The Untold Truth, un docufilm per la verità di Fabio Quagliarella

Ci sono storie che vanno raccontate

Quella di Fabio Quagliarella,  calciatore che realizza gol spettacolari da 17 anni consecutivi in Serie A, è una di queste. A volte però ci sono dei problemi cosi grandi che non permettono di far venire a galla ciò che dovrebbe essere saputo.
La verità di Quagliarella, fino a poco tempo fa, era sconosciuta a tutti. Il racconto di questa storia è stato affidato ad una nuova piattaforma, Mola Tv, appena sbarcata in Italia, che darà la possibilità di visionare online la storia personale del Quaglia tramite la sua voce. Ma partiamo dal motivo del malessere del giocatore e dalla verità che il calciatore della Sampdoria ha dovuto tenersi dentro a causa di minacce e possibili ripercussioni su di sè e sulla sua famiglia.
Lettere di minacce e assurde accuse, uno stalker che gli ha rovinato una grande parte della sua vita, forse proprio la migliore, perché Fabio in quel periodo gioca nella squadra che ama, il suo Napoli, da cui un giorno, all’improvviso, inspiegabilmente va via. Nessuno se lo spiega e i tifosi napoletani, caldi come sono sempre stati, lo contestano, lo insultano e all’attaccante fa male il cuore: deve tenersi dentro tutto, deve celare il motivo per cui è costretto ad andare via da Napoli, città che ama.
La vicenda di stalking che ha riguardato Quagliarella va avanti per tanto tempo rimanendo nascosta nell’ombra. In quello spazio nascosto invece agiva il suo nemico, colui che gli stava rovinando la vita, un’agente di polizia postale che diventa un vero e proprio stalker seriale che rende la vita impossibile all’attaccante di Castellammare di Stabia. Delle vere e proprie persecuzioni che vengono raccontate a “Le Iene” e vanno in onda in un servizio che fa chiarezza su parecchie cose.
Il colpevole è Raffaele Piccolo, agente della polizia postale, “non uno qualunque” come dice Quagliarella, che verrà poi condannato in primo grado a quattro anni e otto mesi di reclusione, una liberazione per il calciatore. Piccolo si inserisce pian piano nella vita privata dell’attaccante, inizia a diffondere notizie diffamatorie e a perseguitare i parenti con lettere minatorie. Nel 2010, la persecuzione messa in atto da questo piccolo uomo è cosi crudele che Fabio deve andare via da Napoli, anche e soprattutto a causa di alcune lettere inviate dallo stalker alla Società Sportiva Calcio Napoli, nelle quali si legge di partecipazioni da parte di Quagliarella a festini con la camorra.
Siamo nel 2010 e il passaggio dell’attaccante dal Napoli alla Juventus fa scalpore e scatena la rabbia dei tifosi azzurri. Tutto inspiegabile, finché la verità verrà poi finalmente a galla. Quaglia ci racconta che tutto nasce clamorosamente da un problema di password al suo computer, incredibile ma vero:
“Lui me l’ha risolto, poi da qui nacque un’amicizia ma poi iniziarono ad arrivare messaggi, lettere anonime, foto di ragazzine nude con tanto di scritte che recitavano che io ero un pedofilo. Lettere con scritto che io avevo legami con la camorra, che avevo legami col calcio scommesse, che avevo a che fare con la droga. Stiamo parlando di centinaia e centinaia di lettere. A mio papà quando io ero in giro gli arrivavano messaggi in cui si diceva che io sarei morto o che mi avrebbero spezzato le gambe a Castellammare. A volte quando ero fuori casa e poi trovavo due o tre chiamate perse di mio padre , subito pensavo al peggio, perché in quella situazione di continua ansia e paura, la mente va a pensare a delle cose molto brutte”. La storia diviene ancor più assurda quando il bomber dice ” Comandava lui il giochino, lui era diventato, senza far venire fuori nulla, uno di famiglia; ti chiedeva i biglietti per venire allo stadio, le maglie, le firme sui palloni”. “Ci siamo quasi, lo stiamo per prendere, secondo me ci vuole ancora un po’ di tempo, lo stiamo individuando ma non ti posso dire chi” in questo modo si destreggiava e si divertiva a giochicchiare in questa situazione lo stalker, con una freddezza pazzesca.  Tutta la tranquillità e quella serenità che aveva Quagliarella, viene man mano persa, la sua mente non è piu libera ma piena zeppa di pensieri, di ansia, di preoccupazioni che pesano come un macigno sulla sua vita e su quella della sua famiglia. Un vero e proprio incubo, vissuto in una sorta di bolla da dove Fabio non riusciva e soprattutto non poteva uscire perché minacciato, messo con le spalle al muro, poiché si fidava di quel “finto amico” che invece di risolvergli il problema come gli diceva,  lo stava divorando, e stava rovinando la sua vita.
“Per cinque anni ho sofferto per colpa di una persona che reputavo un amico, una persona per bene che faceva un lavoro importante ed onesto, era un poliziotto”: La rivincita di Quaglia è in primis la condanna dello stalker, poi il calore ritrovato da parte dei suoi ex tifosi, quelli azzurri, che appena venuti a galla i fatti rimangono di stucco, come tutti noi, e porgono immediatamente delle scuse e dei messaggi di affetto a Fabio. ” Nell’inferno che hai vissuto…enorme dignità. Ci riabbracceremo Fabio, figlio di questa città”. Questo il grande e significante striscione esposto in una partita del Napoli allo stadio. Una sorta di risarcimento morale, una liberazione da un incubo durato fin troppo. Quando finisce tutto, infatti, il super attaccante, l’uomo dai goal impossibili, ricomincia a segnare a raffica come ha sempre fatto, facendo sognare ogni squadra per cui ha giocato, realizzando gioielli fantastici e gol impensabili, che solo una mente forte come quella di Fabio riesce ad escogitare e a mettere in atto.
La verità adesso è conosciuta da tutti, ma sarà ancor più trasparente tramite la visione dell’atteso docufilm che da domani sarà visibile su Mola Tv.
Pochi giorni fa, la presentazione alla sala Grecale dei Magazzini del Cotone di Genova; presenti tutti i suoi compagni, tutte le persone che gli vogliono bene. All’interno del documentario sarà possibile ripercorrere oltre a questa brutta vicenda anche le tappe più importanti della sua carriera, i suoi goal e la sua vita in campo.
The Untold Truth, la verità non detta, quella nascosta, una di quelle impossibili da raccontare, una di quelle che si devono tener dentro per forza, per cause di forza maggiore. Fabio ha opposto resistenza, è stato tenace e ha sconfitto l’uomo che gli stava rovinando la vita. Ha avuto coraggio come lo ha sempre avuto in campo ed è un esempio per tutti noi. Un grande uomo prima di essere un formidabile e magico calciatore.