Ghostbusters – Minaccia Glaciale inizialmente si dedica al gradito compito di ipotizzare come potrebbe apparire un’attività di acchiappafantasmi pienamente funzionante nel 2024. Il film di Gil Kenan vede il clan Spengler – Callie (Carrie Coon), Phoebe (McKenna Grace) e Trevor (Finn Wolfhard) – e il potenziale patrigno Gary (Paul Rudd) che si trasferiscono nella vecchia caserma dei pompieri degli Acchiappafantasmi, intrappolando i fantasmi come famiglia. L’ormai ricchissimo Winston Zeddemore (Ernie Hudson) ha segretamente costruito per loro un impianto di rinforzo, sotto forma di una struttura di ricerca e sviluppo paranormale costruita in un acquario abbandonato, mentre il negozio dell’occulto di Ray Stanz (Dan Aykroyd) è diventato una sorta di banco dei pegni soprannaturale dove gli abitanti di New York portano i loro oggetti infestati per una valutazione, con gli oggetti pericolosi inviati direttamente a Winston.

La trama entra nel vivo quando una sorta di imbroglione nerd, Nadeem (Kumail Nanjiani), entra nel negozio di Ray e impegna un cimelio di famiglia: una sfera di metallo che, a quanto pare, è l’antica prigione di un dio della morte della valle dell’Indo, che sembra parlare direttamente con i fantasmi di New York per negoziare il suo rilascio. I dettagli di questa trama sono inquietanti, con le scene espositive di Patton Oswalt nel ruolo di curatore di oggetti oscuri presso la Biblioteca pubblica di New York che sembrano provenire da un vero film dell’orrore, e l’aspetto spettacolarmente spaventoso del dio della morte è effettivamente molto spaventoso. Però le tante e belle idee di Minaccia Glaciale a volte vanno disperse: di fronte alla necessità di seguire i protagonisti, la sceneggiatura è così veloce da allontanarsi da momenti che meriterebbero maggior attenzione, siano essi di dramma umano, horror, commedia o fantasia da cartone animato. Sembra quasi che il film sia incerto su quale pubblico concentrarsi: bambini, adulti o fan di qualsiasi età in preda alla nostalgia (che è il caso di chi scrive). L’idea di avere il diffondersi della morte su New York sembra affascinante, ma chi guarda il film dovrebbe avere la sensazione reale che una delle città più grandi e popolose del mondo sia in pericolo. In realtà, tuto quello che succede è nell’isolato della caserma dei pompieri degli Acchiappafantasmi. Aykroyd e Hudson sono sempre stati protagonisti pieni di tutti i film della serie Ghostbusters, e riescono a rendere davvero al massimo diversi momenti del film caricandoli con malinconia, meraviglia e pathos. Non sembra accada lo stesso del resto degli adulti, oltre a farli semplicemente apparire. Ancora peggio il modo in cui Minaccia Glaciale sperpera la Phoebe di Mckenna Grace, l’originale ruolo creato in Legacy. Dopo un incidente con una sorta di drago spettrale in una fogna, anche se nel miglior ritmo d’azione del film, Phoebe viene praticamente accantonata. Finisce per stringere un’amicizia con un fantasma di nome Melody (Emily Alyn Lind), e le loro lunghe conversazioni sulla morte, sul morire e sulla famiglia sono i punti salienti di Frozen Empire. Ma subito dopo il film le costringe quasi per forza a prendere decisioni sbagliate per il bene della trama, e l’intensità della loro relazione svanisce ancor prima ancora di mettere radici.

Ci sono momenti ben riusciti di umorismo, paura e anche pathos in Minaccia Glaciale, ma poiché spesso risultano sconnessi, il film paga questa mancanza di convinzione quando invece si tratterebbe di andare a fondo delle idee. Ci sono una dozzina di personaggi principali che conosciamo e amiamo, ma Minaccia Glaciale  non sembra riuscire a capire cosa fargli fare, a parte tenerli in piedi intorno alla caserma dei pompieri, letteralmente congelati sul posto. E se pensate che uno di questi è Bill Murray, vi rendete conto dello spreco.

Beppe Musicco

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