I Medici – Francesco I, Bianca Cappello e la villa di Pratolino
MUGELLO – I Medici. Una famiglia potente, legatissima a questo nostro territorio, che ha inciso fortemente nella storia in generale. Qualcuno di loro però ebbe una vita dissoluta, fatta di corruzione e inganni. In certi casi anche per la complicità in omicidi. Francesco I e Bianca Cappello, dall’adulterio al matrimonio, un’unione consumata nei fasti della villa di Pratolino.
Nel 1574, a 33 anni, Francesco I (1541-1587) divenne granduca. Era figlio di Cosimo I (1519-1574) e di Eleonora da Toledo (1522-1562), sua prima moglie. Per meglio inquadrarlo senza troppi giri parole riporto quanto scrisse di lui Gaetano Pieraccini (“La stirpe de’ Medici di Cafaggiolo”, 1924): “Fu un cattivo principe. I sudditi odiarono il loro sovrano.”. Insomma, c’è poco da aggiungere, seppure apocrifo, un pessimo biglietto da visita.
In effetti nel periodo della sua amministrazione il prestigio politico della Toscana venne ridimensionato, si aggravò il disagio sociale con l’impoverimento di gran parte della popolazione, aumentarono le violazioni delle leggi e crebbe la sfiducia nella giustizia, dilagò il malcostume con il mercanteggiamento delle cariche pubbliche. In pratica un disastro per lo stato granducale.
Anche per le condotte nella sua vita privata Francesco I non è certo ricordato come un esempio di moralità, di dedizione al lavoro, di fedeltà coniugale. A ciò si deve aggiungere la sua complicità, per il silenzio, forse il favoreggiamento, per il fratello Don Pietro nell’uxoricidio di Dionora da Toledo (clicca qui per articolo) avvenuto nella villa di Cafaggiolo nel 1576. Senz’altro la sua fu una vita caratterizzata dallo sperpero di denaro pubblico, per gli amori mercenari, seppure appena mitigata dall’interesse per l’arte e per la chimica, per l’astronomia e la filosofia, per la matematica e il disegno, per la floricoltura, alle quali dedicò non poco del suo tempo. Ma non v’è alcun dubbio, i suoi vizi sopraffecero i suoi pregi, umani e politici.
Nel 1565 sposò la diciassettenne Giovanna d’Austria (1548-1578), e in base ad una tradizione consolidata di tanti membri della sua famiglia, avi e discendenti, mai l’amò. Nonostante la nascita di quattro figli, fu un matrimonio costellato dalla trascuratezza del marito verso l’onestà e l’affezione della moglie. Lei, devota cristiana, una donna “piccola di statura, faccia pallida e di non molto vago aspetto, di ingegno piuttosto placido e quieto”, per quanto scrisse Andrea Gussoni oratore veneto nel 1576. Ad aggravare il loro rapporto di coniugi incise anche la sua scarsa attitudine nell’apprendimento della lingua. Già, perché dopo sette anni trascorsi in Firenze dimostrò forti carenze e nello scrivere e nel leggere la lingua d’adozione.
Nel 1568 Bianca Cappello (1548-1587), la bella veneziana, irruppe nella vita di Francesco I e se ne innamorò follemente. Era una donna sposata che lo costrinse a dividerne affetto e piacere con il marito, Pietro Buonaventuri. Evidentemente un triangolo amoroso alla lunga insopportabile, tantoché Bianca si dette da fare per organizzare l’omicidio del marito dandone l’incarico ad un sicario (1572). Forse Francesco I stesso ne fu complice e comunque assentì tacitamente.
Ma Bianca dimostrò di essere una donna senza scrupoli, una mantide. A lei, che oltre alla passione amorosa, fortemente, era interessata agli averi di Francesco I, sono imputate le simulazioni di una gravidanza (1576) e di un aborto (1585). Con la complicità della propria cameriera, di una levatrice e di un dottore, nel 1576 partorì un figlio che presentò al granduca come frutto della loro relazione. Francesco I non sospettò di essere vittima, a sua volta, di un tradimento. L’inganno adulterino presto venne svelato con la confessione della stessa cameriera, poco dopo vittima di un agguato sul versante bolognese dell’Appennino, sicché fuori dai confini del Granducato. Un intrigo d’altri tempi che il granduca, nella fattispecie ripagato con le maniere da lui stesso praticate, le corna coniugali, fece finta di niente e perdonò, sopraffatto dalla fatale attrazione per l’amata.
In seguito, dopo essere rimasto vedovo, Francesco I, ad appena due mesi dalla morte della povera moglie Giovanna sposò segretamente Bianca, “la veneziana assassina, donna avvenente e piena di vivace intelligenza, ma di cultura mezzana e di perfidi sentimenti”, come annotò il Pieraccini. Vissero nella villa di Pratolino, progettata e costruita dall’architetto Bernardo Buontalenti, descritta e rappresentata nelle pitture dell’epoca (Giusto Utens) come un luogo pieno di meraviglie.
“Costruì quasi dal nulla la villa di Pratolino (1567) su disegno del Buontalenti”, dove era solito passare molto tempo dell’anno, e che gli storici dell’epoca “dicono che Francesco abbia speso più di un milione d’oro e la mostra a tutti i forestieri di conto” (carteggio di Simone Fortuna, Carte di Urbino, Archivio di Stato Firenze). Vi fece un parco ricco di statue e ornamenti, fra cui quella che ancor oggi ne è il simbolo, “il Colosso dell’Appennino”, opera di Jean de Boulogne, il Giambologna. Vi lavorarono anche Bartolomeo Ammannati e Vincenzo Danti, più tardi anche Giovan Battista Foggini. Purtroppo ai fasti seguì un periodo di abbandono poi, nonostante un tentativo di riuso da parte del Granduca Cosimo III, la villa venne demolita e ricostruita dai Demidoff, una famiglia di origine russa, che cercarono di salvare il salvabile dalla fatiscenza.
Francesco I e Bianca morirono a pochi giorni di distanza, l’uno dall’altra, lontani dalla familiarità di Pratolino, nella villa di Poggio a Caiano. Nonostante aleggi l’ipotesi dell’avvelenamento, i referti delle necroscopie concordarono sui decessi per febbre, malarica per il granduca, terzana semplice per la granduchessa. Epilogo. Il cadavere del granduca Francesco I insieme a quello della prima moglie Giovanna venne tumulato nella cappella medicea, in San Lorenzo. Invece “quello della Cappello non si sa bene dove fu riposto.” (Pieraccini, ibidem).
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 giugno 2020