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Transnistria, ecco perché il territorio è finito nel mirino della Russia

La comunità internazionale non la riconosce e il governo de-facto, che rimane in una situazione di stallo con la Moldavia, è sostenuto economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia, che ha circa 1.500 soldati in Transnistria

3' di lettura

L’appello alla Russia ad «attuare misure per proteggere la Transnistria in condizioni di crescente pressione da parte della Moldavia» riporta nuovamente l’attenzione internazionale su questa entità separatista filorussa.

La regione separatista della Transnistria - una stretta striscia di terra tra il fiume Dniester e il confine ucraino - si è staccata dalla Moldavia nel 1990.

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La comunità internazionale non la riconosce e il governo de-facto, che rimane in una situazione di stallo con la Moldavia, è sostenuto economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia, che ha circa 1.500 soldati in Transnistria.

Il referendum del 2006

Un referendum sull’indipendenza nel settembre 2006, non riconosciuto dalla Moldavia o dalla comunità internazionale, ha visto il territorio riaffermare la sua richiesta di indipendenza e votare a favore di un’unione con la Russia.

Nella spartizione della regione dopo la Seconda Guerra Mondiale, Mosca creò il precursore della Moldavia, la Repubblica Socialista Sovietica Moldava, da due elementi distinti: la regione del Dniester, di lingua prevalentemente russa, precedentemente parte autonoma dell’Ucraina, e la vicina regione della Bessarabia, che aveva fatto parte della Romania dal 1918 al 1940.

Ma negli ultimi giorni dell’Unione Sovietica, nella regione del Dniester crebbe l’allarme per il crescente nazionalismo moldavo e la possibile riunificazione della Moldavia con la Romania.

La separazione nel 1990

Una legge del 1989 che ha reso il moldavo una lingua ufficiale ha aumentato la tensione e la regione si è staccata nel settembre 1990.

Nel 1991, le forze paramilitari del territorio separato hanno preso il controllo delle istituzioni pubbliche moldave della zona. I combattimenti si intensificarono, culminando in una battaglia sulla riva destra del Dniester nel giugno 1992. Nel conflitto sono state uccise fino a 700 persone.

Nel luglio 1992 fu firmato un cessate il fuoco e fu istituita una zona di sicurezza demilitarizzata. L’accordo è stato applicato dalle truppe dell’esercito russo già presenti sul territorio.

Il congresso della Transnistria a Tiraspol (Photo by STRINGER / AFP)

Moneta, Parlamento e inno

La Transnistria contiene la maggior parte delle infrastrutture industriali della Moldavia, ma il suo potenziale economico è limitato dal suo isolamento internazionale.

Ha una propria moneta, una costituzione, un parlamento, una bandiera e un inno. Uno degli ultimi bastioni della retorica di stampo sovietico, il territorio ha comunque privatizzato alcune delle sue imprese industriali.

La Russia sostiene la regione con l’assistenza finanziaria. Ha una reputazione di corruzione, criminalità organizzata e contrabbando, e ha negato le accuse di vendita illegale di armi e di riciclaggio di denaro.

Museo a cielo aperto dell’era sovietica

L’autoproclamata Repubblica della Transnistria è un vero e proprio museo a cielo aperto dell’era sovietica, a maggioranza russofona. A differenza della Moldavia ha mantenuto l’alfabeto cirillico. Non è però riconosciuto come Stato dalla comunità internazionale, compresa la Russia, che tuttavia lo considera una testa di ponte non lontana dai confini dell’Unione Europea. Fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso.

Il monopolio del gruppo Sheriff

Il gruppo Sheriff, fondato all’inizio degli anni ’90 da due ex agenti di polizia sovietici regolarmente accusati di corruzione, gode di un quasi monopolio economico e politico in questo territorio. Possiede supermercati, distributori di benzina e perfino una squadra di calcio, l’FC Sheriff, che, con sorpresa di tutti, si è distinta per il suo esordio in Champions League nel 2021-2022. Ma anche la famosa distilleria di cognac Kvint e un allevamento di storioni beluga da cui si produce un pregiato caviale.

L’ingresso della sede operativa delle truppe russe a Tiraspol (Photo by Sergei GAPON / AFP)

La statua di Lenin

Nel 2015, il media investigativo Rise Moldova ha affermato che un terzo del bilancio del territorio è finito nelle casse di questo gruppo. Nonostante il suo capitalismo sfrenato, in Transnistria dominano i simboli dell’era sovietica. Una statua di Lenin si trova nel centro della sua città principale, Tiraspol, e un busto del padre della rivoluzione bolscevica del 1917 fa la guardia davanti all’edificio del municipio che ha mantenuto il suo nome originale: la Casa dei Soviet. Sulla bandiera inoltre sono ancora impressi i simboli comunisti più conosciuti: la falce e il martello, nonché la stella rossa.

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