Lamberto Dini: «Persi il Quirinale solo perché colpirono mia moglie con accuse false»- Corriere.it

Lamberto Dini: �Persi il Quirinale solo perch� colpirono mia moglie con accuse false�

di Claudio Bozza

Figlio di un ortolano di Firenze, ha costruito la sua carriera in America: �Ero un bambino timido, fino a 16 anni non studiavo. E non volevo neanche fare Economia. Poi, nel ‘79 Cossiga mi richiam� in Italia e la mia vita cambi�...�

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Lamberto Dini insieme con la moglie Donatella nella loro nuova casa romana: si sono sposati 36 anni fa

Questa intervista � stata pubblicata sul numero di �7� in edicola venerd� 17 dicembre. La proponiamo online per i lettori di Corriere.it. Buona lettura

Presidente, chiuda gli occhi e pensi al suo primo ricordo da bambino…
�Mio padre Ottavio che ci viene incontro disperato: era il 14 marzo del 1943, la nostra casa a Firenze era stata distrutta, per errore, da un bombardamento americano. Perdemmo tutto e rimanemmo per mesi solo con i vestiti che avevamo addosso�.
Il destino ha poi voluto che Lamberto Dini, figlio di un ortolano, finiti gli studi iniziasse la scalata proprio dagli Usa, arrivando ai vertici del Fondo monetario internazionale e poi a quelli di Bankitalia. Poi deputato, tre volte senatore, ministro degli Esteri, del Tesoro e pure presidente del Consiglio.

�IL PRIMO RICORDO? QUANDO NEL 1943 GLI AMERICANI DISTRUSSERO LA MIA CASA: PERDEMMO TUTTO, MIO PADRE ERA DISPERATO�

Novant’anni, in forma perfetta, sembra aver fatto un patto col diavolo. Cos� come sua moglie Donatella: �Amore�, le dice. �Lambertow� fa su e gi� nel suo nuovo appartamento accanto a Palazzo Madama: �Scusi il disordine eh, stiamo finendo il trasloco�. La casa � un museo della politica. Ci sono foto con Clinton, Fidel Castro, Gheddafi, Cossiga, Scalfaro, Powell, Ciampi, Berlusconi.

Qual � giorno che le ha cambiato la vita?
�Nel 1979. Squilla il telefono: ero negli Usa da vent’anni al Fmi, dall’altra parte c’era l’allora premier Francesco Cossiga. Io non lo conoscevo. Ma mi chiese di tornare per fare il direttore generale della Banca d’Italia�.

Che bambino era?
�Timido. E fino a 16 anni non studiavo: facevo l’essenziale solo per evitare di essere rimandato a settembre. Pensi che io volevo fare Ingegneria, ma poi scelsi Economia perch� l’Universit� era pi� vicina a casa. Fu la mia fortuna�.

Crede in Dio?
�Sono di una famiglia cattolica. Ma non sono praticante�.

Cosa c’� dopo la morte?
�L’aldil�. Chiss� se c’� una seconda vita�.

Un lutto che l’ha segnata?
�La perdita del mio babbo e della mia mamma. Ancora oggi mi commuovo: devo tutto alla loro generosit�. Mio padre, nel 1931, lavorava in un albergo a Firenze: fu licenziato perch� si rifiut� di prendere la tessera del partito fascista. Cos� fu costretto a trovarsi un lavoro indipendente e apr� una bottega di frutta e verdura�.

�IO E DONATELLA SIAMO SPOSATI DA 36 ANNI: TRA NOI ADESSO � AMORE, NON SESSO. SIAMO DIVENTATI PI� COMPLICI E COMPRENSIVI�

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Lamberto Dini, 90 anni, nel suo studio (foto del servizio, Agenzia Contrasto)

Il segreto per essere cos� in forma?
�� per grazia ricevuta. Sono in salute. Cammino molto e faccio cyclette: sa, le articolazioni si arrugginiscono�.

Da quanto � sposato con Donatella Zingone, la sua seconda moglie?
�Da 36 anni. La conobbi nel 1984, quando lei venne in Italia in missione istituzionale come presidente della Camera di Commercio del Costa Rica, dove ancora oggi gestisce grandi aziende. Lei era vedova, io avevo divorziato. Ci sposammo un anno dopo, a Miami�.

Come la corteggi�?
�Le feci ascoltare molte canzoni di Ornella Vanoni: Dettagli, Se per caso domani… Ma niente anelli. Il primo invito fu a cena all’Osteria dell’Orso, dietro Montecitorio�.

Com’� l’amore a 91 anni?
�� amore, non � pi� sesso. A un certo punto della vita si diventa molto pi� amorosi, comprensivi, complici�.

Che vizio conserva?
�Prima fumavo la pipa. Ora, ogni tanto, un Cohiba o un Montecristo. Venga a vedere questo tesoro: sono i sigari che mi regal� Fidel Castro, hanno 20 anni e sono ancora perfetti�.

Come nasce il soprannome �Lambertow�?
�Era per la mia vicinanza agli Stati Uniti. L’ambasciatore di allora ripeteva tonitruante il mio nome con spiccato accento americano�.

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La foto pi� amata in cornice: a Washington, giovanissimo. Lamberto Dini � nato a Firenze il 1 marzo 1931. L’ex senatore � stato premier, ministro e direttore generale della Banca d’Italia

E quello meno gradito, �Rospo�?
�Nel 1995, quando fui nominato premier, davanti alla paralisi politica il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro disse ai partiti: “Ora dovete ingoiare il rospo”�.

Ma � vero che Scalfaro la chiamava �il mio De Gasperi�?
�Beh, un paragone forse un po’ blasfemo. Ma ero orgoglioso del riconoscimento espresso per aver governato il Paese con equilibrio in un momento assai delicato�.

Se le dico Andreotti?
�Quando lui era presidente del Consiglio e io ero a Bankitalia avevamo buoni rapporti, ma piuttosto formali�.

E Craxi?
�Mi telefonava spesso per confrontarsi. Nel 1986 lui era premier e a Tokyo si riuniva l’allora Gruppo dei Cinque. Bettino voleva che l’Italia entrasse tra le grandi potenze mondiali; mentre Andreotti, da cinico qual era, in veste di ministro degli Esteri disse ai suoi: “Nessuno se ne occupi”. Ma Craxi era quello di Sigonella, uno pronto a battersi. Io gli spiegai che era vitale l’appoggio degli Usa. Cos� gli preparai una nota, che lui rielabor� e present� a Ronald Reagan: funzion�. Fu cos� che, con l’ingresso dell’Italia e a ruota del Canada, nacque il G7�.

Prodi?
�Nel 1996, e non solo, � stato un bravo premier: Rinnovamento, il mio partito, a quelle elezioni prese il 4,6% ed era l’ago della bilancia�.

E D’Alema?
�Massimo venne da me e mi chiese cosa volevo fare. Io potevo impuntarmi chiedendo di guidare il governo, poi feci il ministro degli Esteri per 5 anni, con tre governi diversi�.

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Lamberto Dini, allora ministro del Tesoro, con Silvio Berlusconi premier alla presentazione della Finanziaria il 30 novembre 1994 (foto Ansa)

Berlusconi?
�Ci conoscemmo nel 1979, a cena nel salotto Angiolillo a Roma. Non lo avrei mai detto, ma nel ’94 mi chiam� come ministro del Tesoro per il suo primo governo. Era rispettoso. Abbiamo anche litigato duramente. Ora � tutto passato e umanamente gli voglio anche bene�.

Ce lo vede al Quirinale?
�Non ci andr�. Non ha i voti. E chi lo illude gli fa un grave torto�.

Ma � vero che l’amicizia con Andreotti e Craxi le cost� il posto da governatore di Bankitalia?
�Macch�, semmai il problema � che non ero abbastanza democristiano. Quando Ciampi lasci�, la Dc aveva un’ampia maggioranza. Scatt� un assalto a Bankitalia, che fino ad allora era stata una roccaforte laica. Vinsero i cattolici e arriv� Antonio Fazio�.

Perch� con Carlo Azeglio Ciampi non vi siete mai presi? Dissidi tra toscani?
�Avevamo culture incompatibili. Lui studente di Lettere alla Normale, grande sostenitore del Partito d’Azione; io avevo una formazione liberaldemocratica e di stampo Usa. Ma ci siamo sempre rispettati�.

�COSA MI HA RESO ORGOGLIOSO? AVER POSTO FINE, NEL ‘95, AL BENGODI DELLA PENSIONE PER GLI STATALI DOPO 19 ANNI E SEI MESI DI LAVORO. AI TEMPI SALVAMMO IL FUTURO DEI GIOVANI, ANCHE GRAZIE ALLA RESPONSABILIT� DEI SINDACATI�

I suoi detrattori la definirono �Il Ciampi della destra�. Ma lei, che � stato da entrambe le parti della trincea politica, � di destra o di sinistra?
�Io sono di centro�.

Allora chi ha votato alle Politiche nel 2018?
�Non glielo dico. Per� � stato un voto utile�.

E cosa l’ha resa orgoglioso in politica?
�Soprattutto essere eletto in Parlamento grazie ai voti dei cittadini. E poi la riforma che nel ’95 pose fine al bengodi della pensione per gli statali dopo 19 anni e sei mesi di lavoro. Ai tempi salvammo il futuro dei giovani, anche grazie alla responsabilit� dei sindacati�.

�IL DIFETTO DI DRAGHI? A VOLTE � TROPPO BUONO. ANCHE SE ORA CHE � A PALAZZO CHIGI STA CAMBIANDO PURE SU QUESTO�

Quando conobbe Mario Draghi?
�Era un ragazzo, inizi� come consulente di Bankitalia, io ero appena rientrato da Washington. Aveva il piglio di un perfetto funzionario. Esprimeva opinioni solo quando lo riteneva necessario, e quello che diceva lasciava sempre il segno. Epper� stava sempre un passo indietro, nel rispetto dei ruoli�.

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Lamberto Dini a Washington nel ‘90 con un giovane Mario Draghi, allora a Bankitalia

Quando cap� che aveva una marcia in pi�?
�Quando Mario arriv� alla Bce. In quella sede, conquistata la sua indipendenza, � venuta fuori tutta la sua personalit�. � corretto, saggio e di lucido coraggio. Non � un caso che oggi sia una delle personalit� pi� autorevoli al mondo�.

Ma un difettuccio ce l’avr� pure?
�Talvolta � troppo buono, pur di procedere dirimendo i conflitti d� eccessivo spazio all’ascolto. Ma ora che � a Palazzo Chigi sta cambiando anche su questo�.

Lo vede al Quirinale o meglio resti premier per vigilare sul Pnrr?
�Lo vedo bene da entrambe le parti. Per� saranno i partiti a decidere, ed ancora � presto�.

� il tempo di una donna al Colle?
�Sarebbe fantastico. Ci sono molte donne capaci: analizzando il quadro politico, per realizzare questo traguardo servirebbe una donna fuori dalle istituzioni. Ma difficilmente avverr�.

Ci fu una volta in cui lei sfior� il Quirinale…
�Era il 2013, ero il candidato del centrodestra: Berlusconi fece convergere tutti su di me. Ma purtroppo, come accaduto a troppi altri colleghi, non potendo colpire me direttamente qualche pm mise nel mirino mia moglie. Una bufera giudiziaria con accuse pesantissime. In Appello Donatella fu assolta “perch� il fatto non sussiste”, ma quella inchiesta ridusse le mie possibilit� di diventare presidente della Repubblica�.

�ERO MOLTO LEGATO A COLIN POWELL. GLI CHIESI PERCH� AND� ALL’ONU CON PROVE FALSE SULL’IRAQ. E LUI: ‘HO SERVITO IL MIO PRESIDENTE’�

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Lamberto Dini con il sottosegretario di Stato americano Colin Powell, in una foto con dedica da lui firmata. Dini � stato ministro degli Esteri in tre governi diversi

Qual � il ricordo politico che pi� l’ha colpita a livello umano?
�Sono stato molto legato a Colin Powell — dice Dini indicando la foto a fianco dell’ex sottosegretario di Stato Usa, con George W. Bush presidente—e abbiamo continuato a sentirci a lungo. Poco dopo la fine della seconda guerra in Iraq gli chiesi candidamente: “Colin, ma perch� andasti all’Onu sostenendo in maniera granitica che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa?”. E lui mi rispose: “Lamberto: Cia, Fbi e il mio comandante in capo fornirono prove che definirono certe. E io servii il presidente del mio Paese”. Vede —conclude Dini— Powell sarebbe stato quasi sicuramente il successivo presidente Usa, ma per quel senso di fedelt� perse tutto�.

13 dicembre 2021 (modifica il 20 dicembre 2021 | 08:57)