Francesco Maselli, noto anche come Citto Maselli, è scomparso il 21 Marzo scorso. Ex assistente di Antonioni e Visconti e buon documentarista, realizzò con Cesare Zavattini la Storia di Caterina per il film-inchiesta Amore in città (1953) ed esordì nel lungometraggio a soggetto con Gli sbandati (1955), riproponendo in una chiave incisiva e criticamente feconda il tema della Resistenza. Dopo La donna del giorno (1957), I delfini (1960) e Gli indifferenti (1964), tratto dal romanzo di Alberto Moravia, tornò a dibattiti vitali con Lettera aperta a un giornale della sera (1970), sulla crisi di certi intellettuali di sinistra, e Il sospetto (1975), evocazione della lotta degli oppositori nell’Italia fascista. Si dedicò poi a film più intimisti, per lo più ritratti femminili: Storia d’amore (1985), Codice privato (1988), Il segreto (1990), L’alba (1991). Nel 1996 presentò alla Mostra del Cinema di Venezia Cronache del terzo millennio, sulla resistenza di un gruppo di condomini allo sfratto da un enorme caseggiato. Nel 1999 uscì il film per la televisione Il compagno, nel 2004 il documentario Frammenti di Novecento e nel 2007 Civico 0. Nel 2009 diresse Le ombre rosse, film che contiene una critica alla politica del liberalismo economico, calando la lente di ingrandimento sulla distanza venutasi a creare tra la politica promossa dalla sinistra e la realtà. Nel 2011 diresse insieme a Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani e Nino Russo il film-documentario a episodi Scossa, dedicato al drammatico terremoto di Messina del 1908. Accanto al suo lavoro di regista cinematografico Maselli mantenne sempre altre attività ed in particolare quella saggistica con vari scritti di politica culturale. Ma fondamentale rimane l’attività politica e militante nella sinistra italiana (fino al 1989 membro della Commissione culturale della Direzione del PCI, dal 1992 nel Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista) così come quella che potrebbe definirsi organizzativa e sindacale: per trenta anni Maselli guidò l’Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici ottenendo numerose soddisfazioni: a lui si devono le grandi riforme democratiche degli anni Settanta nelle istituzioni culturali pubbliche italiane.
I delfini è un film del 1960 diretto da Francesco Maselli. Presentato alla XXI edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, delinea un ritratto dell’alta borghesia della provincia italiana dei primi anni Sessanta. La sceneggiatura è di Ennio De Concini, Francesco Maselli, Alberto Moravia e Aggeo Savioli, la fotografia di Gianni Di Venanzo, il montaggio di Ruggero Mastroianni e le musiche di Gianni Fusco. Il film fu prodotto da Franco Cristaldi. I delfini deriva da un soggetto di Antonio Pietrangeli, dal titolo Le ragazze chiacchierate. Pietrangeli cercò di realizzarlo fin dal 1954 e nel 1958 si trovava a un passo dal girare le prime scene sempre ad Ascoli Piceno. Il film fu però rinviato all’ultimo per l’ennesima volta, e stavolta Pietrangeli, scoraggiato, decise di cedere la sceneggiatura, che fu riscritta e trasformata ne I delfini. Nel 1998 il film è stato restaurato dalla CristaldiFilm, in collaborazione con la Fondazione Scuola Nazionale di Cinema – Cineteca Nazionale, nell’ambito della campagna Adotta un film – 100 film da salvare, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Il restauro è stato diretto da Giuseppe Rotunno. Con Claudia Cardinale, Antonella Lualdi, Betsy Blair, Sergio Fantoni, Anna Maria Ferrero, Tomas Milian, Gérard Blain, Claudio Gora, Enzo Garinei.
Trama
In una cittadina italiana di provincia i giovani della ricca borghesia si trastullano tra noiose feste e squallidi amori. Vengono introdotti nel giro anche una ragazza povera che, incinta, costringerà il ricco Alberto a sposarla; e un medico di città, Mario. Il buon tempo di questi “delfini” durerà solo un anno: tra matrimoni e fallimenti verranno a galla tutte le loro ipocrisie e falsità.
Gli indifferenti è un film del 1964 diretto da Francesco Maselli, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. La pellicola è il primo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alberto Moravia, seguito dalla versione del 2020 di Leonardo Guerra Seràgnoli. Giovanni Grazzini definì il film «…il più felice …di quelli derivati sinora da opere di Moravia». Nello stesso articolo, pur all’interno di una fedele ricostruzione degli ambienti descritti nel romanzo, egli indicava un tentativo di attualizzare il film, di renderlo più moderno, in particolare ricorrendo al tema antonioniano della solitudine. Lo stesso Alberto Moravia era consapevole di tale operazione. Molti consensi vi furono per lo staff tecnico, in particolare per la fotografia di Gianni Di Venanzo. In funzione di un’immagine «tragica, cadaverica, degenerata…», si cercò di lavorare con pochissima luce, «rischiando continuamente di andare in sottoesposizione, tanto che, ad un certo punto della lavorazione, Paulette Goddard ebbe ad esclamare: «Accendete la luce non ci si vede qui!».
Trama
Dal romanzo di Alberto Moravia, ambientato alla fine degli anni Venti. Carla e Michele sono i giovani figli di Carla Ardengo, una signora romana dell’alta società. Il patrimonio familiare si sta prosciugando per le ruberie di Leo Murumeci, amante della madre. I due figli non riescono a reagire alla situazione e anzi Carla diventerà l’amante di Merumeci; mentre Michele, dopo un un goffo tentativo di uccidere lo speculatore, accetterà di vivere nella sua ombra e di diventare l’amante di un’amica della madre.
Ruba al prossimo tuo… è un film del 1968 diretto da Francesco Maselli, con Rock Hudson e Claudia Cardinale. Le riprese del film iniziarono il 10 Novembre 1967 a Roma e successivamente si spostarono a New York e sulle Alpi Austriache, in particolare Salisburgo e il Tirolo. Il film fu prodotto da Franco Cristaldi (all’epoca marito e mentore della protagonista Claudia Cardinale) e da Léo L. Fuchs, fotografo di scena di molti film di Rock Hudson (e successivamente anche produttore). Con Claudia Cardinale, Rock Hudson, Leon Askin, Ellen Corby, Tomas Milian, Guido Alberti.
Trama
Discendente da una schiatta italiana di tutori dell’ordine, Esmeralda cerca a New York un collega del padre che l’aiuti a rimettere al loro posto alcuni gioielli da lei rubati. Tra grandi difficoltà, il piano escogitato va a buon fine in Austria, senonché Esmeralda approfitta dell’occasione per sottrarre altre gioie. Queste sarebbero da restituire a Roma, ma le cose prendono una piega diversa.
Tre operai è uno sceneggiato televisivo del 1980 in quattro puntate, diretto da Francesco Maselli per la Rai. Tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bernari, con la sceneggiatura di Carlo Bernari, Francesco Maselli ed Enzo Siciliano, il montaggio di Carla Simoncelli e Vincenzo, Verdecchi, le musiche di Giovanna Marini e la consulenza storica di Paolo Spriano, Tre operai è interpretato da Con Stefano Santospago, Nello Mascia, Nunzia Greco, Imma Piro, Paolo Falace, Elena Da Venezia, Mario Santella, Giovanni Vacca.
Trama
Napoli, 1914. Teodoro è un giovane operaio che in fabbrica conosce Anna, di cui si innamora, e le idee socialiste; lascia il lavoro e si mette a studiare, ma la relazione con Anna finisce e Teodoro si sposta a Taranto con l’amico Marco in cerca di un altro lavoro. Nel frattempo scoppia la Prima guerra mondiale.
Lascia un commento