Al volante della terza generazione della Dacia Duster - La Stampa

Altro che solo low cost! Da tempo Dacia si è giocata la carta del value for money (anche perché non “gioca” sui listini a garanzia dell'usato) che con la terza generazione della Duster trova una completa legittimazione. Anche ibrido, mild e full, il Suv diventa esteticamente più accattivante e guadagna in sostenibilità ambientale con un (quasi) raddoppiato impiego di materiali riciclati: dal 12 al 20%. Con la soluzione YouClip, un geniale sistema di ancoraggio per diversi accessori che moltiplica la possibilità di personalizzare gli interni per gli automobilisti, ma che accresce pure la potenzialità di fare soldi del costruttore, la Duster diventa ancora più versatile.

In 4,34 metri di lunghezza, gli stessi di prima anche se la piattaforma è quella nuova del gruppo, la CMF-B, ci stanno larghi 4 passeggeri, relativamente comodi 5 e c'è ancora spazio per i bagagli, grazie ad un vano posteriore la cui capacità è compresa fra 594 e poco meno di 1.700 litri.

Il parabrezza anteriore è inclinato e non troppo ampio, ma garantisce comunque una tranquillizzante visibilità. Forma e dimensione di quello posteriore sono un po' meno funzionali, ma dipende dalla scelta delle linee, che nelle motivazioni di acquisto contano molto di più altri aspetti anche per i razionalissimi clienti di Dacia.

Che, non solo sulla carta, dispongono di tre motorizzazioni efficienti. Nella prova con la Full Hybrid da 140 Cv, dopo 190 chilometri il computer di bordo rileva un consumo sensibilmente inferiore a quello dichiarato: 4,6 l/100 km anziché 5,1. Al volante sono stati sostanzialmente rispettati i limiti imposti dal Codice della Strada, ma il percorso non includeva alcun passaggio in ambito urbano, dove questo sistema consente una guida fino all'80% del tempo in elettrico. Nel test con il mild hybrid da 130 Cv la percorrenza è stata inferiore a quella dichiarata, il tracciato includeva tuttavia anche diversi penalizzanti chilometri in fuoristrada, percorsi in prima (15 invece di 18 km al litro). Questa unità – 230 Nm di coppia – è la sola offerta anche a trazione integrale, sperimentata pure quella in un ambiente ancora più ostico: un “esame” superato senza problemi anche grazie ad una migliorata ed arricchita elettronica.

La nuova Duster costituisce un significativo passo avanti per Dacia, il cui Suv è più confortevole da abitare (l'abitacolo è meglio insonorizzato dal punto di vista acustico e occorre superare i 110 orari per avvertire in maniera significativa i primi fruscii). I componenti della vettura sono stati irrigiditati, tanto da ridurre il rollio fino al 21% (4x2) e rendere ancora più precisa la guida, in particolare in curva. È un'auto che non stanca.

La terza generazione ha guadagnato parecchio anche dal punto di vista tecnologico, con schermi che, a seconda delle versioni possono arrivare fino a 10'' (non sulla base, la Essential). Il Suv è a listino con cerchi (in acciaio e lega) tra i 16 e i 18'' e anche con vari sistemi di assistenza alla guida. Amatissima dai clienti privati – in Italia oltre il 90% dei volumi di Dacia è legato a questo canale – la Duster non viene peraltro scelta nel suo entry level, anzi. La stima per il nuovo modello arriva all'80% per i due allestimenti più prestigiosi, Journey ed Extreme, il cui prezzo con il sistema bifuel (benzina e GPL, con l'impianto fornito dalla BRC e montato come primo equipaggiamento in fabbrica) parte da 22.900 euro. Grazie a due serbatoi da 50 litri, l'autonomia anticipata dal costruttore arriva a 1.400 chilometri. Una opzione (peraltro confermata, ma con una percorrenza maggiorata) che non fa rimpiangere il diesel e che declina in maniera accessibile la sostenibilità ambientale. Perché il GPL riduce NOx, CO2 e polveri sottili rispetto alla benzina e particolato e ossidi di azoto rispetto al gasolio.

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