Kamenev, Lev Borisovič nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Kamenev, Lev Borisovič

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Pseudonimo dell'uomo politico russo L. B. Rosenfeld (Mosca 1883 - ivi 1936). Entrato a far parte (1901) del partito socialdemocratico, confluì nel 1903 nell'ala bolscevica. Imprigionato e deportato, nel 1908 si rifugiò all'estero; tornato a Pietroburgo (1913) fu direttore della Pravda, ma nel nov. 1914 venne nuovamente arrestato e deportato in Siberia. Liberato dopo la rivoluzione del febbr. 1917, fu, dopo la vittoria bolscevica nell'ott., nominato presidente del Comitato centrale esecutivo dei soviet a Mosca, e successivamente partecipò ai negoziati di Brest-Litovsk. Fu in seguito presidente del soviet di Mosca. Dopo la morte di Lenin (1924), K. si schierò con Zinov´ev e Stalin contro la sinistra di Trockij. Alla sconfitta di questa, capovolse l'alleanza in funzione antistaliniana; la vittoria di Stalin determinò tuttavia la sua espulsione dal partito (dic. 1927). Riammesso dopo pochi mesi in seguito alla ritrattazione delle sue posizioni, ne fu poi definitivamente allontanato nel 1935. L'anno successivo fu arrestato con Zinov´ev, processato perché accusato di cospirazione con Trockij per l'assassinio di Kirov e condannato a morte.

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