Mauro Di Giacomo: arrestato il presunto assassino del fisioterapista ucciso a Bari
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Lunedì, 27 Maggio 2024
Svolta nelle indagini / Bari

Medico ucciso sotto casa, arrestato il presunto assassino: la "vendetta" del papà di una paziente

Una persona è stata fermata dalla polizia a Canosa di Puglia (Bari): potrebbe aver ideato ed eseguito l'omicidio di Mauro Di Giacomo, fisioterapista e osteopata assassinato a poca distanza dalla sua abitazione di via Tauro, nel quartiere Poggiofranco

La svolta nelle indagini è arrivata in queste ore. La polizia ha arrestato e portato in carcere una persona a Canosa di Puglia (Bari): viene ritenuta responsabile dell'ideazione e dell'esecuzione dell'omicidio del fisioterapista 63enne Mauro Di Giacomo, ucciso a colpi di pistola la sera di lunedì 18 dicembre 2023 in un parcheggio a poca distanza dalla sua abitazione di via Tauro, nel quartiere Poggiofranco di Bari. Mauro Di Giacomo era medico fisioterapista e osteopata. Incensurato, aveva una moglie e due figli. Lavorava al Policlinico di Bari e in uno studio privato.

Era stato colpito, oltre che dai proiettili, anche da oggetti contundenti e per questo sul corpo furono riscontrate alcune contusioni e fratture. Il fisioterapista avrebbe avuto prima una violenta discussione con il suo killer che avrebbe scatenato un attacco fisico e poi, mentre tentava di fuggire, era stato ferito con numerosi colpi di pistola sparati sia da vicino sia mentre si allontanava. Il 63enne morì sul posto per uno shock emorragico. Dalle indagini, fino all'arresto di oggi, non erano emersi ulteriori dettagli. L'unica pista vagliata dagli inquirenti sembrava quella della vendetta personale. Oggi la svolta.

Il luogo dell'omicidio, foto BitLive. Nel riquadro la vittima, foto Facebook

L'uomo arrestato e il possibile movente 

È un operaio edile di 59 anni, incensurato, il presunto assassino del fisioterapista Mauro Di Giacomo. Secondo quanto ricostruito finora dalle indagini, il movente dell'omicidio sarebbero alcuni rancori legati a presunte lesioni che il professionista avrebbe causato a una delle figlie dell'indagato che, nel 2020, aveva intentato una causa civile nei confronti della vittima per responsabilità professionale, accusandolo di averle provocato lesioni personali permanenti in occasione di una seduta di fisioterapia nel settembre del 2019.

Di Giacomo, costituitosi nel processo, aveva negato la sua responsabilità - ricostruiscono gli inquirenti - oltre alla disponibilità di pervenire a qualsiasi forma di transazione. La vicenda avrebbe fatto insorgere nell'indagato astio e rancore nei confronti del fisioterapista fino a quando, la sera del 18 dicembre, dopo alcuni sopralluoghi eseguiti già nel precedente mese di febbraio - come emerso dalle indagini - avrebbe portato a termine il proposito di uccidere il 63enne.

Sempre secondo le accuse, il fisioterapista è stato raggiunto da cinque dei sette proiettili calibro 7.65 esplosi dal presunto killer, che poi avrebbe infierito sulla vittima colpendola più volte alla testa con il calcio della pistola. Al presunto responsabile dell'omicidio, oltre alla premeditazione, viene contestata l'aggravante della crudeltà in quanto - evidenzia la polizia - "in preda ad un'incontenibile furia omicida, dopo aver scaricato l'intero caricatore dell'arma, infieriva sulla vittima colpendola con veemenza, ripetutamente, sul capo".

Secondo la ricostruzione dell'accaduto, la sera del 18 dicembre, alle ore 20.25 circa, terminata l'attività professionale nel suo studio privato, alla guida della propria auto il fisioterapista ha raggiunto la sua abitazione e ha parcheggiato. Il killer era lì ad attenderlo: lo ha avvicinato e, dopo una breve discussione, ha sparato e poi lo ha colpito. L'assassino si è poi allontanato a tutta velocità a bordo di un'utilitaria di colore nero, facendo perdere le proprie tracce.

Mauro Di Giacomo, foto Facebook

"È assurdo perdere la vita così. È assurdo che basti un attimo per togliere un marito a sua moglie o un padre ai suoi figli. È assurdo tutto ciò", aveva scritto su Instagram Luca Di Giacomo, uno dei due figli di Mauro. "Caro papà - aveva aggiunto Luca -, io ti saluto e ti ringrazio per essermi stato sempre vicino, nel bene e nel male. Hai sempre fatto il tuo, forse anche di più. Mi hai insegnato tante cose e ne farò tesoro peri il futuro. Adesso sta a me diventare uomo, e lo diventerò perché sarai sempre con me. Ciao papà".

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