Scena sulla leadership: cose che non vuoi sentire

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Una scena tratta dal film “Il direttore capo” per parlare di leadership. Il burbero ed egocentrico César è il tipico leader che nessuno desidererebbe avere. Quando, dopo 18 anni a capo della sua azienda, improvvisamente rischia di perdere tutto, chiede al suo collaboratore:

“Quando ho cominciato a fare cazzate?”

Xavier, ricordandogli di un ex-dipendente, che il suo capo non esita ad etichettare con coloriti epiteti, gli risponde:

“Cacciarlo fu il primo grande errore”

“ … era uno difficile”

“Non era uno difficile, diceva cose che non volevi sentire. Nel corso degli anni tu hai mantenuto solo i leccaculo e gli idioti e licenziato chi ti diceva la verità”.

Con poche ma mirate parole Xavier inquadra il modello di leadership del suo capo. César è il classico leader che pensa che il successo della sua azienda dipenda da una persona che comanda e da altre che si attengono ad eseguire gli ordini, a prescindere dalla libertà di pensiero ed espressione.

Dunque leader equivale a “colui che detiene il potere”? Sembra che la parola derivi dal gotico antico “leaden”, che ha il significato di “andare avanti, verso l’alto”. Dove? Verso qualsiasi azione costruttiva in grado di creare valore, ovviamente.

Una frase di Dacia Maraini che spesso richiamo, perché a mio parere molto esplicativa, afferma: “Prima di tutto il buon esempio. Chi guida deve comportarsi meglio degli altri, altrimenti perde ogni autorevolezza”.

Ma .. un leader autorevole è un capo che non viene contestato o un capo che pretende di avere sempre ragione? Piuttosto è una persona che non si preclude di ascoltare quelli “difficili”. Ascoltare, nel caso di un leader i propri collaboratori e dipendenti, significa essere disposti ad accettare e scoprire che forse si sta sbagliando e che quella che magari pensavamo fosse in modo assoluto la giusta direzione, in realtà non lo è.

Una cultura d’impresa di successo si basa sul fatto che anche il leader, nella sua umanità, possa sbagliare, e che, qualora questo accada, ci sia qualcuno in grado di fornirgli un feedback che gli consenta di esaminare la situazione da un altro punto di vista. Non a caso l’Huffington Post, nello stilare una classifica dei 12 comportamenti che un “buon capo” dovrebbe adottare ogni giorno, pone al 4° posto l’umiltà.

Un vero leader è disposto a mettersi in discussione e crescere.

In questo César non è stato aiutato neanche dai suoi collaboratori. Per molte persone lavorare significa dire sempre “sì”, per la propria ambizione, o per la paura di perdere quello che ci si è guadagnati con fatica. Sono i cosiddetti “yes man”. Questo atteggiamento, in apparenza foriero di ottimismo e positività, in realtà può essere molto pericoloso per la buona gestione di un’azienda.

Un leader, che ha a cuore il bene della sua azienda, rifugge da questo genere di atteggiamento e accetta volentieri critichefeedback dai collaboratori, perché questo lo aiuta a mantenersi in una prospettiva equilibrata e, qualora ci fossero, affrontare i problemi, piuttosto che scaricare la colpa su “quelli difficili”.

“È la qualità della leadership, più di ogni altro fattore, che determina il successo o il fallimento di qualsiasi organizzazione” (Fred Fiedler e Martin Chemers).

E tu … che leader sei?

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