Esiste un personaggio medievale di fede islamica che è famoso anche nell’immaginario occidentale di oggi come di allora? La risposta è sì, e questo personaggio è noto come Saladino

Tralasciando la visione romantica presentata da Ridley Scott ne “Le crociate”, il noto condottiero era presentato come l’incarnazione del cavaliere perfetto anche nel mondo occidentale medievale. Conosciamo meglio la sua storia.

Innanzitutto, iniziamo col dire che Saladino è l’occidentalizzazione dell’epiteto Ṣalāḥ ad-Dīn che letteralmente significa “Onore della fede o rettitudine della vera fede ” e che il nome completo è: Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb.

Nasce a Tikrīt, nell’odierno Iraq, nel 1138 e della sua infanzia sappiamo pochissimo ma sono due le figure importanti per la sua crescita: il padre, comandante della fortezza di Baalbek nell’attuale Libano, e lo zio Shīrkūh comandante militare che lo introduce alla corte del sultano di Aleppo (Siria): Nūr al-Dīn Maḥmūd Zengī. 

Da qui inizia la sua sfavillante carriera militare. La sua prima rilevante impresa militare avvenne nel 1163 quando Shāwar, vizir del califfo fatimide al-ʿĀḍid, cacciato dall’Egitto dal rivale Dirghām, chiese aiuto a Nūr al-Dīn per riacquistare il suo potere e con un campagna militare condotta da Shīrkūh riottenne i suoi possedimenti. 

Durante questo primo periodo egiziano Saladino e lo zio non mancarono di scontrarsi con l’esercito crociato, presente in Terra Santa a seguito della prima crociata, che cercava da tempo di conquistare l’Egitto tra le battaglie più importanti ricordiamo quella di al-Babein, 18 marzo 1167, durante la quale l’apporto del nostro protagonista fu fondamentale.

La svolta avvenne nel 1169 quando morirono sia il vizir Shāwar che lo zio Shīrkūh, l’Egitto, anche se formalmente era ancora governato dalla dinastia dei Fatimidi di fatto era sotto il controllo del sultano di Aleppo Nūr al-Dīn, e Saladino venne nominato vizir del Cairo. I primi anni di governo furono turbolenti, da una parte la sua nomina non fu ben vista dai sudditi egiziani anche perché poco tempo dopo essere diventato vizir mise fine al califfato fatimide, dall’altra lo stesso Nūr al-Dīn si dimostrò titubante nel fidarsi del suo sottoposto perché lo giudicava troppo ambizioso, ad alimentare poi l’instabilità vi erano le costanti schermaglie con i crociati.

Nel 1174 muore Nūr al-Dīn e gli succede l’inesperto Isma‛il, che fin da subito diventa preda delle opposte fazioni interne al califfato, a Saladino venne offerta l’opportunità d’intervenire grazie all’appello rivoltogli da Ibn al-Muqaddam, ministro del neo sultano. Saladino non perse tempo accorse dall’Egitto con un corpo di spedizione, conquistando Damasco e proponendosi come difensore di Isma‛il iniziando così, in suo nome, la riconquista dei territori che si erano resi indipendenti alla morte del sultano. Anche durante questi anni la vita di Saladino non fu facile, ad esempio rischiò di essere vittima di un attentato da parte della famigerata Setta degli Assassini ma questi furono scoperti in tempo e uccisi/imprigionati. Ma soprattutto, la riconquista dei territori del sultanato di Aleppo e oltre destarono moltissimo malcontento che sfociò nella battaglia dei corni di Hama o Hammah, 13 aprile 1175, che vide il trionfo di Saladino e quindi il suo definitivo riconoscimento quale sovrano dei territori che andavano dall’Egitto alla Siria, escludendo gli Stati Crociati. E così fece rientro al Cairo.

Una volta stabilizzata la situazione politica nei suoi territori, Saladino poté concentrarsi sui possedimenti crociati. Già nel novembre 1177 iniziò delle incursioni nell’odierna Palestina, riconquistando alcune fortezze e città come Ascalona, dove furono massacrati molti templari, per tutta risposta i crociati, guidati da Baldovino IV, il re lebbroso, tentarono d’invadere la Siria convinti che non avrebbero trovato resistenze visto che l’esercito di musulmano era impiegato altrove, ma non fu così. Per dieci anni la situazione di questa parte di mondo fu intervallata da guerre e tregue che facevano pendere sempre di più l’ago della bilancia verso Saladino e i suoi, fino a quando quest’ultimo non radunò le forze musulmane, provenienti da tutti i centri della Siria-Mesopotamia, per affrontare i regni crociati. Lo scontro finale avvenne a Hattin, il 4 luglio 1187, e vide la sconfitta dei crociati. Nel giro di pochi mesi, tutti i regni e principati cristiani sulla costa, con l’eccezione di Tiro, si arresero. Saladino allora marciò alla conquista di Gerusalemme, presa dopo due mesi di assedio, il 2 ottobre sempre del 1187.

Ovviamente, gli europei non rimasero con le mani in mano e la mancata conquista di Tiro permise agli eserciti crociati di iniziare la riconquista, ha inizio così la terza crociata. Ricordiamo due battaglie fondamentali durante questa crociata: quella di Arsuf il 7 settembre 1191, durante la quale le forze di Saladino subirono pesanti perdite e furono costrette a ritirarsi. L’altra, la battaglia di Giaffa, luglio 1192, vide la città assediata da Saladino che quasi la prese; tuttavia, fu sconfitto da Riccardo Cuor di Leone. A seguito di questa battaglia il re inglese e Saladino trovarono un accordo: i crociati accettarono di demolire le fortificazioni di Ascalona, mentre Saladino accettò di riconoscere ai crociati il ​​controllo della costa palestinese da Tiro a Giaffa.

L’anno successivo Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb morì. Leggenda vuole che non avesse lasciato denaro sufficiente per la sua sepoltura perché aveva donato tutti i suoi averi ai più bisognosi. Con il 4 marzo 1193 il suo mito non si spense, ma questa è un’altra storia.

 

Giulia Panzanelli

 

Per approfondire: 

CAPEZZONE LEONARDO, Medioevo Arabo. Una storia dell’islam medievale (VII-XV secolo), Mondadori, Perugia 2016

LIGATO GIUSEPPE, La croce in catene. Prigionieri e ostaggi cristiani nelle guerre di Saladino (1169-1193), Spoleto, Centro italiano di studi sull’alto medioevo, 2005

MAALOUF AMIN, Le Crociate viste dagli Arabi, Sei Frontiere, Torino 2012

 

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Written by : Redazione

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