Nuovo scandalo a Cannes: le gravi accuse di Maria Schneider a Bertolucci per "Ultimo tango a Parigi" - MilleUnaDONNA

Nuovo scandalo a Cannes: le gravi accuse di Maria Schneider a Bertolucci per "Ultimo tango a Parigi"

Palud per evitare di incorrere negli stessi errori di Bertolucci ha rigirato la scena con Vartolomei e Dillon, accompagnati da un intimacy coach

Foto Ansa e Instagram

di Redazione

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Ultimo tango a Parigi in una veste nuova torna sulla Croisette di Cannes, ma questa volta è la versione di Maria Schneider. Nel film l'attrice protagonista del film più demonizzato di sempre, racconta come ha vissuto le riprese di quel film scandalo, quando lei aveva solo 19 anni. Sarà la vera Schneider interpretata in questa versione da Anamaria Vartolomei ha raccontare negli anni che per lei fu un'esperienza di umiliazione e sopraffazione. La sceneggiatura è tratta dal libro di Vanessa Schneider, cugina dell'attrice scomparsa nel 2011, a soli 58 anni, dopo essere finita un tunnel di droga e alcool. Marlon Brando è interpretato da Matt Dillon.

La regista spiega

Jessica Palud, regista del biopic racconta: “Il libro si avvicina a Maria attraverso il prisma dell'intimità, attraverso la lente della testimonianza familiare. Ho voluto spostare questa prospettiva e concentrarmi su Maria. Essere nel suo sguardo e non abbandonarlo mai, viaggiare con lei”. Il regista, già noto all'epoca per il successo de Il conformista, voleva Schneider per tutto quello che rappresentava: una bellezza pura e fragile, una smania di apparire che non la fece esitare di recitare accanto alla grande star americana  nel film). Palud ha voluto precisare che non fa un processo a Bertolucci ma sposa il punto di vista di Maria soprattutto sulla famosa ‘scena del burro’.

L'uso dell'intimacy coach

Palud per evitare di incorrere negli stessi errori di Bertolucci ha rigirato la scena con Vartolomei e Dillon, accompagnati da un intimacy coach e una stuntwoman nel caso l'attrice ne avesse avuto bisogno. Sul set di Maria è stato riprodotto quello che successe allora: un'aggressione fisica davanti a tutti, nel silenzio della troupe. “Oggi, nel 2024, sembra impossibile. Ma all'epoca era così”. Bertolucci prima di morire aveva riconosciuto di aver colto di sorpresa l'attrice. “Ho agito in un modo orribile con Maria, perché non le ho spiegato cosa sarebbe successo”. Tutto per avere “la sua reazione come ragazza, non come attrice. Volevo si sentisse realmente umiliata”. Siamo in un altro contesto ed epoca, e il film Maria racconta anche questo: “Non si parlava del posto delle donne nel cinema, né degli abusi che venivano messi a tacere in nome dell'arte”.

Le accuse di Schneider contro Bertolucci non vennero prese in considerazione per decenni: "Era ancora impossibile mettere in discussione la parola di artisti e attori onnipotenti. Era un cinema di uomini, per uomini”. "Non cerco di accusare o giudicare, ma di affrontare l'eredità e di offrire un ritratto di questa società, attraverso una nuova prospettiva, quella di Maria Schneider” spiega ancora la regista. 

La storia tormentata del film

“Ultimo tango a Parigi”, il film maledetto di Bertolucci del 1972, il più discusso, amato, detestato, censurato. Fino addirittura a essere condannato al rogo e poi miracolosamente salvato in una singola copia clandestina, nascosta proprio dallo stesso Bertolucci. E infine parzialmente riabilitato e ancora messo sotto accusa anche dalla sua protagonista, l’allora giovanissima Maria Schneider che da quel film, dal successo planetario e dallo scandalo ancor più clamoroso, fu graziata come stella di prima grandezza e allo stesso tempo condannata a un’esistenza problematica che sfociò addirittura in un tentativo di suicidio.

Il film, come tutti i capolavori, ha una trama riassumibile in poche frasi che Bertolucci sintetizzava in assoluta semplicità: “Un uomo e una donna che non si conoscono si incontrano per caso in un appartamento vuoto. Lì avviene una specie di iniziazione sessuale tra i due. Che decidono di ripetere questi incontri senza però mai sapere niente dell’uno e dell’altra”. In realtà a scandalizzare e a decretare la condanna a due mesi di carcere dello stesso Bertolucci, del produttore Aurelio Grimaldi e di Marlon Brando, protagonista del film, per “offesa al pudore” furono alcune scene particolarmente forti di “Ultimo tango a Parigi”. Prima tra tutte, la famosa “scena del burro”, quella cioè della sodomizzazione di Maria Schneider da parte di Marlon Brando con l’aiuto di un panetto di burro. La scena di un'aggressione sessuale.

Una scena sulla quale si sono versati fiumi di accuse e di polemiche e sulla quale si è anche attorcigliato un equivoco che dura da anni e che lo stesso Bertolucci ha cercato di chiarire in un’intervista del 2016. Ecco cosa ha precisato il regista: "Qualcuno ha pensato, e pensa, che Maria non fosse stata informata della violenza su di lei. Falso. Maria sapeva tutto perché aveva letto la sceneggiatura, dove era tutto descritto. L'unica novità era l’idea del burro". Quello che è stato poi definito da Bertolucci un "ridicolo equivoco che continua a riportare 'Ultimo Tango a Parigi' sui giornali di tutto il mondo" era nato da un'intervista di qualche anno prima alla Cinematèque Française dove, ha raccontato Bertolucci, "qualcuno mi ha chiesto dettagli sulla famosa 'scena del burro'. Io ho precisato, ma forse non sono stato chiaro, di avere deciso insieme a Marlon Brando di non informare Maria che avremmo usato del burro. Volevamo la sua reazione spontanea a quell'uso improprio. L'equivoco nasce qui".

La Corte di Cassazione nel 1976 a ordinare la distruzione di tutti di tutti i negativi dell'opera ma Bertolucci ne conservò clandestinamente una copia. E fu quella che nell’87, quando ci fu la riabilitazione del film dalla censura, permise a “Ultimo tango” di uscire di nuovo nelle sale.

15/05/2024