La storia di Giuseppe | STUDIO TEOLOGICO

Giuseppe era il maggiore dei due figli di Giacobbe (chiamato anche Israele) e Rachele (Genesi 30:22-24; Genesi 37:3).
“3 Israele amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga con le maniche. 4 I suoi fratelli vedevano che il loro padre l’amava più di tutti gli altri fratelli; perciò l’odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. 5 Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; allora questi lo odiarono più che mai.” (Genesi 37:3-5 – La Nuova Riveduta 1994).

Quando i fratelli di Giuseppe erano a Sichem a pascolare il gregge del padre (Genesi 37:12), Giacobbe, inviò Giuseppe per sapere se i fratelli stavano bene e se procedeva tutto bene con il gregge (Genesi 37:13-14). Giuseppe li trovò a Dotan (Genesi 37:17). Appena lo videro, i fratelli iniziarono a complottare contro di lui, ma Ruben udì e lo liberò dalle loro mani (Genesi 37:18-21). Quando Giuseppe fu giunto dai suoi fratelli lo spogliarono della sua veste e lo gettarono nella cisterna (Genesi 37:23-24). Alla fine, lo vendettero per venti sicli d’argento a degli Ismaeliti, i quali lo portarono in Egitto (Genesi 37:25-28). Questi Ismaeliti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie (Genesi 37:36).

“1 Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti che ce l’avevano condotto. 2 Il SIGNORE era con Giuseppe: a lui riusciva bene ogni cosa e stava in casa del suo padrone egiziano. 3 Il suo padrone vide che il SIGNORE era con lui e che il SIGNORE gli faceva prosperare nelle mani tutto ciò che intraprendeva. 4 Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e si occupava del servizio personale di Potifar, il quale lo fece maggiordomo della sua casa e gli affidò l’amministrazione di tutto quello che possedeva. 5 Dal momento che l’ebbe fatto maggiordomo della sua casa e gli ebbe affidato tutto quello che possedeva, il SIGNORE benedisse la casa dell’Egiziano per amore di Giuseppe; la benedizione del SIGNORE si posò su tutto ciò che egli possedeva, in casa e in campagna.” (Genesi 39:1-5 – La Nuova Riveduta 1994).

Per un’accusa che la moglie di Potifar rivolse contro di lui, Giuseppe fu mandato in prigione (Genesi 39:7-20. Due ufficiali del Faraone, il coppiere e il panettiere, furono gettati nella stessa prigione perché offesero il re d’Egitto (Genesi 40:1-4). Una notte, ognuno di loro fece un sogno, e Giuseppe interpretò i loro sogni (Genesi 40:5-19). Quando in seguito il faraone fece un sogno che lo turbava, il capo dei coppieri si ricordò di Giuseppe. Il faraone lo fece allora uscire di prigione perché interpretasse il suo sogno (Genesi 41:1-14), e così Giuseppe interpretò il sogno del faraone (Genesi 41:15:36).

Poi il faraone disse a Giuseppe: “40 Tu avrai autorità su tutta la mia casa e tutto il popolo ubbidirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò più grande di te». 41 Il faraone disse ancora a Giuseppe: «Vedi, io ti do potere su tutto il paese d’Egitto». 42 Poi il faraone si tolse l’anello dal dito e lo mise al dito di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino e gli mise al collo una collana d’oro. 43 Lo fece salire sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «In ginocchio!» Così il faraone gli diede autorità su tutto il paese d’Egitto. 44 Il faraone disse a Giuseppe: «Io sono il faraone! Ma senza tuo ordine, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d’Egitto».” (Genesi 41:40-44 – La Nuova Riveduta 1994).

Il faraone lo chiamò Safnat-Paneac e gli diede in moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On (Genesis 41:45).
Come aveva predetto interpretando il sogno del faraone, ci furono sette anni di prosperità, durante i quali mise da parte tutti i viveri che furono prodotti nel paese d’Egitto; Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare (Genesi 41:47-49)

“50 Prima che venisse il primo anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli, che Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On, gli partorì. 51 Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: «Dio mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre». 52 Il secondo lo chiamò Efraim, perché, disse: «Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione». 53 I sette anni d’abbondanza che c’erano stati nel paese d’Egitto finirono 54 e cominciarono a venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d’Egitto c’era del pane. 55 Poi la carestia si estese a tutto il paese d’Egitto e il popolo gridò al faraone per avere del pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe e fate quello che vi dirà». 56 La carestia era su tutta la superficie del paese e Giuseppe aprì tutti i depositi e vendette grano agli Egiziani. La carestia s’aggravò nel paese d’Egitto. 57 Da tutti i paesi venivano in Egitto, da Giuseppe, per comprare grano, perché la carestia era grave su tutta la terra.” (Genesi 41:50-57 – La Nuova Riveduta 1994).

Durante questo periodo di carestia, anche i fratelli di Giuseppe, tranne Beniamino, si recarono in Egitto a comprare del grano (Genesi 42:1-3), i quali si inchinarono davanti a lui con la faccia a terra (Genesi 42:6), adempiendo così il sogno che fece Giuseppe (Genesi 37:5-7).

Il faraone disse a Giuseppe di dire ai fratelli di tornare nel paese di Canaan per portare il loro padre Giacobbe e le loro famiglie dal faraone nel paese d’Egitto (Genesi 45:17-19). Allora Giacobbe con i suoi figli, i figli dei suoi figli, le sue figlie, le figlie dei suoi figli e tutta la sua famiglia vennero in Egitto (Genesi 46:5-7). Giunsero nella terra di Goscen, dove Giuseppe incontrò suo padre, “gli si gettò al collo e pianse a lungo sul suo collo” (Genesi 46:28-29 – La Nuova Riveduta 1994). Gli Israeliti si stanziarono nella terra di Goscen (Genesi 47:27).

Quando Giacobbe morì (Genesi 49:33), fu sepolto nel paese di Canaan, nella grotta del campo di Macpela, che Abraamo aveva comprato, con il campo, da Efron l’Ittita, come sepolcro di sua proprietà, di fronte a Mamre (Genesi 50:13).

“22 Giuseppe abitò in Egitto con la casa di suo padre; egli visse centodieci anni. 23 Giuseppe vide i figli di Efraim, fino alla terza generazione; anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle sue ginocchia. 24 Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sto per morire, ma Dio per certo vi visiterà e vi farà salire, da questo paese, nel paese che promise con giuramento ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe». 25 Giuseppe fece giurare i figli d’Israele, dicendo: «Dio per certo vi visiterà; allora portate via da qui le mie ossa». 26 Poi Giuseppe morì, all’età di centodieci anni; e fu imbalsamato e deposto in un sarcofago in Egitto.” (Genesi 50:22-26 – La Nuova Riveduta 1994).

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