovrebbe e che spreca un buon cast. ,Simone Fortunato