Fino a qualche decennio fa, la dinastia Getty di origini scozzesi-irlandesi era famosa principalmente per due motivi: l'investimento nel business del petrolio, che nel XX secolo aveva portato George Franklin Getty e il figlio Jean Paul Getty a diventare due magnati del settore, e il sequestro da parte della 'ndrangheta di John Paul Getty III a Roma negli anni Settanta, episodio su cui peraltro sono basati il saggio Tutti i soldi del mondo di John Pearson e l'omonimo adattamento cinematografico del 2017 diretto da Ridley Scott. Oggi, per lo più, si sente invece parlare di Getty per via della Getty Images, l'agenzia fotografica di proprietà di Mark Getty, il cui marchio appare spesso nelle foto che vengono scattate durante gli eventi cruciali dello showbiz, anche se fra i tanti rami della famiglia Getty coesistono tuttora tanti altri affascinanti destini personali.

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Hulton Archive//Getty Images
Jean Paul Getty.

Fra i più curiosi figura senza dubbio quello di Beau Perry, pronipote di Jean Paul Getty da parte di madre e figlio dell'attivista Claire Perry: cresciuto in California e poi studente presso la Georgetown University, l'uomo si è infatti trasferito in Alaska e dal 2013 è il più grande coltivatore di alghe sulla costa del Pacifico, in prima linea fra l'altro nell'acquacoltura marina sostenibile. A Londra è cresciuta invece Isabel, a sua volta pronipote di Jean Paul Getty, ma per linea paterna, che dopo aver sfilato per Dolce & Gabbana a Milano ha dedicato la sua carriera a una musica a metà fra il soft-rock e il grunge soul, fondando la band Jean Marlow di cui lei è attualmente la cantautrice con il nome di Izzy Getty. Quanto al versante americano, è inevitabile nominare Gordon Getty, figlio di Jean Paul Getty, che ha fatto parlare di sé per via dello scoop di una sua seconda famiglia tenuta nascosta per anni alla moglie Ann, e i cui figli hanno a lungo evitato di essere associati ai Getty – almeno finché non è morto il fratello di Gordon e una di loro, Kendalle, già nota per essere un’artista femminista molto seguita sui social, non ha cominciato a farsi chiamare Kendalle Getty.

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Daniele Venturelli//Getty Images

Per non parlare di Ariadne Getty, ennesima pronipote paterna di Jean Paul Getty, che inizialmente ha cresciuto i figli August e Natalia - detta Nats - negli States con il cognome del loro padre, senza rivelare niente del loro legame con la celebre dinastia per proteggerli. Quando i due si sono trasferiti in Inghilterra per studiare con alcuni cugini, però, Ariadne ha deciso di dire loro la verità, supportando parallelamente il loro coming out e la loro lotta per i diritti delle persone queer. Ora l'August Getty Atelier è noto per le sue creazioni realizzate ad hoc per vip del calibro di Lady Gaga, Katy Perry e Miley Cyrus, mentre la società online di Nats – la Strike Oil – si occupa di abbigliamento streetwear con un tocco a sua volta di estrosa eleganza. E c’è di più: nel 2019 Nats ha sposato Gigi Lazzarato, una donna transgender che si era già imposta su YouTube con i suoi tutorial di makeup su YouTube, e nel 2021 ha intrapreso a sua volta un percorso di transizione di genere da donna a uomo.

Non manca poi all’appello Joseph Getty, figlio della designer Domitilla Harding e di Mark Getty, che durante una cena a New York ha conosciuto la talentuosa e cosmopolita Sabine Ghanem, innamorandosene a prima vista. I due si sono sposati a Roma nel 2015, nella basilica dei Santi XII Apostoli in cui erano già convolati a nozze i genitori di Joseph trentatré anni prima, e si sono in seguito stabiliti a Londra dove l’originale linea di gioielli di Sabine G. ha ben presto adornato l’outfit di artiste come Céline Dion, Rihanna, Nicole Kidman e Catherine Deneuve.

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Bettmann//Getty Images
Jean Paul Getty III

Ultimo, ma tutt’altro che per importanza, è Paul Balthazar Getty Junior, il pronipote di Jean Paul Getty più anziano fra quelli ancora in vita, che nel 2019 ha debuttato con la linea streetwear di lusso Monk Punk, ha aperto un negozio al dettaglio e ha spopolato in radio con la traccia hip-hop Wack. Dopo avere superato il periodo di povertà della sua infanzia e una tossicodipendenza nella prima età adulta, ha proseguito la strada nel mondo dello spettacolo che aveva intrapreso a soli quindici anni con un ruolo nel film Il signore delle mosche, affermandosi a quel punto come attore, regista e produttore per cinema e televisione. "In genere le storie come la mia non hanno un lieto fine", ha dichiarato tempo fa al London Times, "ma la mia è una famiglia unita e mi ha fatto desiderare di essere una persona migliore", restituendo in poche parole un’accorata definizione di una fra le dinastie più poliedriche dei nostri tempi.