Storytelling esempi: lo schema da seguire per raccontare una storia

Come raccontare una storia: esempi di storytelling e schema da seguire

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Raccontare una storia è il modo migliore di coinvolgere i clienti e di instaurare una relazione con loro. In tv e sui social vediamo spesso esempi di brand che hanno deciso di raccontare la propria azienda attraverso le storie. Abbiamo parlato delle regole per uno storytelling efficace, ma quali sono gli elementi fondamentali dello storytelling?

Vediamo alcuni esempi di storytelling aziendale, uno schema da seguire per rendere la nostra storia accattivante e coinvolgente e come applicare lo storytelling anche alla nostra azienda.

Perché scegliere le storie per comunicare

Le persone sono attratte dalle storie. Sappiamo ormai bene che gli esseri umani raccontano storie da centinaia di migliaia di anni, con l’obiettivo non solo di intrattenere, ma anche di:

  • Veicolare messaggi importanti;
  • Educare;
  • Mettere in guardia;
  • Condividere esperienze ed emozioni;
  • Creare un’identità di gruppo.

Focalizziamoci sugli ultimi due punti

Se ragioniamo in termini di storytelling aziendale, il valore delle storie per le aziende è importantissimo, perché permette di raccontare il proprio brand e i propri prodotti e servizi in un modo completamente diverso dal solito, mettendo al centro gli utenti e creando un contatto diretto con loro.

Insomma, grazie allo storytelling possiamo liberarci dalla classica comunicazione aziendale statica che presenta prodotti e servizi in modo impersonale e noioso e possiamo dedicarci al nostro pubblico, proponendogli una comunicazione accattivante e sincera capace di farlo sentire parte di una storia condivisa tra lui e noi.

Ok, ma cosa me ne faccio di una storia in comune con i miei utenti?

Lo storytelling è capace di mettere in relazione le persone, di farle entrare in contatto con noi e di farle sentire parte della nostra storia.

Questo ci permette di creare con i nostri utenti un’identità di gruppo e, di conseguenza, ottenere la loro fiducia, trasformando i singoli clienti in una vera e propria community.

Oggi il concetto di community e di gruppo è sempre più importante e avere la fiducia della propria community deve essere l’obiettivo principale di ogni azienda e di ogni brand. Solo così possiamo infatti proporre i nostri prodotti e servizi e raggiungere tutti i nostri obiettivi distinguendoci davvero dalla concorrenza.

Storytelling fatto bene

Per capire davvero di cosa stiamo parlando, diamo un’occhiata più approfondita ad alcuni esempi di storytelling aziendale efficace che vediamo quasi ogni giorno tra social, televisione e comunicazione offline.

Alcuni dei brand più famosi che utilizzano lo storytelling per la loro comunicazione sono Red Bull, The North Face e Ikea.

Redbull, con i suoi spot televisivi divertenti e irriverenti mette al centro il suo prodotto, capace di “mettere le ali”, ma non si ferma qui. Sui social fa infatti storytelling attraverso il racconto delle esperienze di sportivi e appassionati, che hanno realizzato imprese impossibili grazie alle bevande del brand.

Come Redbull, The North Face fa storytelling tramite le esperienze di sportivi e appassionati e interagendo con i fan nei commenti sui social per farsi raccontare come indossano i capi, ma ha fatto anche qualcosa in più. Ha scelto di raccontare il brand anche attraverso il suo prodotto di punta, le giacche, mettendo l’accento sulle mille avventure che i clienti realizzano quando le indossano. Il frutto di questa scelta è la campagna del 2022 It’s more than a Jacket.

Infine, il catalogo Ikea insieme agli spot è uno dei più chiari esempi di storytelling fatto bene, perché i mobili e i prodotti del brand non vengono descritti come semplici oggetti da arredamento, ma diventano parte del racconto delle esperienze familiari, rendendo azioni quotidiane momenti straordinari (un esempio è la pubblicità di natale Ikea del 2019).

Cosa hanno in comune questi brand?

Oltre a scegliere lo storytelling come strategia di comunicazione, i tre brand raccontano i loro prodotti e i loro valori attraverso uno specifico schema. Vediamo come possiamo ispirarci a loro.

Esempio di schema da seguire per raccontare la nostra storia

1. La scelta dei personaggi

Fondamentale per la buona riuscita dello storytelling è la scelta dei personaggi del nostro racconto. Chi sono, che ruolo hanno, le caratteristiche del protagonista, la presenza di un antagonista o di un aiutante (che possono essere sia persone che oggetti) e eventuali figure secondarie per la storia.

Ognuno dei nostri personaggi deve avere una personalità specifica e un ruolo, e per questo aspetto possiamo fare riferimento agli archetipi, i personaggi delle fiabe di Propp.

Propp per i racconti individua otto diversi personaggi:

  • Protagonista;
  • Antagonista;
  • Mandante, che chiede al protagonista di fare una determinata azione;
  • Aiutante del protagonista;
  • Personaggio cercato o premio, che nelle fiabe è solitamente una principessa o un tesoro;
  • Padre della principessa, o chi dà una missione al protagonista;
  • Donatore, che aiuta il protagonista donandogli un oggetto magico;
  • Falso eroe, che cerca di rubare l’identità all’eroe.

Definire tutte le personalità coinvolte nella storia permette di creare più facilmente il contesto in cui la storia si svolge dall’inizio alla fine.

Propp oltre ai personaggi individua anche 31 funzioni, 31 fasi diverse del racconto, che possiamo raggruppare in quattro macrofasi:

  • Equilibrio iniziale;
  • Rottura dell’equilibrio iniziale;
  • Peripezie dell’eroe;
  • Ristabilimento dell’equilibrio.

Questi quattro momenti ci servono come guida per la definizione degli step successivi del nostro schema.

2. Inizio della storia

Una volta determinati i personaggi dobbiamo lavorare sulla situazione di partenza, l’equilibrio iniziale definito da Propp.

Per citare gli esempi di storytelling che abbiamo descritto prima, l’inizio della storia può essere l’acquisto di una casa senza mobili, un’escursione o l’inizio di una maratona.

La scena iniziale descritta, sia positiva che negativa, deve essere conosciuta alle persone a cui ci stiamo rivolgendo e deve essere una situazione in cui si possono riconoscere, per entrare subito in empatia con i personaggi della storia.

3. Svolgimento e problema da risolvere

La situazione iniziale durante lo svolgimento della storia cambia e, come sostiene Propp, l’equilibrio iniziale si rompe. Può esserci un conflitto, un ostacolo da superare, un contrattempo che allontana i protagonisti dalla normalità della situazione di partenza e dal loro obiettivo finale.

Sempre per citare gli esempi di storytelling di prima il problema potrebbe essere il non riuscire a trovare il negozio giusto dove acquistare i mobili, un albero caduto nel bosco o l’arrivo di un concorrente più forte e preparato del protagonista.

Anche in questo caso, il problema che mostriamo nel nostro schema deve essere conosciuto e condiviso dalle persone a cui ci rivolgiamo.

4. Il cambiamento

Una volta identificato l’ostacolo, va studiata l’azione che risolve il problema. Questa potrebbe essere l’arrivo in soccorso di un aiutante, il supporto di un oggetto, un cambio di mentalità del protagonista che lo spinge a reagire. Insomma, è questa la fase dello schema in cui dobbiamo raccontare le peripezie del protagonista.

In questa fase il protagonista inizia un processo di cambiamento rispetto a come era in partenza, un cambiamento che deve motivare le persone che stanno ascoltando la nostra storia.

Di solito negli esempi di storytelling aziendale il cambiamento è possibile grazie ai prodotti e ai servizi della nostra azienda. Basta pensare allo storytelling di Redbull, in cui al protagonista della storia basta bere la bevanda del brand per riuscire a superare l’ostacolo che ha davanti.

5. Conclusione

La conclusione, il ristabilimento dell’equilibrio secondo Propp, è il risultato finale della storia, il raggiungimento dell’obiettivo finale da parte del protagonista. Nella conclusione viene raccontato il cambiamento del protagonista e i nuovi valori e le nuove competenze che ha acquisito durante il suo percorso.

Il finale ovviamente non deve essere per forza un lieto fine, può esserci un colpo di scena, un nuovo ostacolo da superare o un’altra avventura da inseguire, nello storytelling non c’è limite alla creatività.

Portare lo schema dello storytelling all’interno della propria attività

Quello che abbiamo visto è il classico schema dello storytelling che più o meno tutti abbiamo studiato anche a scuola e che ci spiega come nascono le fiabe.

E allora cosa c’entra con la nostra azienda?

È ovviamente una semplificazione, che ci aiuta a capire come funziona lo storytelling e a definire una strategia per iniziare a raccontare i nostri prodotti e servizi in modo diverso dal solito.

Il nostro schema però da solo non basta, per creare una storia efficace per la nostra azienda dobbiamo scavare più nel profondo.

Dobbiamo infatti porci numerose domande su di noi, sulla nostra azienda e su cosa vogliamo ottenere dalle storie che andremo a scrivere, focalizzandoci su:

  • Chi siamo e cosa facciamo;
  • A chi ci rivolgiamo;
  • Quali sono i nostri obiettivi;
  • Quali sono i messaggi che vogliamo passare tramite le nostre storie;
  • In che modo vogliamo farli passare (sui social media aziendali, sul sito o sul blog, tramite testi, video, immagini ecc.).

Non porci queste domande significa scrivere senza un obiettivo, e il rischio è quello di proporre ai nostri utenti una storia banale e noiosa, che non ha niente a che fare con loro e in cui non si rispecchiano.

Insomma, vuol dire buttare via il nostro tempo.

Un ultimo consiglio: non avere paura di utilizzare lo storytelling per la tua azienda e, soprattutto, mettici la faccia! Fidati di noi, i tuoi clienti ti ringrazieranno.

Se vuoi approfondire e mettere in pratica lo storytelling aziendale, trovi più dettagli nel nostro articolo Il perfetto storytelling per aziende? Ecco 5 regole da seguire e nell’articolo Consigli di marketing per gli small business: come iniziare a comunicare online.

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Siamo qui per aiutarti a diffondere la tua impresa.

Giada Corneli

Giada Corneli

Content writer e consulente di comunicazione. La scrittura la accompagna da sempre, come passione e come lavoro. Insieme a lei potrai trovare il tuo personalissimo modo di comunicare e mettere in evidenza il tuo stile e tutto quello che rende speciale il tuo lavoro.

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