Calcificazioni al seno: sintomi e cure | Doctolib

Calcificazioni al seno, cosa sono e come vengono trattate

31/07/2023

8 min

Patologie

Revisione scientifica dei contenuti a cura della dottoressa Elisabetta Colonese.

Calcificazioni al seno, cosa sono e come vengono trattate
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01. Cosa sono le calcificazioni al seno?

Le calcificazioni al seno o micro calcificazioni mammarie, sono depositi di sali di calcio che possono formarsi all’interno dei tessuti del seno. Nella maggior parte dei casi sono indolori, di dimensioni ridotte e non identificabili al tatto [1]. È possibile individuarle attraverso la mammografia e sono molto comuni: fino al 50% delle donne sopra i 50 anni e in 1 donna su 10 tra quelle più giovani [2]. 

Le calcificazioni al seno sono tumori?

No, la maggior parte delle calcificazioni al seno è di natura benigna [3]. In alcuni casi, le calcificazioni al seno, possono essere sospette (necessitano di ulteriori indagini) o patologiche [4]. Si è osservato che se una lesione tumorale è presente, è più probabile che si trovi vicino a micro calcificazioni [6]. 

Per distinguere tra calcificazioni benigne, sospette o patologiche è necessario valutare con attenzione: la loro forma, la densità, il numero e la distribuzione nella ghiandola mammaria, parametri che permettono al radiologo e al senologo di trarre indicazioni sulla benignità o meno [5]. 

Le calcificazioni associate a neoplasia sono di solito di dimensioni inferiori a 0,5 millimetri [7]. Destano meno preoccupazione le micro calcificazioni tondeggianti e sparse, mentre sono sospette quelle con forma irregolare (“a limatura di ferro”). È importante valutare la loro evoluzione nel tempo, confrontando le mammografie con quelle degli anni precedenti [5].

02. Quali sono i sintomi delle calcificazioni al seno?

Le calcificazioni al seno non generano alcuna sintomatologia: non procurano fastidì né dolore, non sono palpabili (a differenza dei noduli) né rilevabili in altro modo senza le strumentazioni diagnostiche [8]. Per questo è importante sottoporsi regolarmente a controlli periodici individuali già dall’età di 30-35 anni con un’ecografia mammaria annuale e dai 40 anni anche con una mammografia annuale, l’unico esame in grado di identificare le micro calcificazioni [9].

03. Quali sono le cause delle calcificazioni al seno?

La calcificazione è un processo del tutto naturale nel nostro organismo, fondamentale per la salute di ossa e denti. I sali di calcio, con il passare degli anni, si possono depositare in tutto il nostro organismo anche in aree come il seno, i reni, la cistifellea, le arterie e persino il cervello [6]. Nel tessuto mammario tendono a comparire dove sono presenti processi di necrosi cellulare: le cellule morte infatti tendono a calcificare. Fenomeni di necrosi si possono avere a seguito di traumi, interventi chirurgici o infiammazioni, tutti eventi assolutamente innocui [5].

Assumere troppo calcio nella dieta influisce?

No, nonostante il nome, l’assunzione di calcio attraverso la dieta o integratori non influisce sull’insorgenza di calcificazioni [1].

Calcificazioni al seno e menopausa

Sebbene le calcificazioni al seno possano svilupparsi naturalmente con l’invecchiamento, queste sono più diffuse tra le donne in menopausa. La ricerca ha dimostrato che esiste una relazione significativa tra la menopausa e la presenza di calcificazioni al seno, con una maggiore presenza di calcificazioni nelle donne che stanno attraversando la transizione menopausale, rispetto a quelle nei loro anni fertili, tanto da ipotizzare un effetto del calo degli estrogeni tipico della menopausa sull’insorgenza di anomalie al seno [10].

04. Come si diagnosticano le calcificazioni al seno?

Una volta individuata una calcificazione al seno, il medico deciderà se procedere con ulteriori esami diagnostici.

Se la valutazione della calcificazione a seconda di forma, densità e distribuzione porta a una valutazione di benignità certa si prosegue con i normali controlli mammografici annuali. In caso di dubbio occorre procedere alla definizione istologica attraverso una biopsia [5]. 

Calcificazioni al seno: la biopsia

La biopsia è un prelievo mininvasivo effettuato con una sonda che consente di asportare il tessuto con le micro calcificazioni, in tutto o in parte, a seconda della loro estensione. Dopo aver fatto la radiografia dei frammenti di tessuto asportati, questi vengono sottoposti a esame istologico. Se l’esito è di benignità, si prosegue con i controlli mammografici periodici [5].

Le procedure di biopsia al seno, possono essere condotte sotto l’ausilio ecografico, della risonanza magnetica o con guida mammografica (biopsia stereotassica): il più diffuso dei sistemi di biopsia su guida mammografica stereotassica è la VABB, Vacuum Assisted Breast Biopsy, meglio nota con il nome Mammotome, uno strumento diagnostico che utilizza una sonda assistita da un computer. Il prelievo può essere effettuato ambulatorialmente e permette alla paziente di tornare a casa subito dopo la procedura e di riprendere le normali attività entro un giorno. Il Mammotome preleva solo una piccola quantità di tessuto sano e non richiede successiva sutura in quanto l’incisione attraverso cui viene fatta passare la sonda è di dimensioni molto ridotte. Per la premedicazione si utilizza solamente un anestetico locale. Al termine della procedura di biopsia stereotassica vacuum assisted viene rilasciata nella sede del prelievo una clip (marker) inerte e biocompatibile affinché il chirurgo possa facilmente trovare l’area sottoposta a biopsia, per il futuro monitoraggio.

La durata dell’esame è di pochi minuti [11].

05. Come si curano le calcificazioni al seno?

Se nel tessuto mammario contenente la calcificazione viene confermata la presenza di cellule tumorali, questi tendono a essere carcinoma duttale in situ (DCIS), – alterazioni cancerose pre-invasive nei dotti lattiferi del seno – o piccoli tumori al seno in fase iniziale che non si sono ancora diffusi. In questo caso il medico può predisporre l’intervento chirurgico più appropriato al caso per eliminare i tessuti neoplastici residui [2]. A seconda dei casi il trattamento potrebbe anche comprendere chemioterapia e/o radioterapia [14].

Nel caso in cui siano benigne occorre tenerle sotto controllo con accertamenti periodici, per monitorarne un eventuale sviluppo o modifiche a carico del tessuto. Si procede in genere con un iniziale monitoraggio ogni sei mesi per almeno un anno, poi dopo un anno di follow-up in assenza di cambiamenti rilevanti, si passa a una mammografia di routine una volta all’anno [8].

06. Quali rischi comportano le calcificazioni al seno?

Le calcificazioni benigne non comportano dunque rischi per la salute della donna, non è necessario procedere alla loro asportazione [5].

Qual è la percentuale di calcificazioni cancerose?

Secondo uno studio, le calcificazioni sospette che si rivelano essere cancerose vanno dal 12% al 40%. Altre ricerche suggeriscono che molti di questi casi sono probabilmente falsi positivi, in cui una possibile o dubbia diagnosi di cancro risulta essere benigna. La ricerca è in corso per migliorare le tecnologie di rilevamento del cancro in modo che non si verifichino diagnosi errate. Le micro calcificazioni sono presenti in circa la metà dei casi di cancro al seno senza nodulo rilevabile. Lo screening mammografico che rileva le micro calcificazioni aiuta a diagnosticare dall’85% al 95% dei casi di carcinoma duttale in situ, o nell’individuazione delle prime cellule tumorali contenute nei dotti lattiferi [1]. 

07. Le calcificazioni al seno possono sparire spontaneamente?

Si tratta di un evento infrequente, riportato nella letteratura medica in meno di 10 casi [13].

08. Come prevenire le calcificazioni al seno?

Non è possibile alcuna attività di prevenzione per le calcificazioni al seno [1]. La strategia migliore resta il monitoraggio costante del proprio stato di salute attraverso gli esami di screening consigliati per il cancro al seno, capaci di individuare non solo le calcificazioni ma anche tutti gli altri segnali sospetti di una patologia neoplastica (per esempio i noduli) [15].

In sintesi

Le calcificazioni sono depositi di sali di calcio che possono formarsi all’interno dei tessuti del seno.

Sono molto comuni: fino al 50% delle donne sopra i 50 anni e in 1 donna su 10 tra quelle più giovani.

Nella maggior parte dei casi sono indolori e di dimensioni ridotte, non identificabili al tatto. È possibile individuarle attraverso la mammografia.

Le micro calcificazioni possono essere: benigne, sospette o patologiche. Nella maggior parte dei casi sono benigne. In caso abbiano una forma irregolare il medico prescrive ulteriori esami diagnostici, primo tra tutti la biopsia. Attraverso questo intervento mininvasivo, viene prelevato un campione della calcificazione e analizzato. Le calcificazioni sospette che si rivelano essere cancerose vanno dal 12% al 40%.

Se nel tessuto mammario contenente la calcificazione viene confermata la presenza di cellule tumorali, la paziente viene indirizzata al trattamento che prevede l’intervento chirurgico per eliminare i tessuti neoplastici residui. A seconda dei casi il trattamento potrebbe anche comprendere chemioterapia e/o radioterapia.

Nel caso in cui le calcificazioni siano benigne occorre tenerle sotto controllo con accertamenti periodici.

Non è possibile alcuna attività di prevenzione.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

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Fonti e bibliografia

  1. “Breast Calcifications” in Cleveland Clinic
  2. “Benign Breast Conditions: Breast Calcifications”, 2022, ministero della Salute della Nuova Zelanda
  3. “What Are Breast Calcifications?”, 2021, in Healthline.com
  4. “Breast calcifications”, 2023, in Mayo Clinic
  5. “Le microcalcificazioni al seno sono indizio di un tumore maligno?”, di Paolo Veronesi, 2016, in Associazione Nazionale Donne Operate al Seno (Andos) onlus
  6. “Tumore al seno: le microcalcificazioni maligne hanno una firma biochimica specifica” in Consiglio Nazionale delle Ricerche
  7. “Microcalcificazioni mammarie: classificazione, management e casi clinici”, di Benedetta D’Arrigo e Alberto Zucchelli, Università di Roma La Sapienza
  8. “Calcificazioni al seno: quei segni di invecchiamento del seno che fanno paura”, a cura di Giusy Dente, 2020, in Roba da donne
  9. “Donne, serve più attenzione per evitare il tumore al seno” di Fabio di Todaro, 2014, Fondazione Umberto Veronesi
  10. “Breast Calcifications: Important to Know”, di Noelina R., 2020, in MenopauseNow
  11. “Le microcalcificazioni: cosa sono?”, di Maria Lamberti, in marialamberti.it
  12. “Breast diseases during pregnancy and lactation” di Ji Hoon Yu et alii, 2013, in National Library of Medicine
  13. “Spontaneously Disappearing Calcifications in the Breast: A Rare Instance Where a Decrease in Size on Mammogram Is Not Good”, di Quan D Nguyen et alii, 2020, in National Library of Medicine
  14. “Treating Calcification” di Damien Jonas Wilson, 2019, in News Medical Life Science
  15. “Screening per il cancro al seno” in Ministero della Salute