Il prof, l’allieva e la paternità i fratelli Lavia in scena insieme “La paura di avere figli” - la Repubblica

Palermo

Al teatro Biondo

Il prof, l’allieva e la paternità i fratelli Lavia in scena insieme “La paura di avere figli”

Lorenzo e Lucia Lavia in "La teoria del caos"

Lorenzo e Lucia Lavia in "La teoria del caos"

 
Da mercoledì in Sala Strehler “La teoria del caos”
1 minuti di lettura

Ancora e sempre la famiglia è al centro dello spettacolo “La teoria del caos”, al debutto nazionale nella Sala Strehler del Teatro Biondo da domani alle 21 (e fino al 19) dopo il rinvio dello scorso inverno. Scritto da Arianna Mattioli, è interpretato da Lorenzo e Lucia Lavia ed è una produzione del Biondo.

«Il caos si presenta spesso nelle nostre vite — spiega Lorenzo Lavia che firma pure la regia — è il libero arbitrio, è la casualità. Qui abbiamo un professore universitario di Filosofia che sposa una allieva molto più giovane. Entrambi sono d’accordo nel non volere figli, fino a quando lei sente suonare l’orologio biologico e cambia idea. Inizia allora un viaggio a ritroso nel tempo, fatto di bugie, cose non dette, segreti inconfessabili che condurranno al dramma».

Ma il professore ha un grande scheletro nell’armadio. «Convinto che gli uomini non siano degni di generare figli e che occorre fermare il sovraffollamento del pianeta — continua Lorenzo Lavia — si è fatto sterilizzare ma non lo ha detto alla moglie. E lei lo invita alle indagini per scoprire la causa di questa sterilità. Ovviamente lui non vuole accertare un bel niente. Mia moglie, Arianna Mattioli, che ha scritto il testo, ha attinto a fatti realmente accaduti, ma poi l’avere o non avere figli è affidato alla variabilità del caso. Il mio pediatra, quando ero piccolo, diceva a mio padre Gabriele: “Con i figli non si sa mai chi ci si mette in casa”. Intendeva che i figli, educazione a parte, sono individui autonomi, nonostante le somiglianze inevitabili con i genitori».

Al teatro Biondo Lorenzo Lavia recita accanto alla sorella Lucia che ha riscosso grandi successi in Sicilia, e soprattutto a Siracusa. E ringrazia il Biondo, perché produrre teatro contemporaneo «non è cosa usuale — aggiunge — ma accanto ai classici bisogna mettere in scena pure la drammaturgia contemporanea, come si fa nei paesi anglosassoni».

Arianna Mattioli, attrice con molta esperienza d’autrice, ha preso spunto da «una folle medicalizzazione della gravidanza che molte donne vivono. Troppi esami, troppe indagini e se non riescono ad avere figli, lo vivono come una grande colpa. Poi ho ripensato a quando negli anni Ottanta negli States alcuni seguaci della teoria dell’Eugenetica di Malthus compirono un atto scellerato: un suicidio di massa. Io ho trasportato questa mentalità malata in Europa e il nostro professore ne è un convinto sostenitore».

I commenti dei lettori