Era la domenica del 27 luglio 1214 quando nei pressi del villaggio di Bouvines, nel nord della Francia, due eserciti si trovarono faccia a faccia sul campo di battaglia.

Da una parte vi era l’esercito francese, comandato dal re Filippo Augusto e dall’altra quello imperiale, comandato dall’imperatore Ottone IV Brunswick. Questa battaglia passerà alla storia come la Domenica di Bouvines.

Il contesto storico di tale scontro riguarda, principalmente, i rapporti tra la corona francese e quella inglese, inoltre bisogna anche volgere lo sguardo alle questioni interne dell’Impero tedesco.

Procediamo per gradi.

L’Inghilterra e la Francia iniziarono a scontrarsi già nella metà dell’XII secolo in seguito alla separazione tra Luigi VII di Francia ed Eleonora d’Aquitania che, in seconde nozze, sposò il sovrano inglese Enrico II Plantageneto portandogli in dote una serie di domini in terra francese. Questo stato di cose, nei decenni successivi, generò una serie di tensioni tra le due corone.

Successivamente le corone dei rispettivi regni vennero cinte da Filippo Augusto di Francia e da Giovanni Senza Terra, fratello di Riccardo Cuor di Leone.

Per quanto riguarda la situazione imperiale invece a Federico Barbarossa successe il figlio Enrico VI di Svevia il quale riuscì a cumulare anche la corona del regno di Sicilia, stringendo il papato in una morsa pericolosa. Enrico VI morì anzitempo e, la sua eredità politica, sarebbe andata nelle mani del figlio Federico (il futuro Federico II) se solo non avesse avuto tre anni. Quindi papa Innocenzo III divenne tutore de piccolo Federico.

Questo stato di cose mise in fibrillazione l’aristocrazia tedesca, che si scontrò. Gli attori principali della vicenda furono Ottone IV di Brunswick, figlio di Enrico XII di Baviera, detto il Leone, e Filippo di Svevia, figlio di Federico Barbarossa. In questo contesto si inserisce anche l’interessamento del papato alla vicenda, per evitare di rimanere circondato dai domini imperiali ancora una volta, tanto a Nord quanto a Sud del Patrimonio di San Pietro.

Alla fine, nello scontro per la supremazia in Germania, Ottone di Brunswick ottenne l’appoggio della maggior parte dell’aristocrazia tedesca. Inoltre promise a papa Innocenzo III – promessa rinnegata quanto prima – di non accerchiare il papato, cumulando su di se anche la corona di Sicilia, oltre a quella di Germania; ma a dare una svolta a questa faccenda, fu sicuramente la rivalità tra Filippo e Giovanni.

Lo scontro tra i due sovrani si ripresento nel 1213, quando il sovrano francese progettò la conquista dell’Inghilterra, ma Giovanni compì una mossa astuta, dichiarandosi vassallo di Innocenzo III.

Questa situazione di serenità durò soltanto qualche mese perché la coalizione di Innocenzo III contro Ottone IV offrì il pretesto ai due sovrani di scontrarsi sul campo di battaglia, Filippo Augusto non solo vi aderì ma divenne il perno principale.

Uno degli alleati di Ottone era Giovanni Senza Terra, in quanto suo nipote, essendo figlio della sorella Matilde. Oltre a Giovanni vi erano anche Ferdinando, conte di Fiandra e Rinaldo di Dammartín, conte di Boulogne.

Così, il 27 luglio 1214 a Bouvines, si giunse allo scontro definitivo tra Filippo Augusto e Giovanni Senza Terra: questa battaglia decise anche le future sorti del Sacro Romano Impero.

Filippo Augusto era conscio che le truppe nemiche avrebbero tentato di oltrepassare il ponte che scalcava il piccolo corso d’acqua della Marque, nei pressi di Bouvines, per penetrare nel suo regno. Decise di affrontare i suoi nemici la domenica.

Quante truppe erano presenti a Bouvines?

L’esercito francese era composto da 7.000 unità tra cavalieri e sergenti a cavallo e da 15.000 fanti mentre quello imperiale-inglese, da 18.000 fanti e 6.000 tra cavalieri e sergenti a cavallo. Il vantaggio numerico era a favore di Ottone, ma doveva fare i conti con la rinomata cavalleria francese.

L’esercito francese si schierò con i balestrieri in prima linea, la fanteria in seconda e la cavalleria in terza, realizzando un fronte di tre divisioni. Il re assunse il comando del centro, composto da circa settanta cavalieri e affidò l’ala destra a Guerino, vescovo di Senlis, coadiuvato da Oddone III di Borgogna e da Gualtieri di Saint-Pol, conte di Melun con le sue unità, reduci dalle scaramucce iniziali.

L’ala sinistra, costituita dai soldati del settentrione, fu assegnata a Filippo di Dreux, vescovo di Beauvais, insieme al fratello, il conte Roberto di Dreux, a Guglielmo II, conte di Ponthieu e a Pietro II di Courtenay, conte di Auxerre.

L’imperatore affidò il fianco destro, costituito da truppe mercenari, a Guglielmo Spadalunga, conte di Salisbury, figlio illegittimo di re Enrico II, quindi fratellastro di Giovanni Senza Terra e a Rinaldo, conte di Boulogne; il fianco sinistro, formato da soldati fiamminghi, venne affidato a Ferrante, conte di Fiandra.

Il primo attacco francese fu condotto da un’unità di 300 sergenti a cavallo di Soissons, agli ordini del vescovo Guerino, i quali giunsero a ridosso dei cavalieri fiamminghi di Ferrante. I fiamminghi reagirono in ritardo e ricevettero l’ordine di abbattere i cavalli francesi. Il resto dell’ala francese, comandato da Gualtieri di Saint-Pol intervenne a supporto dei commilitoni, come anche gli altri due schieramenti, arrivò al contatto con il fronte opposto.

Negli altri settori, i francesi, sembravano subire la superiorità numerica degli anglo-imperiali. La maggiore estensione del fronte imperiale sulla destra consentì agli alleati di schiacciare anche il fianco francese.

Re Filippo si ritrovò così addosso i nemici, mentre la sua cavalleria, incaricata a proteggerlo, era impegnata in una serie di scontri. Il re francese era alla mercé dei fanti imperiali, i quali lo disarcionarono e lo aggredirono, ma rimase in vita grazie alla sua robusta armatura e all’intervento della guardia del corpo.

Scampato il pericolo, Filippo Augusto rimontò sul suo cavallo e avviò un contrattacco alla testa della cavalleria pesante. I picchieri tedeschi erano impreparati perché spinti in profondità e di conseguenza non erano coesi. I francesi scavalcarono le linee imperiali, trovandosi faccia a faccia con Ottone.

Si racconta che Pietro Mauvoisin afferrò le briglie del cavallo, tenendolo fermo per qualche momento, mentre Girardo Scrofa tentò di trafiggerlo al petto, riuscì a salvarsi grazie all’armatura.

I cavalieri francesi, su esortazione del loro re, continuarono l’inseguimento di Ottone, i quali lo raggiunsero, tentando di disarcionarlo ma resistette grazie all’intervento di alcuni soldati imperiali, permettendogli di abbandonare definitivamente il campo di battaglia.

Intanto, sul fronte destro, l’esercito anglo-imperiale non aveva intenzione di arrendersi.

Dall’inizio dello scontro, Guglielmo di Salisbury e Rinaldo di Boulogne conducevano continui assalti alle file avversarie, per poi riparare dietro la cintura difensiva, allestita da 700 picchieri, disposti in cerchio.

Decisivo fu l’intervento del vescovo di Beauvais, il quale disarcionò il conte di Salisbury per poi essere catturato e imprigionato.

I soldati francesi potevano alzare le spade e festeggiare la vittoria.

Le perdite dei soldati dovevano essere elevate. Perirono 170 sergenti a cavallo dell’esercito imperiale e un paio di cavalieri. I francesi ebbero delle perdite relativamente lievi e catturarono 140 cavalieri e migliaia di fanti, i quali allestirono un imponente corteo trionfale fino a Parigi, esibendo un numero di prigionieri quale non si era mai visto.

Ottone IV, fuggito dalla battaglia, sarà deposto nel 1215 morì qualche anno dopo; nel mentre Federico II di Svevia venne incoronato re di Germania il 9 dicembre 1212 e, successivamente, imperatore.

Giovanni Senza Terra dovette firmare il 18 settembre 1214 il trattato di Chinon, in cui rinunciò ai territori già conquistati da Filippo Augusto poi, fece ritorno in Inghilterra.

Il vincitore dello scontro fu Filippo Augusto, che estese ulteriormente il suo regno, tant’è che, secondo la storiografia, quella domenica è considerata come uno degli eventi storici che hanno fatto la Francia.

Pierluigi Papa

Consigli di lettura

CORTONESI A., Il Medioevo: Profilo di un millennio, Carocci, Roma, 2008;

MARAZZI F., 27 luglio 1214: Prove di guerra globale in «Medioevo», a. 18, n. 7 (210), luglio

2014;

MAURINO L., MAURINO M., Bouvines 1214, Chillemi Editore, Roma, 2012;

VITOLO G., Medioevo: I caratteri originali di un’età di transizione, Sansoni, Milano, 2000;

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Written by : Redazione

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