Le forze armate del III Reich

Le forze armate del III Reich

Nel 1935 l'insieme delle forze armate tedesche, soggetto principe del riarmo, presero il nome di Wehrmacht il cui Comando Supremo era denominato Oberkommando der Wehrmacht (OKW); ne facevano parte lo Heer, l'esercito il cui Comando Supremo era denominato Oberkommando des Heeres (OKH) , la Luftwaffe, l'aviazione militare il cui Comando Supremo era denominato Oberkommando der Luftwaffe (OKL) e da cui dipendevano anche i paracadutisti, la Kriegsmarine, marina militare, e le Waffen SS. A differenza degli Stati Maggiori di altri eserciti sia Alleati che Italiani, i tedeschi avevavo ben chiaro, dopo l'esperienza della Prima Guerra Mondiale, che quella successiva non sarebbe stata combattuta nelle trincee.

Lo Heer, le forze di terra dell'esercito

       La convinzione degli Stati Maggiori dell'esercito tedesco (Heer) sul fatto che una nuova guerra sarebbe stata ben diversa da tutte quelle sino a quel momento combattute, prese forma a seguito della comparsa del carro armato sul finire della Prima Guerra Mondiale. A causa delle limitazioni del trattato di Versailles l'esperienza su tale nuova arma fu portata avanti in modo sotterraneo e spesso nei campi di addestramento in Unione Sovietica. La preparazione alla Seconda Guerra Mondiale, nel periodo pre-bellico, vide lo sviluppo di un programma incentrato sulla stretta collaborazione tra forze corazzate, aviazione e fanteria meccanizzata con le masse di carri armati lanciate a sfondare le linee nemiche e portare il caos nelle retrovie con la copertura dell'aviazione. La guerra diventava aggressiva e basata sulla velocità di spostamento: la Blitzkrieg. Il tutto fondamentalmente basato sull'addestramento e le nuove tattiche in quanto dal punto di vista qualitativo i primi carri armati tedeschi non avevavo grande corazzatura e l'armamento non era così temibile ma contando principalmente sulla velocità sul campo di battaglia.

      All'entrMauser98bata in guerra le armi per la fanteria erano un insieme di tradizione, il Mauser 98 o la versione corta Karabiner 98k e di modernità, la Maschinenpistole 1938 o MP38 una pistola mitragliatrice ideata da Heinrich Vollmer. Il 98k era un ottimo fucile a otturatore girevole che sparava munizioni 7,92 x 57 mm mentre la MP38, seppur costosa nella produzione, sparava munizioni 9 x 19 mm parabellum ed era adatta a combattimenti ravvicinati. Quando i tedeschi entrarono in possesso del fucile semiautomatico Tokarev catturato ai sovietici capirono che dovevano dotarsi anch'essi di un'arma simile. Venne proposto il Gewehr 41 prodotto dalla Mauser e dalla Walther in due modelli diversi entrambi inaffidabili. Nel 1943 la Walther propose un nuovo modello che riassumeva le migliori caratteristiche del suo precedente modello di G41 con nuovi sviluppi: il Gewehr 43 entrò quindi in servizio e dal 1944 assunse la denominazione di Karabiner 43. Nel corso della guerra furono prodotte diverse nuove armi iniziando dall'MP40 che aveva le stesse caratteristiche dell'MP38 ma era costruito a lamiere stampate e saldate il che lo rendeva meno costoso da produrre. Tra il 1941 ed il 1943 fu sviluppato il Fallschirmjaeger Gewehr 42 o FG42 un fucile automatico in dotazione alle truppe aviotrasportate della Luftwaffe e da molti ritenuto il primo fucile d'assalto della storia. Più o meno nello stesso periodo iniziò lo sviluppo del fucile d'assalto Sturmgewehr 44. Nato da un primo modello denominato MKb42 poi sviluppato nell'MP43 ed MP44, l'Stg44 è stata un'arma rivoluzionaria che ha cambiato il volto della fanteria. Il Sovietico AK47 è ispirato all'MP44 per quanto al design e la munizione. Queste armi diventarono fondamentali nei combattimenti ravvicinati sui campi di battaglia dove l'esercito tedesco era in difficiltà se non in ritirata su diversi fronti.

MG42con cannab      Per quanto alle mitragliatrici l'esercito tedesco era entrato in guerra con la Maschinengewehr 34 o MG34 realizzata dalla Mauser ed alimentata a nastri da 200 colpi o da caricatori d'assalto da 50 colpi. Un gioiello di meccanica che sparava munizioni 7,92 x 57 mm ed un rateo di fuoco di 1000 colpi/minuto, ma che la precisione teutonica avava reso soggetta a problemi funzionali, sopratutto in condizioni di utilizzo critiche, dovuti alle scarse tolleranze delle pregevoli lavorazioni meccaniche fatte tutte di tornio e fresa; non ultimi giocavano a suo sfavore il lungo tempo di produzione e il conseguente alto costo. Venne quasi subito sostituita nella produzione dalla Maschinengewehr 42. L'MG 42 si dimostrò subito una ottima mitragliatrice di squadra costruita in lamiera stampata, veloce da costruire, affidabile e con un altissimo rateo di fuoco di 1200 colpi/minuto utilizzava le stesse munizioni e caricamenti del'MG34. Risultò essere una delle migliori mitragliatrici dell'epoca ed oltre, tanto che è tutt'ora in servizio in diversi eserciti incluso quello italiano nel modello MG 42/59 con munizionamento NATO 7,62 x 51 mm e rateo di fuoco più basso attorno agli 800 colpi/minuto.

88ab      In considerazione dei divieti imposti alla Germania dal trattato di Versailles all'inizio della seconda guerra mondiale l'artiglieria era moderna sia in quella pesante, che nelle specialità contraerea ma sopratutto anticarro. Mano a mano che i carri armati diventavano più corazzati e veloci anche l'artiglieria controcarro si evolveva passando dal 3,7 al 5 e al 7,5 cm. Già all'entrata in guerra i cannoni contraerei 8,8 cm Flak 18 si erano dimostrati molto efficenti anche nel ruolo di cannono controcarro. La versione controcarro 8,8 cm Pak 43 entrò in servizio nel 1943 e utilizzato principalmente nel teatro del Nord Africa insieme ai Flak 18 e Flak 36 che erano però troppo alti e quindi più esposti al tiro delle artiglierie nemiche. Le armi controcarro assunsero sempre più importanza sui campi di battaglia in quanto gli Alleati, dopo l'entrata in guerra dell'America, disponevano di migliaia di carri armati che, se pur di corazzatura media, erano veloci. Venne quindi studiata e prodotta un'arma semplice e poco costosa, un'arma personale usa e getta, ovvero un lanciatore per granate a razzo a carica cava contro carro: il Panzerfaust. Nei suoi cinque modelli aveva una gittata utile tra i 30 ed i 150 metri e poteva perforare corazze dai 140 ai 300 mm.

pzkfwIIIb      Nelle campagne di Polonia e Francia il principio della mobilità fu interpretato dei carri armati Pzkfw II e Pzkw III rispettivamente da 10 e 20 tonnellate che erano armati, il primo con una mitragliatrice da 20mm ed il secondo con un cannone 50/42mm ed una scorta di oltre 90 colpi. Entrambi potevano arrivare ad una velocità su strada di 40 km/k contro i 24 km/h su strada e 12 km/h su sterrato dei carri Matilda britannici. Questo vantaggio in velocità avveniva a discapito della corazzatura che nella formula di progettazione di un carro armato - mobilità / potenza di fuoco / protezione - è l'ultimo dei requisiti. Sul campo erano anche presenti i Pzkfw IV di 22 tonnellate e armati con cannone da 75/24 mm prima, da 75/43 e 75/48 poi, la scorta era di 80 colpi. La corazzatura passava dai 30 mm massimi dei II e III agli 80 mm del IV pur mantenendo una velocità di 42 km/h su strada e 20 km/h sullo sterrato a dimostrazione che l'idea tedesca dell'uso del carro non era solo di appoggio alla fanteria ma come arma da usare in massa per sfondare le linee nemiche e aprire la strada alla fanteria motorizzata per completare la conquista del territorio.

Al Panzer IV si affiancarono i modelli Pzkfw VI Tiger e Pzkfw V Panther.

Tigerb      Il Pzkfw VI Tiger era stato progettato per essere superiore a tutti i carri nemici. Entrò in servizio nel 1942 equipaggiato con un cannonne anticarro 8,8 cm KwK 36 L/56 che consentiva di perforare la corazza di qualsiasi carro britannico e americano ad oltre 1.500 metri. Aveva una riserva di 93 colpi ed una corazzatura frontale di 140 mm. Era spinto da un motore a benzina Maybach, 12 cilindri a V, da 700 cv raggiungeva una velocità di 40 km/h su strada e di 20 km/h su sterrato. Il suo limite e punto debole era il peso: 57 tonnellate che lo rendeva particolarmente inadatto a terreni mossi o ponti che non fossero più che robusti.
Solo nel 1944 la produzione venne progressivamente ridotta fino a cessare di fronte allo sviluppo delle armi anticarro avversarie: il cannone sovietico da 12 mm e quello britannico da 25 libre potevano perforare la corazza frontale del Tiger a 1.500 metri. Ne furono prodotti oltre 1.300 esemplari.
Il Pzkfw V Panther, entrato in servizio 1943, era molto più leggero e manovrabile del Tiger. Progettato per essere più agile del T34 e più protetto del carro pesante KV1 sovietici era equipaggiato dal cannone 75/70 mm le cui prestazione erano di poco inferiori al cannone da 88 mm. Aveva una riserva di 82 colpi e seppur spinto da un motore da 700 cv come il Tiger aveva una autonomia doppia e raggiungeva una velocità di 46 km/h su strada e di 30 km/k su sterrato nonostante il peso di 45 tonnellate. Ne furono prodotti oltre 5.500 esemplari.

Bibliografia:
The German Assault Rifle 1935-1945 by Peter R. Senich
The German Machine Gun - Revised Edition - by Daniel D. Musgrave
Der Panzer-Kampfwagen PANTHER und seine abarten by Walter J. Spielberger
Panzerkampfwagen TIGER by Uwe Feist & Bruce Culver

La Luftwaffe, le forze aeree e aviotrasportate della Wehrmacht

aquila luftwaffe      La Luftwaffe venne fondata durante la Prima Guerra Mondiale con l'affermarsi dell'utilità dell'aereoplano sui campi di battaglia sia in funzione di osservatore e riferire i movimenti dell'esercito nemico e la disposizione delle proprie artiglierie sia come bombardiere in picchiata dato che era il modo più preciso in assenza di efficaci congegni di mira. La Luftwaffe venne poi smantellata a guerra finita in seguito agli accordi del Trattato di Versailles. Nonostante i divieti imposti dal Trattato di Versilles, fu impostata segretamente una piccola forza aerea già nel 1926 e l'addestramento clandestino dei piloti avveniva sopratutto sugli aerei delle compagnie aeree civili. La Luftwaffe venne rifondata clandestinamente nel 1933. La nascita delle forza aerea tedesca venne resa pubblica nel marzo del 1935 e a capo del comando supremo Hitler mise Hermann Göring, asso tedesco durante il periodo della prima guerra mondiale.

      Alcuni contingenti ebbero modo di affinare tecniche e suggerire aggiornamenti dei veivoli quando furono inviati, fra il 1936 ed il 1937, in supporto alle forze del Generale Francisco Franco, durante la guerra civile spagnola, favorendone la vittoria e l'instaurazione della dittatura. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale la Luftwaffe era l'aviazione militare più potente del mondo e contava attorno ai 4.000 velivoli di cui circa 2.500 da combattimento. Con i suoi aerei fu il fulcro della Blitzkrieg tedesca in Polonia e Olanda.

Ju87 Stukab      All'inizio della guerra l'uso anche psicologico dei bombardieri in picchiata Junkers Ju87 Stuka (abbreviazione di Sturzkampfflugzeug), con l'ululato delle loro potenti sirene durante il tuffo verso terra, terrorizzava le popolazioni delle città e paesi attaccati e bombardati. Aereo che era in grado di eseguire bombardamenti di estrema precisione con i suoi 350-390 km/h di velocità era molto lento e già nella battaglia d'Inghilterra, nonostante la disponibilità di motori più potenti da 1200 e 1400 cv,  venne ritirato dai cieli a causa dei molti abbattimenti da parte degli Spitfire britannici che volavano ad una velocità di 550-600 km/h. Paradossalmente la positiva esperienza del bombardamento in picchiata dello Ju87 Stuka in Spagna fu la rovina strategica della Luftwaffe e conseguentemente della Germania. Negli anni tra il 1932 ed il 1935 in cui si decise che sviluppo e direzione avrebbero preso l'aviazione militare in Germania vi erano due correnti di pensiero di cui una sosteneva l'importanza del bombardamento strategico di quadrimotori da alta quota e l'altra corrente che sosteneva che l'aviazione doveva esclusivamente appoggiare le truppe di terra oltre, ovviamente, a contrastare l'aviazione nemica. Proprio l'esperienza in Spagna fece propendere l'ago della bilancia verso i bombardieri in picchiata abbandonato i grandi aerei da bombardamento strategico quali lo Ju89 e il Do19.

ME109b      Tra il 1939 ed il 1945 la Germania produsse oltre 50.000 aerei da caccia di cui oltre 30.000 caccia Messerschmitt Bf 109 e 20.000 caccia bombardieri Focke Wulf Fw 190. I primi Bf 109 che iniziarono a volare tra il 1935 ed il 1936 erano poco veloci e montavano motori Junkers da poco più di 600 cv. Solo dal 1938 con l'evoluzione dei motori assiali a V della Daimler Benz, che arrivarono a fornire sino a 1800 cavalli nella versione DB 605, e gli specifici armamenti, che variavano a seconda delle versioni richieste, portarono il Bf 109 a divenire un aereo al passo di quelli nemici. Questi li superava in velocità ascensionale ed accelerazione ma sopratutto era in grado di tuffarsi immediatamente in picchiata senza che venisse meno il flusso del carburante al motore in quanto alimentato ad iniezione diretta. Il Focke Wulf 190 entrò in servizio nel 1941 ed era dotato, a differenza del motore assiale a V del Bf 109, di un motore radiale BMW 801C da 1600 cv ed era più veloce dello Spitfire. L'armamento era eccellente ed era costituito da due mitragliatrici da 13 mm e da cannoncini da 20mm. Aereo multiruolo operò sia come bombardiere che come aereosilurante. Nella classe dei caccia và menzionato il Messerschmitt Bf 110 un caccia pesante bimotore molto impiegato, a guerra inoltrata, come caccia notturno. La sua entrata in servizio risale al 1938 ed era dotato di un motore DB601 ed in seguito dal DB605. La versione specializzata come caccia notturno aveva a bordo un radar ed era armato con quattro mitragliatrici MG17 e due cannoncini da 20 mm e cui se ne aggiunsero altri due nella parte posteriore dell'abitacolo che sparavano verso l'alto in quanto la tattica tedesca ara quella di attaccare gli aerei alleati da dietro e ad una quota inferiore. Fu utilizzato anche come scorta ai bombardieri ma era meno Ju88bmaneggevole del caccia monomotore. La Germania venne difesa anche da un'altro modello di caccia pesante notturno: lo Junkers Ju88. Il prototipo del bimotore volò nel 1936 ed entrò in servizio nel 1936. Nato come bombardiere leggero divenne un aereo multiruolo i cui propulsori erano inizialmente due Jumo 211 da 1200 cv per poi montare due BMW 801D-2 da 1700 cv. La versione bombardiere poteva trasportare fino a 1.800 kg di bombe (massimo 2400 kg in sovraccarico) mentre la versione da caccia, di cui ne furono prodotti circa 3.000, nel modello C-6 era montato un radar come quello del Bf 110 di cui aveva anche un simile armamento. Fu una colonna portante della Luftwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale così come l'Heinkel He 111, bombardiere bimotore a medio raggio, che volò nel 1935 spinto da due motori DB 600, prima, e Jumo 211 poi. Pesantemente armato, poteva trasportare 2.000 kg di bombe e fu prodotto in più di 7.000 esemplari. Spesso venne utilizzato per il traino di alianti.


Messerschmitt 163. Il primo aereo a razzo della storia.

ME163b     E' stato il primo velivolo pilotato della storia con motore a razzo a essere impiegato in combattimento deludendo le aspettative di riuscire a risolvere i problemi difensivi della Germania ovvero a fermare i bambardieri alleati che in gran numero devastavano le città tedesche.
     Il Messerschmitt 163 era un velivolo tozzo con una apertura alare di 9,32 metri e una lunghezza di soli 5,84 metri. Nato come caccia intercettore, originariamente dotato di un motore a razzo Walter HWK 509 A1 o A2 poteva volare ad una velocità di oltre 900 km/k a 3.000 metri di quota. Progettato da Alexander Lippisch entrò in servizio nel 1944 dopo una fase di sviluppo e sperimentazione durate quasi quattro anni. Era sostanzialmente un aliante senza coda il cui motore imprimeva una spinta sufficiente a fargli guadagnare quota rapidamente e a condurre un breve attacco contro le formazioni di bombardieri alleate con i suoi due cannoni da 30 mm. Terminato il carburante il motore si spegneva e il velivolo atterrava come un aliante. Il carrello principale veniva sganciato una volta completato il decollo e l'atterraggio avveniva grazie ad un pattino centrale. L'Me 163 alla fine risultò più pericoloso per i piloti che per gli aerei alleati: difficile da pilotare, facile ad esplodere a causa del carburante impiegato e sopratutto era in balia dei caccia sopratutto quando entrarono in produzione modelli con autonomia tale da essere in grado di scortare i gruppi di bombardieri sino al cuore della Germania. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale erano in servizio circa 300 Me 163.

Messerschmitt 262. Il precursore dei caccia moderni con motori a reazione.

      Il Messerschimitt 26me262b2 fu il primo aereo a reazione della storia ad entrare in servizio attivo.
Il progetto ebbe il suo battesimo nel 1938 dalla mente del Dott. Richard Voigt e la struttura caratteristica dell'aereo fu pronta già nella primavera del 1941, ma purtroppo non i motori che subirono evidenti ritardi nella realizzazione. Il primo volo di prova del prototipo avvenne il 18 aprile 1941 con un motore ad elica Jumo 210G da 690 hp e solo il 18 luglio 1942 fu dotato di motori Junkers 109-004A da 840 kgs e carrello d'atterraggio posteriore secondo la vecchia concezione dei caccia. Il velivolo era già strutturato con ali a freccia ed immaginato per le alte velocità.
Secondo la ditta costruttrice Messerschmitt l'aereo aveva le caratteristiche del caccia e non quelle da ricerca e ricognizione come originariamente pensato. I motori erano un evidente ostacolo alla realizzazione definitiva del progetto data la bassa potenza espressa ancora poco competitiva con quella dei BF 109G e Fw 190 ad elica.
L'evidente innovazione espressa dalla struttura del velivolo consentì al progetto di non venire accantonato anche grazie al giudizio dell'asso Adolf Galland che, volando su un prototipo nel maggio 1943, affermò che l'aereo fosse come "spinto da un angelo" e ne chiese la priorità nella realizzazione definitiva. Le difficoltà di costruzione vennero superate solo nel novembre 1943 con l'installazione anteriore del carrello retrattile e dopo la realizzazione di un aumento di potenza dei motori a 900 kgs resi così più efficienti ed affidabili.

     La produzione non superò mai i sessanta aerei al mese anche in considerazione dei continui bombardamenti delle fabbriche tedesche da parte degli Alleati. L'affermazione che l'aereo potesse anche portare circa 1.000 kg. di bombe portò Hitler a pensare che potesse essere più utile nel combattere al suolo l'avanzata degli Alleati visti i timori di invasione in Europa già fortemente presenti nelle alte cariche della Wehrmacht. Le conseguenze furono un inutile e dispersivo dibattito tra l'impiegare lo straordinario aereo in azioni di caccia contro i bombardieri alleati, che in massa già attaccavano il suolo tedesco, o come bombardiere veloce. In considerazione dell'avvento dei bombardieri americani di alta quota, non contrastabili dalla contraerea, e della scorta dei moderni e veloci Mustang P-51 il destino finale dell'Me 262 fu di aereo da caccia degli stormi composti da oltre 1.000 aerei Alleati che giornalmente martoriavano le città e le industrie, che si spostavano sempre più all'interno del suolo tedesco, rendendo ormai disperate le sorti della guerra. L'ira di Hiltler fu ancora più grande quando seppe dallo stesso Goering, comandante della Luftwaffe, che non era possibile trasportare il carico di bombe previsto con conseguente revisione dei progetti di utilizzo e conseguente ritardo nei programmi di difesa del suolo germanico.
Solo nel novembre 1944 fu chiaro che il Me 262 non era adatto al bombardamento ma alla caccia venendo così dotato di serbatoi supplementari per aumentarne l'autonomia.

      La versione finale fu quella di aereo da caccia - soprannominata Schwalbe - ovvero rondine, anzichè da bombardiere - soprannominata Sturmvogel ovvero uccello delle tempeste - e da addestramento biposto. Altro grosso problema era la preparazione dei piloti che approcciavano l'addestramento sui veloci aerei a reazione proveniendo o da brevi esperienze sui caccia oppure i piloti più esperti provenivano dai più lenti ma disciplinati bombardieri: in genere si optò per addestrare e rendere operativi questi ultimi.
La guida dei Me 262 richiedeva grande competenza vista la superiore velocità e la più bassa maneggevolezza rispetto ai velivoli ad elica tedeschi del tempo ampiamente sperimentati ed efficienti. Delicato erano anche i momenti del decollo e dell'atterraggio che causarono un grande numero di perdite di vite e di Me 262 in quanto attaccati dai caccia Alleati che rimanevano in agguato in vista delle piste che erano costruite in cemento, e quindi facilmente visibili, per supportare il peso dell'aereo ed il calore prodotto dai suoi motori.
Diverse furono le versioni che entrarono in servizio attivo: le prime equipaggiate cannoncini del calibro di 30 mm. in seguito aumentato poi a 50 mm e con tiro utile sino ad 1 km., sviluppi successivi giunsero a dotare l'Me262  di 24 razzi tipo R4M montati sotto le ali. La versione per la caccia notturna era dotata di radar che ne ridusse però potenza e velocità.
Di fatto l'utilizzo limitato di questo straordinario aereo non modificò l'esito della guerra e la sua entrata in servizio tardiva non fu determinante anche grazie all'ampia protezione degli stormi di bombardieri da parte dei veloci e maneggevoli P-51 che riportarono anche buoni successi contro il Me 262 più lento nella manovra: infatti dei 1.433 esemplari costruiti solo 600 erano in servizio alla fine della guerra anche in conseguenza del frequente bisogno di manutenzione e l'alto numero di incidenti e guasti.


V1 e V2. Le armi del terrore del terzo Reich

V1b     La rivalità tra la Luftwaffe e la Wehrmacht, che nacque quando quest'ultima dichiarò che la V2 era un'arma di artiglieria e quindi di competenza dell'esercito, sfociò nello sviluppo, da parte dell'aereonautica, della bomba volante V1 (Vergeltungswaffen 1 - arma di rappresaglia 1). I primi esperimenti con la V1, progettata da Fritz Gosslau e Robert Lusser, risalgono al 1941 e solo nel giugno del 1944 la prima bomba volante colpì Londra. Spinto da un motore a pulsogetto Argus As014 poteva raggiungere una velocità di 640 Km con una autonomia di circa 300 km trasportando una testata di 900 kg di esplosivo convenzionale. Furono prodotte circa 30.000 bombe volanti V1 di cui circa 10.000 rivolte verso l'Inghilterra. Non essendo molto veloce era facilmente intercettabile dagli Spitfire inglesi che potevano abbatterla sia con le armi di bordo sia urtandola leggermende e facendola scivolare d'ala. In teoria poteva essere usata solo come un'arma di saturazione, leggera e poco costosa, a patto di lanciarne un gran numero contemporaneamente. L'ordigno poteva essere lanciato sia da un aereo tipo l'He111 sia da una rampa di lunghezza, direzione e inclinazione ben definite a seconda del bersaglio da colpire, una girobussola ed un giroscopio controllavano beccheggio ed imbardata, quando un odometro azionato da un anemometro a palette, impostato alla partenza in relazione a distanza vento stimati, raggiungeva il numero di rotazioni stimate veniva semplicemente interotto il flusso di carburante e la V1 precipitava in picchiata.

V2b     Diverso fu lo sviluppo del razzo V2 (Vergeltungswaffe 2 - arma di rappresaglia 2), considerato il primo missile balistico della storia, il cui padre progettuale, Wernher Von Braun, iniziò la sua carriera nel 1934 con il lancio dei primi razzi A2 a cui seguirono quelli del modello A3 che erano spinti da un motore a razzo alimentato ad alcool etilico ed acqua, ossigeno liquido, perossido di idrogeno, permanganato di sodio ed acqua questi ultimi come catalizzatori. I sistemi di guida erano ancora molto rudimentali e tutti i lanci fallirono.

     Con l'avvicinarsi della guerra i militari intervennero nello sviluppo e costruzione di questa arma che poteva trasportare 1.000 kg di esplosivo su obbiettivi distanti sino a 400 km ad una velocità, oltre 5.000 kh/h, e ad una altezza, circa 90 km, che la rendevano non intercettabile da nessun aereo o arma esistente. 

     Il primo volo del modello A4, rinominato in V2, fallì il 13 giugno 1942 ma il riuscito terzo lancio del 3 ottobre 1942 diede un grande impulso allo sviluppo e produzione di questo missile precursore dei tempi moderni sia sotto l'aspetto militare che sotto quello dei viaggi nello spazio. Il primo V2 venne lanciato su Londra pochi mesi dopo della bomba volante V1.

     Furono prodotti poco meno di 5.000 esemplari. La scarsità di carburante che affliggeva la Germania già dal 1944 e la sistematica distruzione delle piazzole di lancio da parte dei bombardieri alleati impedirono a quest'arma di essere usata per massicci attacchi all'Inghilterra.



Bibliografia:
Bombers of the Luftwaffe by Joachim Dressel and Manfred Griehl
German Aircraft of World War II by Al and Smith Kay
The LUftwaffe - a History by John Killen

La Kriegsmarine, U-Boot e corazzate tascabili

     Il trattato di Versilles aveva imposto alla Germania di non poter dotarsi di sommergibili e limitato a 10.000 tonnellate il dislocamento delle nuove navi. Iniziò così la costruzione delle cosiddette "corazzate tascabili". La più famosa è stata la Admiral Graf Spee che, progettata nel 1932, entrò in servizio nel gennaio del 1936 e, dopo la Battaglia del Rio de la Plata, il suo comandante, in accordo con gli ufficiali, diede ordine di autoaffondarla il 17 dicembre 1939 al limite delle acque territoriali di fronte al porto di Montevideo. Ad essa si affiancarono le gemelle Deutschland e Admiral Scheer progettate rispettivamente nel 1928 e nel 1931 ed entrate in servizio nel 1933 e nel 1934. Erano navi con un dislocamento di circa 12.000 tonnellate ovvero circa 16.000 a pieno carico e potevano raggiungere una velocità di 29/30 nodi. Compatte ma tecnologicamente avanzate le loro prestazioni erano almeno pari alle classiche corazzate dell'epoca. Erano dotate di sei cannoni da 28 cm in due torri trinate, 8 cannoni da 15 cm, 8 cannoncini da 3,7 cm su quattro impianti binati e 10 mitragliatrici da 2 cm.   

Scharnhorstb     Nel giugno del 1935 venne firmato un trattato tra l'Inghilterra e la Germania che permetteva a quest'ultima di dotarsi di sommergibili e tipi di navi che il trattato di Versailles le aveva proibito. Unica limitazione: la forza della Marina tedesca non doveva superare il 35% di quella inglese.
Conseguentemente furono messi in cantiere due incrociatori da battaglia: lo Scharnhorst e il Gneisenau.
Entrarono in servizio prima dell'inizio della guerra, rispettivamente nel gennaio del 1939 e nel maggio del 1938.
Erano battelli con un dislocamento di 32.000 tonnellate ovvero 39.000 a pieno carico e potevano raggiungere una velocità di 31 nodi.
     Avevano in dotazione nove cannoni da 28 cm in tre torri trinate, 12 cannoni da 15 cm in quattro torri binate e 4 singole, 14 cannoni da 10,5 cm in sette torri binate, 16 cannoncini da 3,7 cm su otto impianti binati e 38 mitragliatrici da 2 cm.

Graf Zeppelin marzo 1940b     All'entrata in guerra l'obbiettivo strategico della Kriegsmarine era l'affondamento del maggior tonnellaggio possibile di navi mercantili che, provenienti dalle colonie d'oltremare e dagli Stati Uniti, rifornivano l'Inghilterra di equipaggiamenti e materie prime; la riduzione dei rifornimenti avrebbe così potuto causare gravi difficoltà alle capacità di resistenza dell'Impero Britannico portandolo alla resa.
     Nel 1939 la Marina tedesca contava tre "corazzate tascabili", due incrociatori da battaglia, otto incrociatori e 22 cacciatorpediniere. Le due corazzate Bismark e Tirpitz entrarono in servizio a guerra iniziata, rispettivamente nell'agosto del 1940 e nel febbraio del 1941. Il loro dislocamento era di 42.000 tonnellate ovvero circa 52.000 a pieno carico e potevano sviluppare una velocità di 30 nodi. Il loro armamento consisteva in otto cannoni da 38 cm in quattro torri binate, 12 cannoni da 15 cm in sei torri binate, 16 cannoni da 10,5 cm in otto torri binate, 16 cannoncini da 3,7 cm su otto impianti binati e 46 mitragliatrici da 2 cm oltre a 8 tubi lanciasiluri da 533 mm. Nell'agosto del 1940 entrò in servizio anche l'incrociatore pesante Prinz Eugen di 15.000 tonnellate e durante la guerra altre 15 cacciatorpediniere.
La portaerei Graf Zeppelin non venne mai terminata.

Corazzata Bismarck in battagliab     Le navi da battaglia della Marina tedesca erano superiori per corazzatura, alcune navi britanniche furono affondate dai colpi delle corazzate e degli incrociatori pesanti tedeschi che avavvano forato la corazzatura orizzontale sino alla santabarbara causando l'esplosione dei depositi di munizioni, e in qualità dei sistemi di puntamento ma le corazzate non ebbero grande fortuna contro la flotta britannica, in particolare la Bismark che fu affondata il 27 maggio 1941, rimasta praticamente immobile a causa del blocco del timone causato dal siluro di un aereosilurante, dopo avere incassato quasi 400 colpi da parte del grosso della flotta britannica tra cui le corazzate Rodney e King George V.

Le principali azioni furono però sviluppate dalla Marina tedesca sotto la superfice dei mari.


     La minaccia degli U-Boot tedeschi impegnò la marina Britannica, prima, e quella degli Stati Uniti, poi, nella scorta dei convogli di rifornimenti che attraversavano l'oceano Atlantico diretti verso l'Inghilterra e, in un secondo momento, verso l'Unione Sovietica. A seguito del trattato del 1935 tra Inghilterra e Germania quest'ultima poteva avere una flotta di sottomarini pari al 45% di quella inglese. I primi sottomarini erano progettati per operare in superfice immergendosi temporaneamente per sferrare un attacco o per non essere individuato e gli affondamenti di navi da carico nemiche avvenivano spesso a cannonate piuttosto che con i siluri. I sottomarini oceanici modello VIIC, il modello cardine durante la guerra, erano angusti e claustofobici con un dislocamento in immersione di 886 tonnellate, erano lunghi quasi 67 metri, avevavo cinque tubi lanciasiluti da 533 mm e 14 siluri. In emersione sviluppava una velocità di 17 nodi che scendeva a 7,5 nodi in immersione utilizzando i motori elettrici.  Erano dotati di un cannone da 8,8 cm e da una mitragliatrice da 2 cm.

U203b      Dopo la resa della Francia gli U-Boot poterono operare dalle basi oceaniche, sulla costa atlantica francese, di Lorient e Saint Nazaire senza dovere correre il rischi di essere intercettati e affondati dalla Royal Navy nel canale della Manica o essere bloccati nelle basi in Germania come nella Prima Guerra Mondiale. L'Inghiterra, di contro, non si era dotata di aerei di pattugliamento con autonomia sufficiente a coprire l'oceano atlantico e un po' tutte le marine, incluso la Royal Navy, non consideravano i sommergibili una minaccia vera e propria. Quando iniziò la guerra le navi mercantili furono da subito raggruppate in convogli scortati da aerei, fin dove possibile, e da navi militari antisommergibile ma i Servizi della Marina tedesca erano in grado di decodificare i messaggi della marina mercantile inglese per cui sapendo dove si sarebbero formati i convogli un sottomarino li avrebbe seguiti in attesa che altri raggiungessero la zona per poi attaccarlo in una formazione denominata branco di lupi. A cavallo tra il 1940 ed il 1941 i sommergibili oceanici, con la tattica del branco di lupi, e la Luftwaffe, con gli aerei a lungo raggio FW200, affondarono centinaia di migliaia di tonnellate di naviglio.

catalina PBY1     Verso la metà del 1941 gli inglesi si dotarono di aerei pattugliatori a più lungo raggio, tra cui i Catalina americani ceduti all'Inghilterra in base alla legge Affitti e Prestiti, e sottoposero gli equipaggi a specifici ed intensivi addestramenti ottendo in cambio un sensibile miglioramento nella difesa dei convogli. Difesa che venne migliorata in mare grazie all'aumento delle navi di scorta, ed anche all'entrata in servizio di cacciatorpedinieri statunitensi ceduti alla Royal Navy, dal miglioramento del sonar, dalla disponibilità del radar, che era in grado di intercettare i sommergibili in superfice, e all'inevitabile addestramento antisommergibile. Nel dicembre del 1941 iniziò la scorta ai convogli anche la portaerei Audacity. 

     Viste le difficoltà crescenti in nord Atlantico l'azione degli U-Boot, cominciò a spostarsi, agli inizi del 1942 verso le coste orientali degli Stati Uniti che erano entrati in guerra dopo l'attacco Giapponese a Pearl Harbor. La marina americana fu colta completamente impreparata: i tedeschi erano in grado di interecettare tutto il traffico radio mercantile, le navi navigavano con le luci accese e la costa era illuminata dalle luci nelle strade e nelle abitazioni. Fu un disastro. In sei mesi furono affondate oltre 3.500.000 di tonnellate di naviglio.

     Dalla fine del 1942, oltre alle navi militari di scorta, i convogli erano dotati di navi di supporto in grado di dare la caccia agli U-Boot e la copertura aerea era garantita dai bombardieri B-24 Liberator, appena entrati in servizio, dotati di radar di ultima generazione: questi erano in grado di individuare il piccolo snorkel di un U-Boot in immersione a quota periscopica che stava cambiando l'aria e ricaricando le batterie. Nonostante l'invenzione dei siluri acustici i tedeschi avevano ormai perso la corsa alla tecnologia ed in ciò vennero sovrastati anche tatticamente dagli alleati che ormai affondavano più sommergibili di quanto la cantieristica navale tedesca era in gradi di produrre anche a seguito dei bombardamenti alleati sulle fabbriche e cantieri francesi.

La Germania produsse oltre 1.100 sommergibili perdendone quasi 790 ma sopratutto si stima persero la vita 30.000 marinai imbarcati sugli U-Boot.

Fai una donazione

L'attività del museo si basa sul volontariato e sulle donazioni.

Una tua donazione può contribuire affinchè le nuove e future generazioni possano trarre insegnamento dal proprio passato.

Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna