Pessima commedia “matrimoniale” senza idee e senza un briciolo di verve comica. Davvero un brutto film, senza capo né coda, sciatto da un punto di vista narrativo con personaggi che compaiono all’improvviso senza spiegazione e senza alcun rispetto per una minima verosimiglianza, come per esempio la moglie di Faizon Love. Anche l’idea di partenza, quella di un’isola (visivamente troppo debitrice di Lost) come Eden riparatore di matrimoni in crisi non è un granché. Già vista in troppi film, la storia, diretta dall’attore-regista Peter Billingsley, più attento a inquadrature turistiche sulla splendida Polinesia francese in cui è per gran parte stato girato il film che a valorizzare il cast (assai sprecato), è banale e piattissima e complice anche un gruppo di interpreti svogliati, non decolla mai né strappa la risata. In compenso, le volgarità gratuite non mancano così come un happy end tanto posticcio quanto stucchevole. Tante e diverse le sequenze, nemmeno “scult”, semplicemente brutte, mal studiate in sede di sceneggiatura: in primis, il duello davanti a una consolle di videogiochi con protagonista un Vince Vaughn mai così inerte. Tutto il film d’altra parte sconta uno scarso feeling tra i diversi attori del cast, penalizzati oltretutto da un doppiaggio italiano che banalizza le poche battute felici. Eppure L’isola delle coppie non era partito male con la rappresentazione piuttosto realistica di una famiglia media americana, due figli maschi piccoli e casinisti, due genitori che annaspano ma si vogliono bene: sarebbe stato più logico e coraggioso intraprendere la strada meno battute di tutte nella recente commedie americana matrimoniale, quella della famiglia e dei problemi, veri, reali, che essa comporta ma anche della bellezza di un’avventura simile. Una strada che paga, visto il successo imprevisto e planetario di un film come Io & Marley. ,Simone Fortunato