La vittoria di Nemo rilancia il dibattito sul «terzo genere»
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La vittoria di Nemo rilancia il dibattito sul «terzo genere»

Il successo diventa un'occasione per rivendicazioni politiche sul riconoscimento dell'identità non binaria o per lo stralcio del sesso dal registro di stato civile
© EPA/JESSICA GOW
Giovanni Galli
13.05.2024 23:44

Dalla musica alla politica il passo è breve.  Il successo di Nemo, cantante non binario, con il brano autobiografico «The Code» diventa un’occasione per rilanciare in Svizzera il dibattitto sul cosiddetto «terzo genere», termine usato per quelle persone che non si sentono né uomini né donne. Oggi la Confederazione non riconosce il «terzo genere» e nelle leggi si parla di sesso maschile e femminile. Lo stesso Nemo, nella conferenza stampa dopo il concorso canoro, ha detto che il mancato riconoscimento è inaccettabile. Il consigliere federale Beat Jans, capo del Dipartimento di giustizia e polizia, ha accettato di incontrare Nemo per discutere dei diritti dei «queer». Oggi si è fatta avanti anche l’organizzazione Transgender Network Switzerland. Composta da transgender e da persone che non si identificano - o solo in parte - con il sesso assegnato alla nascita, la TGNS reclama l’introduzione in Svizzera di un terzo genere o lo stralcio del sesso dal registro dello stato civile. Alla radio della Svizzera tedesca SRF Sandro Niederer, direttore del segretariato dell’associazione, ha auspicato miglioramenti a livello giuridico per le persone non binarie,  che in Svizzera sarebbero varie decine di migliaia se non persino 100 mila. A suo avviso, le persone non binarie oggi nella Confederazione devono fare i conti con discriminazioni, ma la società è ormai matura per cambiamenti a livello giuridico. 

Dal 2022 è possibile cambiare l’iscrizione del sesso nel registro di stato civile (da maschio a femmina e viceversa) ma la rinuncia all’indicazione del sesso rimane inammissibile. Nel 2019 una persona di nazionalità svizzera residente in Germania aveva presentato a Berlino una dichiarazione di soppressione dell’indicazione del sesso basandosi sulla legislazione tedesca. Siccome la Germania riconosce l’esistenza di un terzo genere indeterminato, la persona interessata ha ottenuto ciò che desiderava. La stessa richiesta è poi stata avanzata nel  canton Argovia, dove nel 2021 il Tribunale d’appello ha deciso di togliere l’indicazione del sesso dal registro dello stato civile e delle nascite. Tuttavia, su ricorso dell’Ufficio federale di giustizia, il Tribunale federale ha stabilito che la soppressione dell’indicazione del sesso ottenuta in Germania non può essere riconosciuta nella Confederazione. Al tempo stesso il TF ha ributtato la palla nel campo della politica, sostenendo che spetta semmai al legislatore modificare l’ordine giuridico.

Alla fine del 2022 il Consiglio federale aveva presentato un rapporto nel quale sosteneva che il binarismo dei sessi è un modello tuttora ben radicato nella società svizzera e che  «attualmente» non sussistono le premesse sociali per introdurre un terzo sesso o per rinunciare del tutto all’iscrizione del sesso nel registro dello stato civile». Una modifica del binarismo dei sessi renderebbe inoltre necessari numerosi adeguamenti della Costituzione come pure delle leggi federali e cantonali. In ogni caso,  il Governo riconosceva che la classificazione di sesso e genere in due forme mutualmente esclusive di mascolino e femmineo «può porre problemi alle persone che non si identificano con uno dei sessi tradizionalmente conosciuti». Il Parlamento è tornato alla carica su questo punto, tramite un postulato della Commissione affari giuridici del Nazionale che incarica il Governo di presentare un rapporto sulle misure che consentirebbero di migliorare la situazione delle persone non binarie senza che sia necessario, sul piano giuridico, abbandonare il principio di binarismo dei sessi. Sul fronte politico, intanto, il tema continua a dividere. La consigliera nazionale UDC Barbara Steinemann ha definito Nemo uno specialista dell’autopromozione e ha definito il non binarismo una «tendenza esoterica». In un sondaggio pubblicato da Tamedia un anno fa, il 62% degli svizzeri si era detto contrario all’introduzione di un terzo genere nei documenti ufficiali

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