Òsio, Stanislao nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Òsio, Stanislao

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Teologo e cardinale (Cracovia 1504 - Capranica 1579). Del ramo polacco degli O., nobili di Como, sacerdote nel 1540, nel 1549 vescovo di Chelmno (Kulm) per volontà del re Sigismondo II Augusto, di cui fu ambasciatore a Praga, Bruxelles e Gand. Principe-vescovo di Warmia nel 1551, fu chiamato (1557) dal papa Paolo IV a Roma, e prese parte come legato pontificio alla direzione del Concilio di Trento, dove fu creato cardinale (1561), e si rivelò una delle personalità più influenti del concilio. Fu controversista famoso: la sua Confessio fidei christianae catholicae (redazione definitiva 1557) giunse alla trentesima edizione ancora vivente l'autore. Nel De sacro vernaculo legendo (1558) argomentò la sua contrarietà all'uso delle lingue volgari nella liturgia.

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