Shining, la spiegazione definitiva del finale del film di Kubrick

Shining, la spiegazione definitiva del finale del film di Kubrick

Torna questa sera, 27 agosto 2023 alle ore 21:00 su Iris, Shining, capolavoro horror diretto da Stanley Kubrick. Il corridoio, le gemelle, l’inseguimento con l’ascia, il labirinto. Scene che tutti ricordano. Ma qual’è il vero significato del film? O meglio, i significati, dato che una soluzione univoca è impossibile da trovare. Ma ci proviamo.
Shining, la spiegazione definitiva del finale del film di Kubrick

Shining, capolavoro horror diretto da Stanley Kubrick e tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, torna questa sera, domenica 27 agosto 2023, in prima serata in programmazione su Iris, alle ore 21:00. 

Trama e cast

Shining è uno di quel film così iconici che verrebbe da ricordarne la storia solamente per immagini, estemporanee stampate nell’immaginario collettivo: il corridoio infinito dalla moquette color arancio, le gemelle in azzurro, il triciclo di Danny, la stanza 237, il terrore sul volto di Wendy (Shelley Duvall, terrorizzata dal film più del suo stesso personaggio). E poi gli iconici sguardi alla Kubrick – quelli quasi in camera, quelli che rivelano lo stato d’animo dei protagonisti prima di qualsiasi gesto rivelatore da parte di questi ultimi. Però ripercorriamo comunque la trama, dall’inizio. Jack (Jack Nicholson) è un professore di letteratura inglese. 

Dopo il suo licenziamento dovuto a problemi di alcolismo, accetta il lavoro solitario di guardiano dell’Overlook Hotel, una struttura isolata tra le vette del Colorado. Jack porta con sé la famiglia, crede che quell’isolamento gli darà modo di ultimare il suo romanzo. Il precedente custode, morto suicida nella struttura, aveva ucciso l’intera famiglia in preda ad un raptus omicida. Fin dall’inizio, Jack e la famiglia avvertono qualcosa di strano nella struttura, visioni di morte. Danny (interpretato dal piccolo Danny Lloyd), scopre di avere un particolare tipo di potere chiamato luccicanza – shining – potere che condivide con il capo chef della struttura, Dick Hallorann (Scatman Crothers)

Più il tempo passa e più Jack diventa irascibile verso la moglie e il figlio. La sua storia si allinea così con quella del precedente custode: arriva il momento in cui anche lui decide di far fuori la famiglia. Munito di un’ascia. E poi l’iconico inseguimento che si protrae fino al finale.

La spiegazione del finale di Shining

Jack e il labirinto
Jack e il labirinto

Sono tanti i punti da analizzare per comprendere il reale significato dietro il finale del film, impossibile incanalare il tutto in un’unica spiegazione. Ma partiamo dall’ascensore grondante sangue, già presente nella prima visione di Danny. Per qualcuno rappresenterebbe la morte del suo amico immaginario nel finale del film, quello che vive nella sua bocca. Teoria un po’ alla alla larga. Potrebbe invece trattarsi semplicemente del sangue di tutte le anime che hanno abitato la struttura. 

Secondo la teoria più accreditata, quella di Jack è infatti una storia di stampo nietzeschiano – tutto è destinato a ripetersi, è l’eterno ritorno dell’uguale, e il labirinto in cui Jack si perde nel finale ne è la rappresentazione fisica. Jack potrebbe essere semplicemente la reincarnazione del custode precedente, Jack Grady. E in tal modo, anche la storia dell’hotel e dei suoi abitanti, sarà destinata a ripetersi, per sempre. Almeno nel film.

Perché Jack Torrance compare nella foto finale? 

Jack Torrance nella foto finale di Shining
Jack Torrance nella foto finale di Shining

E arriviamo, dunque, alla foto finale. Jack compare in una foto del 1921, in una festa con tutto il personale dell’hotel. La foto è apparsa dopo la morte di Jack? (morto per assideramento). Jack è dunque divenuto, con lo spirito, parte dell’hotel insieme a tutte le sue precedenti vittime? (teoria più accreditata). Oppure quella foto è sempre stata lì e Jack era dall’inizio destinato alla struttura? Jack potrebbe dunque essere davvero l’incarnazione del precedente, dei precedenti e di qualsiasi altro futuro custode dell’hotel. 

Forse non sapremo mai quale teoria sia effettivamente la più concreta. E forse, per un film della portata di Shining, è anche meglio così.

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