Giuseppe Rinaldi Giornalista Perché Zoppica - Media Famosi

Giuseppe Rinaldi Giornalista Perché Zoppica

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Giuseppe Rinaldi Giornalista Perché Zoppica
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Giuseppe Rinaldi Giornalista Perché Zoppica – È stato uno dei più importanti “Chi l’ha visto?” corrispondenti dal 1990 ed è anche autore di “Commissari”. Dal 12 giugno andrà in onda su Raidue in seconda serata “Detectives”, con Giuseppe Rinaldi. Sei puntate dedicate a casi risolti o che attendono ancora giustizia. Storie di veri crimini basate su interviste con vittime e testimoni oculari.

Siamo interessati a qualcosa di più della semplice ricerca di dove si trovi un criminale; dobbiamo anche sapere perché ha commesso l’atto in questione. Intendo utilizzare il contributo di neuropsichiatri, psicoterapeuti ed esperti di comunicazione non verbale. Ma la notizia maggiore è che per i delitti ancora senza autore abbiamo coinvolto Jim Clemente, ex profiler dell’FBI,

ispiratore e consulente della serie tv “Criminal Minds”, che interverrà in collegamento da Los Angeles. Voleva solo conoscere i dati oggettivi del delitto: la scena, le caratteristiche della vittima». Tra i casi irrisolti, affronteremo quello che coinvolge Flavio Simmi, e tra i casi risolti, affronteremo quello che riguarda il caso Maurizio Minghella.”

«Che il “mostro” è un’altra persona e non può essere ricondotto al cosiddetti compagni di merenda Vanni, Pacciani e Lotti”. “Zoppico perché da giovane ho avuto un tumore al femore che mi ha pregiudicato l’uso della gamba. Per questo ho sempre avuto un po’ di vergogna ad essere filmato. Non aspiro a diventare il dottor House, ma il bastone che uso è il mio,

e non mi affido per abitudine. Come visto su Rai2 “Casi risolti e freddi con la Polizia di Stato” dal 2012 Senza soffermandoci su dettagli cruenti, esploreremo nuovi territori linguistici con l’intenzione di servire sia il pubblico che la comunità locale. fatti”. Ritorno in televisione sabato 12 giugno alle 22:40. su Rai 2 è Detectives – Casi risolti e irrisolti,

nuovo programma true crime con protagonista Giuseppe Rinaldi, firma di punta di Chi l’ha visto e di altri programmi come Commissari, in onda su Rai3. In sei appuntamenti serali in programma, il giornalista e la Polizia di Stato si confrontano su casi di alto e basso profilo, chiusi e aperti del sistema giudiziario.

I documenti di indagini sia di alto profilo che oscure su crimini irrisolti costituiscono la spina dorsale di una narrazione incentrata sugli investigatori che hanno lavorato ai casi. I protagonisti della vicenda sono infatti i “detective” che hanno seguito in prima persona i casi di cronaca nera. L’iniziativa è stata svelata alla presenza di Ludovico di Meo, direttore della rete,

e Francesco Messina, direttore del Nucleo Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nel corso di una web conference. Un caso che non verrà discusso è quello di Denise Pipitone, ed ecco perché: “Esamina il pilot e gli episodi successivi. Dopo anni passati a coprire storie di crimini, l’ultima cosa che voglio fare è litigare con qualcuno.

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Ti sembra normale a voi toccare un argomento del genere visto che il mondo è già alle prese con esso, ogni trasmissione ormai? Ho vissuto il caso a Mazara del Vallo dai primi istanti”. Perché tanta attenzione alle notizie in TV? Il pubblico è molto interessato a casi come questi, dice Rinaldi, perché suonano come favole o racconti. Qui Denise è come Biancaneve,

una vittima pura e innocente. Come lei, altre storie drammatiche. I mass media raccolgono un interesse che c’è già nel pubblico e lo alimentano. Si rendono conto che portando avanti un caso ottengono un risultato più alto”. “Il nostro sarà completamente diverso – assicura Rinaldi -, lo noterete nella puntata, ad esempio, in cui trattiamo il delitto di Eleonora Scroppo.

Dato che era così fuori dall’ordinario, nessuno ci ha prestato attenzione; non sapevano a chi dare la colpa, quindi la storia non è diventata virale. Cerchiamo la verità, insieme alla polizia anche per fare luce sulla vicenda. Quando ho chiesto agli investigatori che ho contattato cosa rimaneva dei loro casi, tutti mi hanno risposto che sono proprio le indagini irrisolte a rimanere impresse”.

L’episodio 2 si concentra sul neuropsichiatra diventato uno dei serial killer più famosi d’Italia Maurizio Minghella.. Cercheremo di capire la sua storia: la sua biografia, perché ha fatto quello che ha fatto. Andiamo dentro le storie e capiamole”. Ti ricordi quale dei suoi casi ti ha colpito di più? Viaggio spesso sotto via Poma perché vivo a Prati, un quartiere di Roma.

Anche se ci sono molti altri casi che richiedono la mia attenzione, non lo dimenticherò mai. Forse perché ho conosciuto dei parenti, spero si possa tornare in via Poma magari nella prossima edizione”. I delitti di Flavio Sinni, Eleonora Scroppo e Pasqualina La Barbuta saranno alcuni deiCasi irrisolti che verranno portati all’attenzione dei telespettatori con un messaggio importante: “chissà, parli”.

Dice Ludovico Di Meo: “In tv e nella vita ci sono cose che non passano mai di moda. Tra queste c’è la cronaca. Aghata Christie diceva che non è il delitto che incuriosisce, ma la sua risoluzione. Questo è un detective; ci mostra cosa sta realmente accadendo”. Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato: “Nel mio lavoro mi occupo personalmente di prevenzione e repressione in senso tecnico; ho circa 28mila uomini che dipendono dalla mia gestione.

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