Fair Game – caccia alla spia è noto per essere basato sulla storia di vera di Valerie Plame e del cosidetto CIA-game 2003. Il film di Doug Liman è infatti una trasposizione cinematografica delle memorie della stessa, pubblicate nel 2007: Fair Game: My Life as a Spy, My Betrayal by the White House. Valerie Plame, classe 1963 e figlia di militari, è un’agente sotto copertura della CIA che indaga sulla proliferazione di armi.
Il film si concentra su eventi drammatici che hanno inizio nel 2002 e che culminano con l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti il 18 marzo 2003. Nel 1997 Valerie (Naomi Watts) incontra il diplomatico, nonché suo futuro marito, Joseph C. Wilson (Sean Penn), chiamato ad effettuare una missione in Niger, dove, tramite una fonte anonima, viene a conoscenza del possibile acquisto di uranio da parte di Saddam Hussein. Ciononostante, l’uomo esclude questa circostanza, negata anche da più di venti tecnici nucleari iracheni che confermano della fine del programma nucleare dai tempi della guerra del golfo. Contemporaneamente, George Bush, vicepresidente degli Stati Uniti, avanza dei dubbi che, pur in mancanza di prove, lo porteranno ad ordinare l’attacco in Iraq nel 2003.
Wilson, a fronte dell’invasione, decide di farsi portatore della verità, scrivendo un lungo editoriale sulle colonne del New York Times: “What I didn’t find in Africa”. La Casa Bianca, a causa dell’umiliazione pubblica subita, fa saltare la copertura di Valerie Plame e dà il via ad una serie di processi che terminano con la sconfitta dei due coniugi e con una richiesta di risarcimento ai Governi successivi.