Corruzione, Giovanni Toti arrestato. Voti della mafia nel mirino dei pm - Il Secolo XIX
maxi inchiesta in liguria

I voti della mafia e la preoccupazione di Cozzani: “Ci mettono in galera...” | Le carte dell’inchiesta

Il clan Cammarata è stato tra i protagonisti della guerra di mafia scoppiata nel Nisseno negli anni Novanta. Una guerra tra Cosa nostra da un lato e gli stiddari dall'altro. Per anni il clan Cammarata ha predominato sul territorio, ma dopo la violenta faida di quegli anni ha subito anche duri colpi da parte dello Stato

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Giovanni Toti e Matteo Cozzani scendono dallo yacht di Aldo Spinelli

 (ansa)

Genova - Il clan Cammarata di Riesi, affiliato a Cosa nostra, chiamato in causa nell'inchiesta di Genova che ha coinvolto i vertici istituzionali della Liguria, è uno dei più spietati, pericolosi e potenti della Sicilia. A capo della cosca è Pino Cammarata, considerato il capomafia. Accanto a lui, i suoi fratelli Vincenzo e Francesco, tutti ergastolani e condannati al 41 bis. I cosiddetti "fratelli terribili" per anni hanno gestito i traffici illeciti del territorio e si sono macchiati di delitti efferati. Ai domiciliari, al momento, con l'accusa di associazione mafiosa, c'è anche la sorella dei tre boss, la settantenne Maria Catena, ritenuta la "Signora di Cosa nostra". Appena qualche mese fa è stata condannata, in via definitiva a 11 anni di reclusione per mafia e pizzo. Dopo l'arresto dei tre fratelli, secondo gli inquirenti, sarebbe stata proprio lei a gestire gli affari di famiglia.

Il clan Cammarata è stato tra i protagonisti della guerra di mafia scoppiata nel Nisseno negli anni Novanta. Una guerra tra Cosa nostra da un lato e gli stiddari dall'altro. Per anni il clan Cammarata ha predominato sul territorio, ma dopo la violenta faida di quegli anni ha subito anche duri colpi da parte dello Stato. Per sfuggire alla cattura, per paura di essere ucciso o dopo anni di carcere, molti affiliati e uomini d'onore, hanno lasciato Riesi per proseguire i loro affari illeciti, nel nord Italia.

Clan mafioso presente a Genova dal 1985

Abbandonando i tradizionali metodi cruenti, "l'associazione mafiosa siciliana ha sviluppato una sorta di accurata mimetizzazione, volta da un lato a rendere difficoltosa la raccolta di prove da parte degli inquirenti, dall'altro a evitare forte di controproducente allarme sociale". Lo scrive il gip Paola Faggioni, nell'ordinanza che stamane ha portato agli arresti per corruzione tra gli altri del presidente della Liguria Giovanni Toti e del suo capo di gabinetto Matteo Cozzani. In questo caso, secondo il Gip, "le corruttele elettorali sono state realizzate in occasioni di consultazioni elettorali del 20 e 21 settembre 2020 ed hanno coinvolto soggetti vicini agli ambienti della famiglia di Riesi, consorteria mafiosa radicata a Genova nel quartiere di Certosa".

La presenza dei riesini in provincia di Genova è radicata già dal 1985, come certifica una sentenza del Tribunale del capoluogo ligure. I riesini, per quanto riguarda invece il terremoto in Regione Liguria, sono i fratelli Testa: Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, destinatari dell'obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale, aggravato dall'art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

I due gemelli sono stati richiamati in causa anche durante la programmazione della campagna elettorale di ricandidatura del sindaco Marco Bucci. In una telefonata intercettata il 13 febbraio 2022, intercorsa tra Toti, Bucci e Cozzani, parlando del reperimento delle risorse per la campagna elettorale (stimato in 250 mila euro), il governatore chiama in causa i riesini. Ma il nome, scrive il gip, "suscita una reazione preoccupata da parte di Cozzani" che dichiara: "Stacci lontano da quelli lì, ci mettono in galera".

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