"The Prestige" di Nolan. Spiegazione tra realtà, illusione e tempi | il Chaos

“The Prestige” di Nolan. Spiegazione tra realtà, illusione e tempi

"The Prestige" di Christopher Nolan

“The Prestige” di Christopher Nolan nasce dall’omonimo romanzo di Christopher Priest. Si tratta di un mystery thriller ambientato nel 1890, adattato per il grande schermo dalla sceneggiatura di Christopher Nolan e suo fratello Jonathan. È il quarto lungometraggio in cui Nolan lavora come regista e sceneggiatore, grazie al quale ha ricevuto un Empire Award per la miglior regia. La pellicola attraversa diversi temi, tra cui l’ossessione, la magia, l’illusione, i segreti, la morte e il sacrificio. Ma soprattutto, mostra come un’amicizia può trasformarsi in rivalità e come questa, a sua volta, può diventare fatale, mortale. Una trama apparentemente semplice che con le abilità del cineasta diventa la base di un altro capolavoro accompagnato dalla colonna sonora di David Julyan.

«Avete mai sentito la frase: l’uomo va al di là di ciò che può afferrare? È falso. Ciò che può afferrare va al di là del suo coraggio. La società tollera un solo cambiamento per volta. La prima volta che ho tentato di cambiare il mondo, mi hanno chiamato visionario. La seconda volta, mi hanno chiesto educatamente di ritirarmi. […] Niente è impossibile, signor Angier. Ciò che volete è solo costoso. […] Avete considerato il costo di una simile macchina? […] Ne avete considerato il costo?» – Tesla, frasi di “The Prestige”

“The Prestige” film di Christopher Nolan. Osserva attentamente. I tempi della magia

«Ci voleva coraggio a entrare in quella macchina ogni sera, senza sapere se sarei stato l’uomo nella vasca o l’uomo del prestigio. Vuoi vedere cosa mi è costato?» – Angier

“The Prestige”, girato in 35mm, presenta inquadrature con un aspect ratio di 1:2,39. Ai campi piuttosto estesi – utilizzati soprattutto per mostrare il palco o il pubblico durante un numero di magia – si alternano i primi piani. Dato che si tratta di un film dove realtà e illusione si mescolano tra loro, per capire come stanno le cose bisogna osservare con attenzione. È proprio negli occhi dei personaggi che si vede la verità. Gli illusionisti e i bugiardi riescono a camuffare la realtà, a non mostrare le cose come sono. C’è una linea sottile tra l’essere e l’apparire, tra ciò che è e ciò che viene mostrato, non solo nei trucchi degli uomini di spettacolo ma anche negli uomini stessi.

«Illusionisti, vostro onore, gente di spettacolo. Uomini che vivono camuffando semplici e qualche volta brutali verità per strabiliare, per incantare.» – Cutter

Tali contrasti sono sottolineati anche dalla fotografia di Wally Pfister – in collaborazione con Nolan già con Memento e più tardi con Inception, grazie a cui ha vinto un premio Oscar -. Le immagini sono ricche di chiaroscuro e creano l’atmosfera tipica dell’Età Vittoriana. Non c’è un colore predominante, ma le luci tendono maggiormente al blu e al marrone. Questa contrapposizione tra tonalità fredde e calde è la stessa che intercorre tra magia e scienza, tra Alfred Borden (Christian Bale) e Robert Angier (Hugh Jackman) – le cui iniziali formano ABRA, ossia l’inizio della parola abracadabra -.

I piani temporali nel montaggio

«Ora osserva attentamente. […] il segreto non fa colpo su nessuno. Il trucco che c’è dietro, invece, è ciò che conta.» – Borden

Il montaggio di Lee Smith si alterna su diversi piani temporali – come si vedrà in Dunkirk con una tecnica ancora più rifinita -. Ci sono 146 stacchi di montaggio che indicano il passaggio da un piano a un altro. Si ha così un racconto nel racconto. Borden è in prigione e legge il diario di Angier che, mentre racconta della sua ricerca di una macchina, legge a sua volta il diario di Borden. Le scene si dividono tra presente, passato e un passato più remoto. Ma il film inizia in medias res. La prima sequenza mostrata allo spettatore è, in realtà, il finale del film. Perciò, all’inizio, ciò che si vede è in senso lato il futuro.

«Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata “la promessa”. L’illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino o un uomo. […] Il secondo atto è chiamato “la svolta”. L’illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora, voi state cercando il segreto ma non lo troverete perché, in realtà, non state davvero guardando. Voi non volete saperlo, voi volete essere ingannati. Ma ancora non applaudite, perché far sparire qualcosa non è sufficiente, bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo “il prestigio”.» – Cutter, frasi di “The Prestige”

Come lo spettacolo di un prestigiatore, anche il film si divide in tre atti. “La promessa” prevede l’introduzione della storia, in cui vengono presentati i personaggi. “La svolta” è il suo sviluppo, il momento in cui vengono utilizzate delle tecniche per confondere il pubblico, mentre “il prestigio” è il finale.

“The Prestige” di Christopher Nolan. Gli indizi dietro il prestigio

«È un uomo che desidera ardentemente la vita familiare e il momento dopo inveisce contro quella vita, chiedendo libertà. La sua mente è una mente divisa. La sua anima è irrequieta.» – Angier

Come sempre, Christopher Nolan non lascia nulla al caso. Ogni elemento presente nel film è utile per comprendere gli eventi. Lo scopo del regista è quello di confondere lo spettatore e, proprio come un bravo ingénieur, crea la messa in scena. Allo stesso tempo, vuole che ogni cosa venga poi rivelata. Nolan, a differenza dei prestigiatori, esterna ogni suo trucco. Non si attiene ai tre atti, preferisce lasciare diversi indizi che solo un buon osservatore più cogliere. Tra questi, c’è una scena in particolare che molto presto svela l’artificio dietro al numero del Trasporto Umano de “Il Professore” (spoiler). Si tratta del momento in cui, durante uno spettacolo, viene eseguito il trucco degli uccelli in gabbia. Uno degli uccellini muore, mentre un altro riappare. Il nipote di Sarah considera i due uccellini dei fratelli e non lo stesso essere vivente: è lo stesso rapporto che lega Alfred a Bernard Fallon.

«Il sacrificio è il prezzo di un buon numero.» – Borden

La doppia natura dell’illusionista è confermata soprattutto dalle sequenze con Sarah (Rebecca Hall) che, spesso, ribadisce che ci sono giorni in cui Alfred la ama e giorni in cui quell’amore non è reale. Anche quando gli cura la mano ferita, si vede che è nello stesso stato del momento in cui la lesione gli è stata provocata, perché quella ferita è fresca. È la ferita di colui che era Fallon quando Angier ha sparato a Borden. John Cutter (Michael Caine), l’ingénieur, rivela cosa c’è dietro il Trasporto Umano ma la verità, nonostante sia evidente, è troppo semplice per essere accettata. Il pubblico, come Angier, vuole essere ingannato.

Le curiosità su “The Prestige”. Dualità e illusionismo 

«Durante i miei viaggi, io ho visto il futuro e vi assicuro che è un futuro strano. Il mondo, signore e signori, è sul punto di scoprire nuove e terrificanti possibilità. Ciò a cui state per assistere non è magia, è pura scienza.» – Angier, frasi di “The Prestige”

 Oltre a quelle già citate, “The Prestige” tocca numerose tematiche che evidenziano la dualità. Una di queste è la duplicità del conflitto di classe. Da un lato si ha la classe operaia con “Il Professore”, Borden, e dall’altro, la classe elitaria de “Il Grande Danton”, Angier. Entrambi hanno i cosiddetti foil, ossia personaggi paralleli che ne evidenziano le caratteristiche. Per Angier, c’è Tesla (David Bowie) e per Borden, c’è Edison. In effetti, entrambi gli inventori sono impegnati nella guerra delle correnti. In ogni caso, nessuno di loro è definito in modo univoco ma, come persone reali, ognuno ha diverse sfaccettature.

È interessante notare, infine, che gli attori protagonisti, Christian Bale e Hugh Jackman, sono stati accompagnati non solo dall’immancabile Michael Caine, ma anche da Scarlett Johansson, Rebecca Hall, Andy Serkis, Piper Perabo e molti altri. Inoltre, bisogna sottolineare la presenza di un grande artista senza tempo: David Bowie – in una delle ultime sue interpretazioni cinematografiche – nei panni di Nikola Tesla, e di un vero e proprio illusionista, Ricky Jay che ha aiutato gli attori, mostrando loro parte di alcuni trucchi.

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