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MATTEO BUZZIRiforma fiscale: l’imbroglio al ceto-medio

20.05.24 - 23:02
Matteo Buzzi, capogruppo Verdi in Gran Consiglio
Foto Tipress
Fonte Matteo Buzzi
Riforma fiscale: l’imbroglio al ceto-medio
Matteo Buzzi, capogruppo Verdi in Gran Consiglio

Mentre il ceto medio e medio-basso si è visto e si vedrà ulteriormente ridurre il potere d’acquisto a causa dell’inflazione, dell’esplosione dei premi di cassa malati e dei tagli al servizio pubblico e ai sussidi, la maggioranza del Gran Consiglio ha deciso di concedere una riduzione fiscale alle persone molto benestanti, concretamente quelle che guadagnano più di 30’000 franchi al mese.

Dopo i tagli del preventivo 2024, la maggioranza, ben cosciente della scandalosa asimettria dei sacrifici che stava per chiedere al Paese, ha escogitato l’ennesimo imbroglio: riduzione per tutti delle aliquote fiscali per compensare l’aumento del moltiplicatore cantonale già previsto in precedenza. Risultato complessivo: da un lato poche briciole per il ceto medio e medio basso che verranno spazzate via in poche settimane dall’aumento dei costi, dall’altro un regalo molto generoso per gli alti redditi che non hanno avuto e non avranno alcun problema di potere d’acquisto.

Il giochetto è però in parte sfuggito di mano in quanto la riduzione delle aliquote avrà pesanti conseguenze sulle entrate dei Comuni che saranno costretti in alcuni casi ad aumentare il moltiplicatore comunale. Insomma, quello che si poteva guadagnare a livello cantonale per il ceto medio e medio-basso verrà tolto (magari anche con gli interessi) a livello comunale.

Un colossale imbroglio propagandato ovunque senza pudore. Un meccanismo ingiusto dove le persone molto benestanti pagheranno significativamente meno imposte, diventando ancora più abbienti e drenando indirettamente denaro dal ceto medio e medio-basso, ovvero alla stragrande maggioranza della cittadinanza. Viviamo in un Cantone che si trova in una situazione socioeconomica unica: abbiamo i salari più bassi e i tassi di povertà più alti della Svizzera.

Fintanto che non avremo un mercato del lavoro “svizzero”, orientarsi sulla fiscalità di altri cantoni non comparabili con il Ticino (che ha spese sociali maggiori a causa dei bassi salari) e partecipare allo stillicidio al ribasso della concorrenza fiscale intercantonale è semplicemente autolesionista. Per questi motivi voterò un chiaro NO a questa riforma fiscale.


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