Cory Branan

 
 
 
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Cory Branan
When I Go I Ghost
[Blue �lan Records 2022]

Sulla rete: corybranan.com

File Under: roots rocker


di Fabio Cerbone (24/12/2022)

Autore che alterna una certa tendenza al classicismo heartland rock, una vena pi� esplicitamente pop e qualche memoria delle sue radici sudiste, Cory Branan � un�eterna promessa da almeno una ventina d�anni a questa parte, forse �frenato� proprio dal suo smisurato eclettismo, che difficilmente riesce a rinchiuderlo in una categoria, come spesso ama fare il business musicale americano. When I Go I Ghost, ritorno sulle scene a cinque anni dal precedente Adios ed esordio per la nuova etichetta Blue �lan, non risolver� fatto il dilemma, anzi, ponendosi fin da subito come il disco pi� ambizioso della sua carriera, per suoni, tematiche e anche partecipazioni illustri.

La regia musicale di Jeremy Ferguson in quel di Nashville sembra da una parte avere dato carta bianca all�estro di Branan, songwriter originario del Mississippi ma da anni attivo sulla scena indipendente di Memphis, dall�altra non dimenticandosi di calcare un po� la mano nella direzione di un big sound che mette insieme lo Springsteen degli anni Ottanta con il contemporaneo Tom Petty di Southern Accents. A grandi linee sembrano questi giganti i riferimenti sui quali il Cory Branan di When I Go I Ghost ha perso le nottate, scrivendo vignette americane che mischiano tratti biografici e introspettivi (arriva da un divorzio e da una diagnosi di sindrome maniaco-depressiva) a esperienze di perdita, rottura di relazioni e dipendenze varie con il taglio del narratore, forse un�inclinazione che gli deriva dal suo primo dichiarato amore musicale, John Prine.

L�effetto � un po� spiazzante, perch� nasconde autentici gioielli in una scaletta che tuttavia mostra passaggi a vuoto e qualche tentativo maldestro di trovare il suono pi� accattivante. Si parte con l�acceleratore e il rock�n�roll stradaiolo di When In Rome, When In Memphis, che rimanda ai momenti migliori del suo The No-Hit Wonder, album del 2014 in casa Bloodshot che ad oggi resta ancora l�episodio pi� ispirato dell�intera produzione di Branan. O Charlene sceglie invece il tono appassionato di una moderna ballata Americana, chiamando in causa musicisti affini come Jason Isbell, quest�ultimo guarda caso presente come ospite nel primo singolo dai profumi soul e fremiti sixties That Look I Lost. � una delle numerose collaborazioni di studio, che registrano anche le presenze di Anthony DaCosta, Brian Fallon (Gaslight Anthem) e della collega e concittadina Garrison Starr, in duetto nella brezza pop un po� evanescente di Waterfront.

Un taglio sonoro quest�ultimo che pi� volte emerge in superficie, tra i rintocchi di synth di una comunque affascinante Angels In The Details dalle movenze funk, nello spigliato jangle pop di una One Happy New Year che questa volta strizza l�occhio al Tom petty di Full Moon Fever e il pi� levigato trattamento di Room 101 e Come On If You Wanna Come, materiale che piacerebbe parecchio ai recenti War on Drugs e ancora di pi� al Ryan Adams infatuato degli 80s rock. Il finale con Of Two Minds � persino attraversato da spirali neo-psichedeliche, che confermano lo sguardo curioso su una certa stagione musicale.

Branan � talentuoso ed eccentrico, non c�� dubbio, paradossalmente persino troppo, e questo gli procura non pochi guai nel mettere insieme un disco
che funzioni dal principio alla fine.


    



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