Nella chiesa e nel mondo francescano si ricorda oggi la figura di una santa, modello e patrona di tutti i figli di san Francesco che da laici ne seguono le orme: santa Elisabetta d’Ungheria.
Elisabetta fu regina, sposa, madre e vedova, ed in soli 24 anni di vita (1207-1231) è diventata uno dei più grandi esempi del francescanesimo secolare del Medioevo e di tutti i tempi.
La regina dei poveri, potremmo dire oggi, la Madre Teresa del 1200. “Santa Subito”: nel 1235 Papa Gregorio, lo stesso papa che aveva canonizzato san Francesco e sant’Antonio, farà salire anche Elisabetta agli onori degli altari, completando la cosiddetta “Santa Terna“, a cui più tardi si unirà pure Chiara d’Assisi (ancora viva all’epoca, 1253) e San Luigi Re di Francia (1270).
Una vita davvero incredibile
Figlia di Andrea, re d’Ungheria e della regina Gertrude, nobildonna di Merano, nata nel 1207, già a 4 anni è promessa in moglie a Ludovico figlio ed erede del sovrano di Turingia, e viene condotta nel regno del futuro marito, per vivere e crescere lì, tra la città di Marburgo e Wartburg. Quando ha 10 anni (1217) muore il re e gli succede Ludovico, che 4 anni dopo sposa Elisabetta facendone sua regina (Elisabetta ha quattordici anni). L’anno successivo, a 15 anni, ha il primo figlio, Ermanno, e poi due bambine.
Già durante questa prima giovinezza, di sposa, madre e regina, Elisabetta inizia a dedicarsi ai malati, anche a quelli ripugnanti: nutre alcuni, ad altri procura un letto, altri porta sulle proprie spalle, prodigandosi sempre, senza mettersi tuttavia in contrasto con suo marito. Quando usciva da palazzo per dedicarsi ai poveri vestiva un abito normale, da contadina. Collocava la sua dedizione in una cornice di normalità, che includeva anche piccoli gesti “esteriori”, ispirati non a semplice benevolenza, ma a rispetto vero per gli “inferiori”: come il farsi dare del tu dalle donne di servizio. Ed era poi attenta a non eccedere con le penitenze personali, che potessero indebolirla e renderla meno pronta all’aiuto.
Elisabetta però resta vedova a soli 20 anni quando il marito muove ad Otranto mentre si sta dirigendo in Oriente per partecipare alla sesta crociata. Elisabetta riceve indietro la dote, e c’è chi fa progetti per lei: può risposarsi, a quell’età, oppure entrare in un monastero come altre regine, per viverci da regina, o anche da penitente in preghiera, a scelta. Questo le suggerisce il confessore.
Ma lei dà retta a voci francescane che si fanno sentire in Turingia. Sceglie di utilizzare tutto il denaro della dote per costruire a Marburgo un ospedale per i poveri e lì dedica tutta la sua vita agli ultimi. Si fa terziaria francescana, questo per lei è realizzarsi: facendosi povera come loro. La sua scelta di povertà scatena l’ira della famiglia reale, che le strappa i figli e le nega qualsiasi aiuto o riconoscimento.
Elisabetta non si perde d’animo e dedica tutta la sua vita a questa causa. Visita gli ammalati due volte al giorno, e poi raccoglie aiuti facendosi mendicante. E tutto questo rimanendo nella sua condizione di vedova, di laica. Vive da povera e da povera si ammala, rinunciando pure al ritorno in Ungheria, come vorrebbero i suoi genitori, ancora re e regina d’Ungheria.
Muore in Marburgo a 24 anni il 17 novembre 1231. È subito “gridata santa” da molte voci, che inducono papa Gregorio IX a ordinare l’inchiesta sui prodigi che le si attribuiscono. Si arriva così alla canonizzazione nel 1235, sempre a opera di papa Gregorio. I suoi resti, trafugati da Marburgo durante i conflitti al tempo della Riforma protestante, sono ora custoditi in parte a Vienna.
Una nuova immagine anche per Elisabetta
Chi si segue sa che da vari mesi stiamo elaborando, con l’aiuto di una nostra cara amica (e bravissima illustratrice), Elena Scaldalai, nuove immagini di alcuni nostri santi francescani. Sulle pagine di questo blog (andare a cercare, usando la lente d’ingrandimento che trovare in alto a destra) abbiamo già pubblicato le immagini di san Francesco, sant’Antonio, santa Chiara, san Massimiliano Kolbe, san Giuseppe da Copertino e del beato Luca Belludi.
L’anno scorso, in occasione della sua festa (il 17 novembre 2021) con orgoglio vi abbiamo presentato la nuova bella immagine di santa Elisabetta d’Ungheria, rielaborata secondo lo stile giovanile contemporaneo.
Patrona dei laici francescani e di molti istituti
Per il modo con cui Elisabetta incarna il carisma francescano da moglie, madre, laica, è da tutti riconosciuta come uno dei più grandi esempi di laici francescani, e per questo è compatrona (assieme a san Ludovico di Francia) dell’Ordine Francescano Secondare, detto anche Terz’Ordine Francescano.
Per secoli i laici che si ispirano al carisma francescano hanno visto in lei un’esempio e una patrona. Lungo l’800 poi si sono sviluppate varie congregazioni femminili di suore di vita attiva che si sono ispirate al carisma francescano, assumendo la regola del Terz’Ordine. Alcune di queste hanno preso proprio santa Elisabetta come loro speciale patrona.
Fra queste in particolare vorrei segnalarvi le Suore Francescane Terziarie Elisabettine, una congregazione nata a Padova nel 1828 ad opera di una donna intrepida e ardente, Elisabetta Vendramini, che dalla regina di Ungheria attinse un amore smisurato ai poveri e agli ultimi. Le suore Elisabettine sono presenti, infatti, sia in Padova che in tante parti del mondo, in alcune realtà estreme e di frontiera (gestiscono le mense dei poveri, lebbrosari in Egitto, scuole, dispensari, ecc…).
Con le suore Elisabettine da sempre noi frati francescani della basilica di sant’Antonio, a Padova, collaboriamo anche in vari percorsi formativi per giovani (qui trovi tutte le informazioni).
La vocazione francescana dunque si esprime e si realizza anche nel cuore e nei gesti e nella passione di tante donne. Alle ragazze che ci seguono non posso non rilanciare a questo punto una provocazione: ma tu hai mai pensato di… diventare “suora francescana?“. Scrivimi, ne possiamo parlare!
Vi lascio infine una preghiera a santa Elisabetta scritta appositamente per i giovani perché possa accompagnarci tutti nel nostro cammino di ricerca!
Elisabetta d’Ungheria,
giovane sposa e madre,
che con slancio hai seguito il Signore
sull’esempio di san Francesco,
sostienimi nell’impegno
di testimoniare con gioia
l’amore di Dio nella quotidianità.Tu che hai scelto liberamente
la via della povertà,
insegnami ad essere strumento
di pace, di giustizia e di carità,
soprattutto verso i poveri e gli emarginati,
condividendo con loro il pane e l’amicizia.Accompagnami con la tua intercessione,
perché con lo sguardo fisso su Gesù,
sappia riconoscerlo in ogni sorella e fratello
e possa crescere in me il desiderio di servirlo
per il bene di tutta l’umanità.Amen.
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org