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Il fondatore di Nice, Lauro Buoro: «Dentro mura solo le auto dei residenti Una città moderna ha il centro pedonale»

Il fondatore e presidente dell’azienda di Oderzo sulle criticità del traffico: «La viabilità attuale è un problema anche per la qualità dell’aria»

andrea de polo
1 minuto di lettura

Da imprenditore ha concepito la casa del futuro: controllo gli elettrodomestici dallo smartphone, è tutto automatizzato, la filosofia è quella del risparmio (anzi, della “sostenibilità”) e del rispetto dell’ambiente. Si chiama casa “smart”, intelligente, e la città che ha in mente Lauro Buoro, presidente della Nice Spa e residente del capoluogo, deve essere praticamente la stessa cosa. Come? Gli ingredienti della ricetta sono gli stessi indicati da Gianni Gajo, altro big dell’economia trevigiana: centro chiuso alle auto, navette per i collegamenti con i parcheggi fuori mura.

Traffico e viabilità sono i due maggiori problemi del centro?

«Il problema esiste. A mio parere, la cosa più importante da inserire nel piano strategico di una città come Treviso è una programmazione che renda quella città tra migliori in Italia anche per i parametri della sostenibilità ambientale. Oggi siamo ai primissimi posti per molte delle voci sulla qualità della vita, dalla sicurezza alla raccolta differenziata, credo che si debba fare di più invece per quanto riguarda la qualità dell’aria, che è un tema strettamente connesso al traffico e alla viabilità. È necessario darsi un programma di una ventina d’anni per trasformare Treviso in una delle città più interessanti anche per la qualità dell’aria».

Su questo c’è ancora molta strada da fare.

«Sì, diciamo pure che oggi siamo nella condizione opposta, la qualità dell’aria è un problema. Noi cittadini e chi ci governa dovremmo investire in una città green, nel vero senso della parola».

Nel concreto?

«Vanno abbassati i consumi energetici, incentivate le energie alternative, limitata al massimo la circolazione degli autoveicoli all’interno della città. Le progettualità delle città moderne prevedono collegamenti agevoli dalle periferie ai centri vicini. L’affluenza di mezzi verso il centro città dev’essere ridotta il più possibile».

Questo significa solo una cosa: centro chiuso alle auto.

«Secondo me è necessario chiudere il centro al traffico limitando l’accesso alle sole persone autorizzate, cioè chi ci abita o ci deve accedere per ragioni indispensabili. La cosa importante è agire perché la città non muoia perché non riusciamo più ad accedervi. Vanno costruiti degli hub attorno alla città per un servizio navetta da e per il centro».

Da imprenditore, che vantaggi avrebbe un’operazione del genere?

«Come imprenditori avremmo dei vantaggi indiretti: città più vivibili, rispettose dell’ambiente, in cui l’esterno diventa un comune denominatore per i cittadini. Entrare in casa o uscire di casa deve avere la stessa importanza, nel contesto urbano. Così come diamo importanza all’interno delle nostre abitazioni, diamola anche all’esterno urbano che ci circonda».

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