Titolo originale | 55 Steps |
Anno | 2017 |
Genere | Biografico, Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Bille August |
Attori | Helena Bonham Carter, Hilary Swank, Jeffrey Tambor, Johan Heldenbergh, Michael Culkin Tim Plester, Jonathan Kerrigan, Vincent Riotta, Anneika Rose, Cynthia Hoppenfeld, Edward Bennett (II), Doreen Mantle, Florence Bell, Nathan Osgood, Simon Chandler (II), Douglas Reith, Tim Ahern, Richard Riddell, Angelique Fernandez, Ashley Bannerman, Kathleen Renish, Liza Ross, Ricky Watson, Annie Adams, Richard Laing, Geoffrey Burton (II), Andy Cheung, Yu Fang, Daniel Steiner, Dana Cebulla, Lili Zahavi, simon Chandler, Iman Khatibzadeh. |
MYmonetro | 3,10 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 28 maggio 2019
Una donna con problemi psichici lotta per esprimere la sua opinione sui farmaci che le vengono prescritti. Al suo fianco si espone un'avvocatessa combattiva.
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CONSIGLIATO SÌ
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Eleanor Riese è una donna definita affetta da malattia mentale e costretta a subire una serie di violenze nell'istituto in cui è reclusa. Un giorno alza la cornetta e riesce a telefonare all'avvocatessa Colette Hughes, che sceglie di portare avanti la causa a nome di tutti i malati, affinchè nessun farmaco o terapia venga somministrata contro la volontà del paziente.
In pieno clima di lotte femminili, il nuovo film firmato da Bille August si incentra su una causa che ha fatto la storia dei diritti dei pazienti psichiatrici e non solo.
Nei panni delle due protagoniste, sconosciute che più diverse non si può e tuttavia destinate a diventare presto complici, compagne di lotta e amiche, spiccano due interpreti che non hanno alcun bisogno di presentazione. Hilary Swank torna battagliera e orgogliosa come ai tempi di Million Dollar Baby nei panni questa volta di un'indomita avvocatessa intenzionata a non fermarsi di fronte a nulla, minacce comprese.
Nei panni di una novella Erin Brokovic, si fa portavoce di chi non può parlare o esprimersi, come inizialmente stenta a fare, per una serie di ragioni, la povera Eleonor. A darle volto e carattere ci pensa Helena Bonham Carter, che potrebbe benissimo essere una delle Ragazze Interrotte del film di James Mangold cresciuta. Ostinata, vulnerabile, firma una performance viscerale in cui dà mostra di grande maturità e generosità in scene per nulla facili (su tutte quelle girate tra le claustrofobiche mura manicomiali).