Grande Teatro di Lesage in TV del 15 maggio su Rai 5: “Turcaret”
mercoledì, Maggio 29, 2024
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Anticipazioni per il Grande Teatro di Lesage in TV del 15 maggio alle 15.50 su Rai 5: “Turcaret”

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Alain-Renè Lesage in TV del 15 maggio alle 15.50 su Rai 5: “Turcaret” – Per il Grande Teatro in TV oggi pomeriggio mercoledì15 maggio alle 15.50 va in onda su Rai 5 la commedia “Turcaret” scritta da Alain-Renè Lesage nel 1709 e messa in onda dalla Rai nel novembre 1967 nella versione diretta da Alessandro Brissoni.

Gli interpreti dell’opera sono Paola Mannoni, Glauco Onorato, Paolo Ferrari, Giusi Raspani Dandolo e Tino Buazzelli.

Turcaret, un ex cameriere che si è arricchito con traffici illegali, intrighi e speculazioni, benché sposato, si spaccia per scapolo per poter conquistare una finta baronessa, altra truffatrice che passa al suo amante, un industriale, i ricchi doni ricevuti da Turcaret. 

Turcaret è un’opera teatrale di Alain-Renè Lesage che tornò al teatro il 1º gennaio 1708 con la commedia in un atto Les Étrennes che, completamente rielaborata in cinque atti e ripresentata sulle scene il 14 gennaio 1709 col titolo di Turcaret, ebbe uno strepitoso successo e rimane il suo capolavoro teatrale.

Il protagonista Turcaret, uomo di bassa origine sociale che si è arricchito con l’appalto delle imposte e con traffici illegali che la sua professione gli permette di coprire, benché sposato, si spaccia per scapolo per poter conquistare una finta baronessa, altra truffatrice che passa al Cavaliere, un suo amante, i ricchi doni ricevuti da Turcaret. Frontino, il servitore del Cavaliere, a sua volta provvede a derubare il suo padrone, è complice della “baronessa” nel derubare Turcaret, ma riesce a derubare anche la finta nobildonna. La commedia si chiude con l’arresto di Turcaret, rivelatosi un usuraio, e con la battuta di Frontino: «È finito il regno di Turcaret. Ora comincia il mio».

Lesage, prima ancora di metterla in scena, aveva letto la commedia nei salotti letterari e i suoi contenuti erano già noti. La potente categoria degli appaltatori, allarmati dalla satira violenta che li avrebbe investiti, cercano di impedirne la rappresentazione, offrendogli invano la bella somma di centomila franchi, mentre la duchessa de Bouillon gli promise la sua protezione, chiedendogli di leggergliela. Lesage, per un impegno, arrivò con un’ora di ritardo all’appuntamento e al rimprovero della duchessa, rispose che se le aveva fatto perdere un’ora, ora gliene avrebbe fatte guadagnare due, andandosene. I due episodi vogliono mettere in rilievo la moralità e la fierezza dello scrittore, che dovettero essere apprezzati dal Delfino, il futuro Luigi XV, che s’impegnò personalmente perché la commedia fosse rappresentata. Tuttavia, malgrado il successo, poté avere solo sei repliche, e non a caso, dal momento che il mondo degli impresari teatrali era strettamente legato a quello della finanza.

In realtà Lesage non è un moralizzatore e tanto meno un eversore dei costumi o un rivoluzionario in anticipo sui tempi. Da tempo gli arricchimenti facili erano un bersaglio comune della satira e non costituiva un particolare motivo di scandalo veder colpito l’immoralità, in specie nella forma dello spirito brillante, nella naturalezza viva dei dialoghi, nella precisione dei rilievi delle psicologie e nella libertà dell’espressione, favorita dalla sua scrittura in prosa, elementi tutti che compensano una certa staticità della scena.

Dopo l’interruzione delle repliche imposte dagli impresari del Théâtre-Français, Lesage lasciò ogni impegno per quel teatro, rivolgendosi prima al Théâtre-Français, per il quale scrisse la commedia La Tontine nel 1708, rappresentata però soltanto nel 1732), e poi per il Théâtre de la foire, teatro popolare, frequentato da piccoli borghesi e da gente del popolo, uso alle commedie italiane e alle farse, per il quale Lesage produsse un centinaio di commedie, di facile scrittura, di poche repliche, con leggere allusioni satiriche, quanto basta per aggiungere un poco di sapore piccante a testi che pretendono solo di offrire un rapido divertimento senza pretese d’arte.

Alain-René Lesage o Le Sage (Sarzeau6 maggio 1668 – Boulogne-sur-Mer17 novembre 1747) è stato un romanziere e commediografo francese.

Unico figlio di Claude, avvocato e notaio, e di Jeanne Brenugat, perduta la madre nel 1677 e il padre nel 1682, fu preso sotto la tutela dallo zio e messo nel collegio dei Gesuiti di Vannes dove fece studi di lingue classiche, di italiano, di spagnolo, di retorica e di catechismo, secondo la consolidata tradizione della cultura libresca secentista che in Bretagna traeva particolare influsso da un’educazione di stampo cattolico-spagnolo. Intanto si ritrovò con poco denaro, avendo lo zio dissipato a proprio vantaggio l’eredità paterna.

Si crede – ma non esistono fonti a questo riguardo – che sia stato impiegato per qualche anno nell’Ufficio delle imposte in Bretagna; se fosse vero in tal caso, perdette presto quell’impiego o si licenziò: resta il fatto che nella sua vita dimostrò un’aperta ostilità contro quegli Uffici. Proseguì a Parigi studi di diritto che dovette concludere nel 1692, dal momento che in quell’anno risulta iscritto nell’albo degli avvocati. Se a Parigi non trovò un impiego, vi trovò moglie nella persona di Marie Elisabeth Huyard, una borghese parigina di origine spagnola, che sposò il 28 settembre 1694 nella chiesa di Saint-Sulpice, e dalla quale avrà quattro figli.

O che avesse cercato invano un lavoro da avvocato o che quella professione gli fosse del tutto estranea, Lesage cercò di vivere con il prodotto dei suoi scritti: grazie all’appoggio dell’amico Auvergnat Dauchet – un giovane con interessi letterari che sarà suo amico per la vita – le sue Lettres galantes, traduzione delle Lettere d’amore di Aristeneto, vennero pubblicate a Chartres nel 1695.

Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2020/11/A-teatro-con-Rai5-canale-23-c7ac591e-8640-4546-8676-7c6d58dd4476-ssi.html

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