Le modulazioni dell’infinito comico in tv sono ormai imprendibili, ma soprattutto dopo l’avvento di LOL — e forse mantenendolo come punto di riferimento nonché obiettivo primario della voglia di parteciparvi — lo show frantumato globale sta conquistando il potere. Ne è una prova sul Nove — stasera la terza puntata — questo Comedy Match che mette insieme passato e presente: il passato sono trasmissioni di parecchio tempo fa come Buona la prima (con Ale e Franz) il presente è la facilità assoluta con cui si possono spacchettare le puntate e offrirle altrettanto frantumate sul web.
Si parla in questo caso di improvvisazione comica, chi guida il programma dà uno spunto e quelli in scena, divisi in due squadre, iniziano a improvvisare gag. Il limite consiste nel fatto che quando non riescono bene è un guaio: e quando riescono bene sembrano studiate prima. Ma tant’è, un luogo centrale della comicità televisiva (alla Zelig) non esiste più e ci si disperde nel movimento. Detto questo, Katia Follesa in conduzione e comici che sfilano, covata appunto quella di Zelig dei bei tempi o di programmi come Only Fun. Il livello dei singoli è medio alto – Maria De Biase, Debora Villa, Scintilla, Federico Basso, Marta Zoboli, i PanPers (bravi) – e via così. L’impressione è che il clima festaiolo, obbligato nel genere e nella complicità ostentata da tutti, nuoccia un po’: quella volta da Ale e Franz il programma era più cattivo e si chiedeva di più. Ma questo maggiore lassismo, diciamo così, a occhio appartiene ormai alla televisione tutta. Infine, proprio come accade in LOL, le parti più costruite — parodie di show etc. — funzionano meglio: ma a quel punto vanno in direzione contraria allo spirito di partenza e quindi si torna sempre al punto. L’improvvisazione è bella se si è di categoria superiore, ma diventa rischiosa quando in mancanza di trovate volanti finisce tutto in burla. Ed è un minimo paradossale.
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Ascolti in crescita per Mentana&Gruber il giorno dopo il putiferio. L’attesa del piacere della rissa, sperando che continuassero, non è forse il piacere stesso?
