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Patrimonio documentario
- Servizi cimiteriali
Nel 1828, sotto la guida dell’ “ingegnere e architetto municipale” Giuseppe Barbieri, iniziarono i lavori di costruzione del nuovo cimitero fuori dalle mura cittadine, a porta Vittoria. Nel 1838, morto il Barbieri, la direzione fu affidata a Francesco Ronzani che portò a termine con alcune varianti il progetto originario.
Il 21 luglio 1875 l’Amministrazione comunale approvò il regolamento per i trasporti funebri e il 25 settembre 1876 il regolamento per l’accertamento dei decessi, per la custodia, il trasporto, inumazione e esumazione dei cadaveri. Entrambi i regolamenti furono aggiornati nel corso del tempo per uniformarsi alla normativa vigente in materia, e unificati nel 1941 nel nuovo regolamento di polizia mortuaria.
Tutti i decessi dovevano essere denunciati all’Ufficio di stato civile. Il medico necroscopo era incaricato di verificarne la causa. L’ufficiale di stato civile rilasciava, quindi, la licenza di seppellimento consegnata all’incaricato del trasporto funebre e al custode del cimitero. Autorizzazioni speciali venivano rilasciate per le autopsie, le imbalsamazioni, le cremazioni e le esumazioni delle quali doveva essere redatto un apposito verbale.
Il custode del cimitero doveva vigilare sui seppellimenti e sulle esumazioni dei cadaveri, dirigendo i seppellitori; doveva annotare giornalmente su un apposito registro le inumazioni e le tumulazioni e tutte le variazioni avvenute a seguito di esumazione precisando il nome, il cognome, la paternità, l’età e la patria del defunto, nonché l’anno, il mese, il giorno e l’ora del seppellimento, il numero della fossa o del sepolcro.
Il Comune di Verona gestiva non solo il cimitero fuori porta Vittoria, noto come cimitero monumentale, ma anche i cimiteri dei sobborghi di Santa Lucia e Tomba (poi, identificato con Borgo Roma). Dal 1927 a seguito dell’aggregazione dei comuni contermini estese la competenza sui cosiddetti cimiteri frazionali: Avesa, Cadidavid, Cancello, Chievo, Marzana, Mizzole, Montorio, Moruri, Novaglie, Parona, Pigozzo, Poiano, Quinto, Quinzano, Santa Maria in Stelle, San Massimo, San Michele, Sezano e Trezzolano.
Curò, infine, dietro accordo con l’Amministrazione militare prima austriaca poi italiana, la costruzione e la manutenzione del cimitero militare fuori porta san Zeno, in prossimità di Forte Procolo, realizzato nel 1851. Il cimitero accolse dapprima le salme dei soldati deceduti fino all’Unità. Quindi, al termine della Prima guerra mondiale, qui furono raccolte le salme dei soldati austro-ungarici deceduti nel territorio veronese (1918-1920) e, in un secondo momento, le salme esumate dai cimiteri frazionali e dalle vicine province di Mantova e Brescia (1933-1935).
Il 16 aprile 1828 il cimitero monumentale accolse i primi defunti mentre la costruzione proseguiva per lotti in relazione alle richieste e alle disponibilità di cassa derivanti dalla vendita dei sepolcri.
Le concessioni cimiteriali fino al 1887 si concludevano tramite la sottoscrizione da parte dell’acquirente del piano di costruzione. Successivamente si passò alla sottoscrizione di un regolare contratto repertoriato nella serie Contratti del repertorio municipale. Le concessioni fino al 1967 erano perpetue.
Il complesso della documentazione afferente ai servizi cimiteriali è stata recentemente inventariata e riordinata nelle seguenti serie:
300 registri, 6 fascicoli, 7 elaborati grafici
Nel 2010 il complesso documentario che comprende documentazione fino al 2004, è stato trasferito dall’Agec, azienda che gestisce i servizi funerari e cimiteriali del Comune di Verona dal 1998.
Elenco analitico (2010). La consultazione dei registri delle sepolture e delle rubriche necroscopiche, e dei registri delle concessioni cimiteriali è esclusa ai sensi dell’art. 122, comma 1, lettera b del d.lgs. 42/2004 per i documenti rispettivamente dell’ultimo settantennio e quarantennio.