Italia educata o ineducata: rivoluzione, dalle parole ai fatti?

I gesti estremi dei singoli – i suicidi – li abbiamo visti, non facciamo diventare gli italiani rivoluzionari, e se qualcuno ha delle soluzioni non stia fermo a guardare o zitto, tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa e se rivoluzione deve essere, che ci sia, ma “educata”.

La crisi mette a dura prova la pazienza dei italiani, chi colpito duramente decide di suicidarsi o reagisce, sì ma come?

Le reazioni possono farci capire tanto e soprattutto cosa una persona è disposta a fare per uscire da uno stato di rabbia e disperazione; i suicidi sono aumentati e probabilmente la solitudine ha dato il colpo finale ma adesso è arrivato il momento di parlare di rivoluzione, parola poco usata nel sociale ma che oggi rivedo costantemente usata da tantissimi italiani.

Casi singoli di reazione contro Equitalia e parlamento li conosciamo già e speriamo Dio che non avvengano più, ma gruppi di persone che si uniscono per fare una “rivoluzione” ancora nulla, se non vedere commenti su social network che fanno rabbrividire, esaltazioni a rivoluzioni non solo civili e questo nuovo modo di reagire ho paura che possa diventare realtà.

Ma siamo pronti e maturi per scendere in piazza, noi italiani odierni una rivoluzione non l’abbiamo mai fatta e se dovesse scoppiare sarà “educata o ineducata” come dice Mauro Adriani nel suo post su facebook:

L’EDUCATO-L’INEDUCATO……E LA RIVOLUZIONE.

Se e quando passeremo dall’essere un popolo di educati e/o ineducati ad essere un popolo di ineducati e/o educati. Se e quando passeremo dal parlare all’agire. Se e quando. Allora e solo allora potremmo anche cominciare a tentare di dare un senso ed un corpo al significato della parola rivoluzione che non deve essere gioco forza violenta se portata avanti con intelligenza… ma semplicemente, naturalmente, educatamente e/o ineducatamente… rivoluzione.

Questo è il più civile che ho trovato, ma tanti altri sono un invito a fare una vera rivoluzione e il problema non è solo frenare quello che oggi leggiamo ma che potrebbe esaltare qualcuno e quindi diventare reale, ma come sia all’estremo il popolo, come sia stanco di come viene gestita la politica italiana.

Torniamo all’argomento, siamo davvero capaci di organizzare una rivoluzione o siamo troppo occidentali e civili? Il nostro limite è parlarne da un divano e divulgarlo su internet o una soluzione potrebbe essere una “rivoluzione educata” affinché si svuotino tante tasche piene di soldi pubblici e puntiamo come fa una famiglia in crisi a gestire la cosa pubblica non come nostra ma del popolo italiano, come una famiglia in crisi si riparte da zero, si educa i figli a spendere meglio e gestire quei pochi soldi perché si arrivi a fine mese, e sì, basterebbe una buona ed onesta famiglia in crisi per gestire meglio gli sprechi che tuttora vediamo…

I gesti estremi dei singoli li abbiamo visti, non facciamo diventare gli italiani rivoluzionari, e se qualcuno ha delle soluzioni non stia fermo a guardare o zitto, tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa e se rivoluzione deve essere, che ci sia, ma “educata”.

NOI SIAMO IL MONDO COROTTO E DI GUERRAFONDAI E O PACIFISTI DA SALOTTO.

A tutt’oggi non esiste una vera e democratica Costituzione degli Stati Uniti d’Europa (è ancora tutta da scrivere). Perciò state attenti all’infame élite economica e politica della fittizia unione europea che dopo aver deciso, nella distrazione generale, di eleggere il debito sovrano e affossare la riorganizzazione democratica del potere: ora ha paura ed è pronta a sacrificare l’intero popolo europeo per difendere se stessa e il suo sistema antidemocratico e profondamente corrotto.

È un dato di fatto: i parlamentari italiani non vogliono cambiare. Pertanto continuano ad approvare leggi incomplete, e incostituzionali, finalizzate a far crescere la disuguaglianza, l’ingiustizia, la corruzione e il debito pubblico. Soldi sottratti al bene comune: Per l’Italia, si calcola che la corruzione comporti un costo di almeno 237 miliardi di euro l’anno e il collegato debito pubblico italiano è destinato a crescere sensibilmente nel corso del 2024, toccando i 2.900 miliardi di euro entro la metà dell’anno. Comportamento spregevole: Smascherati e terrorizzati al pensiero di dover rispondere del loro comportamento fortemente antisociale e delinquenziale. I vili ed egoisti parlamentari italiani hanno deciso di nascondersi dietro il proprio, ben retribuito, silenzio. Cosi facendo hanno lasciato il popolo italiano a vivere nella disuguaglianza, nell’ingiustizia e nella povertà.È fuor di dubbio, l’autentica Democrazia è quella fondata sull’altruismo.

NOI SIAMO IL MONDO COROTTO (False leggi e sentenze approssimative) Sei milioni di persone in povertà assoluta nel 2023: Sono il frutto amaro dell’antidemocrazia di un’élite politica egoista e corrotta e di una magistratura più che compiacente. Non c’è altra soluzione: L’altruismo deve vincere!!!
GUERRAFONDAI DA SALOTTO L’altruista è colui che orienta la sua opera verso il fine di trovare il bene proprio nel bene altrui. È ovvio che l’autentica democrazia deve essere fondata sull’altruismo. Altrimenti non è democrazia: è un inganno!
Voi, creatori della democrazia corrotta. Voi, che con il vostro liberismo senza controllo volete far prigioniero il mondo. Voi, egoisti senza anima e senza onore. Voi, fautori di guerre e sofferenze. Voi, vili e insaziabili profittatori. Questa volta per Voi, guerrafondai da salotto, non c’è nessuna possibilità di vincere.Perche! “Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare come è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale”.

SIAMO TUTTI COINVOLTI (Sull’orlo del baratro) Per il popolo italiano riappropriarsi della propria dignità non è una scelta ma una necessità. L’amministrazione della giustizia, in relazione a quanto stabilito dall’articolo 101 della Costituzione della Repubblica Italiana (“La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.”), è falsata da due gravi violazioni:1) La riserva posta in essere dal parlamento-legislatore (eletto dal popolo) dimostra un comportamento arbitrario che consente allo stesso di raggirare il popolo e non dare direttamente la sua indispensabile interpretazione autentica alle leggi che approva.2) Inoltre il suddetto raggiro lascia spazio alle abusive sentenze creative ideate ed emesse da giudici, complici e compiacenti, che per legge sono soggetti soltanto alla legge. Le conseguenze includono: Un’anomala amministrazione della giustizia basata sull’approssimazione, una permanente ingiustizia, un’incontrollabile corruzione, un’incontrollabile debito “sovrano”, un popolo frodato e l’Italia sull’orlo del baratro.

Maggioranza Mario.La lista Stati Uniti d’Europa vuole dare all’Ue il protagonismo che merita.

Nel programma presentato da Matteo Renzi e Riccardo Magi, davanti a molti studenti universitari milanesi, ci sono il premierato diretto per la Commissione e un esercito comune per i ventisette Paesi dell’Ue. Sempre con uno sguardo al documento sulla competitività presentato da Draghi.

Matteo Renzi arriva a presentare i punti della lista Stati uniti d’Europa sulle note di “I am unstoppable” della cantante Sia, e poi inizia citando le aspirazioni europeiste di Luigi Einaudi, punto di riferimento della lista Stati Uniti d’Europa, il progetto politico nato con la leader di PiùEuropa, Emma Bonino. «Condividiamo completamente il senso di urgenza delle parole che Einaudi pronunciava nel 1956 – dice il leader di Italia Viva – quando con il suo appello spiegava il pericolo di una perdita di sovranità se non si fossero fatti gli Stati uniti d’Europa».

Per le elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, Renzi è anche alla ricerca del voto dei giovani. Lo ha dimostrato ieri allo spazio C30 di Milano presentando i temi della lista Stati Uniti d’Europa davanti a un centinaio di studenti universitari.

L’ex sindaco di Firenze si candida in quattro delle cinque circoscrizioni, precisando che al contrario di altri, come la segretaria del Partito democratico Elly Schlein e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, qualora venisse eletto lascerà il suo seggio al Senato. Un segnale che dimostra anche l’intenzione di prendere sul serio questa tornata elettorale, non solo come un referendum da personalizzare.

A discutere il programma della lista insieme al leader di Italia Viva c’è anche Riccardo Magi, segretario di PiùEuropa. I due non nascondono che per arrivare a questo punto sono stati fatti grandi compromessi, e spiegano che il progetto si fonda su una prospettiva europea che «non vive le elezioni come un sondaggio ma come una sfida», precisa Renzi.

«Siamo tutti d’accordo su un’idea molto precisa, e cioè che se l’Europa non supererà il diritto di veto dando alla politica il compito di decidere, continuerà a essere Viktor Orbán a farlo per noi», chiarisce l’ex sindaco di Firenze.

L’occasione è anche quella per fare un affondo all’attuale presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che la lista ha scelto di non sostenere nella sua seconda candidatura: «Mentre oggi von der Leyen è insieme ad Antonio Tajani a presentare la lista di Forza Italia noi siamo qui a dire che la sua presidenza è stata troppo debole – precisa Renzi – sulle riforme istituzionali, sul posizionamento geopolitico e sugli obiettivi di sostenibilità». Non lo nasconde il leader di Italia Viva, l’obiettivo è una «maggioranza Mario»: il documento sulla competitività europea steso dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi è infatti uno dei cardini della lista Stati Uniti d’Europa.

La lista si presenta come quella più europeista, nonostante le critiche mosse nei confronti dell’attuale leadership europea. Della lista elettorale, nata dall’appello di Emma Bonino, fanno parte PiùEuropa, il Partito socialista, Libdem, i Radicali, Italia c’è e Italia Viva. Al centro del progetto politico c’è la chiara volontà di riportare l’Italia al centro dei grandi dossier internazionali, con un profilo di primo piano nella gestione delle grandi emergenze sul fronte politico, migratorio e fiscale. Ma anche una rinnovata centralità del Parlamento europeo insieme alla proposta di abolizione del voto all’unanimità che spesso blocca le decisioni delle istituzioni europee, frenate da personalismi e strategie di interesse nazionalista.

Il progetto europeo per la lista, che auspica di superare la soglia di sbarramento del quattro per cento, è quello del gruppo politico di Renew Europe guidato dal presidente francese Emmanuel Macron.

Sul programma la lista presenta un elenco di dodici punti, che vanno dalla richiesta di abolizione del voto all’unanimità in Europa fino a quella di un premierato a elezione diretta per il presidente della Commissione europea e alla richiesta di un esercito militare europeo: «Perché se l’Europa continuerà a marciare da sola nel mondo della difesa senza una politica militare continueremo ad avere tanti Paesi che non contano niente». Quindi un progetto politico che elenca come priorità la sostenibilità ambientale, ma richiede questa sia necessariamente bilanciata da una seria politica industriale e che, inoltre, auspica l’allargamento dei confini dell’Unione europea all’Ucraina, su cui precisa Renzi «altri sembrano avere atteggiamenti molto altalenanti».

Diplomazia, intelligenza artificiale e nucleare sono alcuni dei temi sollevati dal pubblico di studenti presente all’incontro. Questioni urgenti che la nuova legislatura europea sarà chiamata a discutere se non vorrà rimanere indietro sul piano energetico e su quello dell’innovazione. Su questi temi la lista richiede che l’Europa prende una posizione unitaria, che non faccia distinzioni tra Paese e Paese. «Sulle politiche ambientali l’Europa deve fare da guida nella riduzione delle emissioni – precisa Riccardo Magi – Noi condividiamo gli obiettivi del Green deal, ma devono essere accompagnate da politiche industriali d’investimento per evitare che diventino un danno per il nostro sistema produttivo».

Renzi non perde l’opportunità di commentare anche il faccia a faccia Meloni e Schlein a Porta a porta, il programma di Bruno Vespa: «Sembra incredibile che si discuta così tanto di questo confronto quando nessuna delle due poi andrà a Bruxelles una volta eletta. Noi sogniamo di cambiare l’Europa e ci tacciano di essere idealisti, ma saremo i soli ad andare veramente a Bruxelles se verremo eletti. Per loro invece l’obiettivo pare quello di raccogliere solo qualche like».

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Elezioni Europee, Renzi attacca Calenda: «Ha distrutto il Terzo polo e corre da solo»

Europee, Renzi: “A Calenda auguro ogni bene, ma lui corre per se stesso noi per un sogno” Così il leader di Iv parla del botta e risposta tra lui e l’ex alleato e le reciproche accuse di essere dei ‘truffatori politici’

“Io ho detto che chi si candida alle elezioni e non va in Europa, e non mi riferivo soltanto a Carlo Calenda, mi riferivo a Carlo Calenda, a Antonio Tajani, a Elly Schlein e a Giorgia Meloni. Queste quattro persone sono quattro truffatori politici, Pannella che era Pannella avrebbe parlato di ladri di democrazia perché si candidano ma non vanno in Europa, quindi questa è la differenza tra noi e loro”. Così Matteo Renzi parla del botta e risposta tra lui e l’ex alleato e le reciproche accuse di essere dei ‘truffatori politici’. “Rispetto a Calenda, io gli auguro ogni bene, noi abbiamo nel simbolo il nome Stati Uniti d’Europa, cioè un sogno, lui ha il suo cognome. Noi se eletti andiamo in Europa, lui invece se eletto rimarrà in Italia”, ha proseguito il leader di Italia Viva. “Aggiungo perché vengo da Bari: noi abbiamo votato contro Michele Emiliano, l’uomo del no Tap, l’uomo del no Ilva, l’uomo della xilella, l’uomo del no trivelle e Calenda si è alleato con Conte per sostenere Michele Emiliano. Allora dico ai cittadini milanesi, sono molto dispiaciuto che Calenda abbia distrutto il Terzo Polo, però la scelta è chiara”, ha sottolineato Renzi, prima di concludere: “Noi siamo per gli Stati Uniti d’Europa, Calenda è per Calenda. Noi siamo per chi entra, deve stare in Europa. Calenda considera la candidatura come altri, semplicemente una truffa rispetto agli elettori e l’altro è che noi siamo quelli che quando c’è da combattere, come nel caso di Emiliano, siamo per mandare a casa Emiliano, Calenda si allea con Conte e con Emiliano”.

Il naufragio del Terzo Polo si rivela nuovamente in un vortice di accuse, che diventano velenose a poche settimane dalle elezioni europee: «Rispetto Calenda, io gli auguro ogni bene. Però noi nel simbolo abbiamo il nome Stati Uniti d’Europa, cioè un sogno, lui ha il suo cognome».

Ne ha una per tutti il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che a margine della presentazione del programma della lista Stati Uniti d’Europa, non ha mancato di attaccare il segretario di Azione, ex alleato nel Terzo polo, anche lui in corsa alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno.

L’attacco a Calenda

«Sono molto dispiaciuto che Calenda abbia distrutto il Terzo polo. Però la scelta è chiara: se noi siamo per gli Stati Uniti d’Europa, Calenda è per Calenda», ha dichiarato il leader di Italia Viva. Renzi ha poi espresso la propria disapprovazione riguardo alle candidature di alcuni leader politici che non si impegnerebbero a restare in Europa una volta eletti: «Noi crediamo che chi viene eletto deve restare in Europa. Calenda considera la candidatura come altri, semplicemente una truffa – ha specificato – come Antonio Tajani, Elly Schlein e Giorgia Meloni. Queste quattro persone sono quattro truffatori politici. Pannella avrebbe parlato di ladri della democrazia. Si candidano ma non vanno in Europa: questa è la differenza fra noi e loro».

L’intervento

La sferzata arriva anche da Calenda. A margine dell’incontro con il Consiglio confederale di Confcommercio l’ex alleato di Renzi ha dichiarato: «Io non sono molto esperto di truffe politiche, credo che quello sia un settore in cui ha operato più Renzi. Io dico agli elettori quello che farò, mi sono candidato dopo che si erano candidati tutti gli altri per trainare una lista molto tecnica».

Le accuse a Conte

Il Leader di Italia Viva ha lanciato una feroce critica anche nei confronti di Conte per non essersi candidato alle europee: «non si candida perché ha paura di non prendere i voti». «Conte è quello che se ne accorge sempre dopo. Quello che non gli piace la riforma della Rai ma intanto l’ha usata. Quello che voleva cambiare tutte le regole del gioco ed è stato tre anni al governo e non ha cambiato niente se non fare un buco come una casa chiamata Reddito di cittadinanza o superbonus”. Nelle scorse settimane, Giuseppe Conte ha spiegato che non correrà alle elezioni dell’8 e 9 giugno perchè a suo avviso «non è pensabile che nella nostra comunità uno esibisca il nome sulla scheda e poi non sia conseguente. Per noi è una presa in giro dei cittadini».

Matteo Renzi: «Meloni ormai è una influencer, pensa a Instagram e non alle leggi»

L’ex sindaco di Firenze: «La premier e Schlein truffano gli elettori, se eletto io in Europa ci vado. Firenze è bellissima, ma è in preda al degrado. Andremo al ballottaggio col Pd»

Definisce Giorgia Meloni «una influencer». Sogna ancora a capo dell’Ue Mario Draghi. E insiste: la premier, Schlein, Tajani e Calenda sono «ladri di democrazia». Se verrà eletto, lui a Strasburgo ci andrà davvero. Parola di Matteo Renzi.

Renzi, perché ha deciso di andarsene a Strasburgo, lei che dal Senato ha lanciato le sue mosse del cavallo?

«Mi dispiace lasciare il Senato in caso di elezione ma mi candido a cambiare l’Europa. Perché c’è bisogno di politica nelle istituzioni comunitarie. E chi è preoccupato del futuro del pianeta non può far finta di niente mentre Bruxelles diventa irrilevante. Mi candido. E dunque se eletto devo andare. Quelli che si candidano per finta, cioè senza accettare l’eventuale elezione, rappresentano uno scandalo solo italiano: Meloni, Tajani, Schlein, Calenda stanno truffando gli elettori. Sono quelli che Pannella avrebbe definito “ladri di democrazia”».

Ancora convinto che il prossimo a guidare l’Ue debba essere Draghi?

«Magari. Forza Italia ci sta proponendo il bis di Ursula von der Leyen. Io penso che sia un errore e che Draghi sia decisamente meglio. Se eletto proverò a ripetere il miracolo del 2021 per Palazzo Chigi, lavorando all’interno del gruppo Renew, per avere Draghi alla guida di una istituzione, Commissione o Consiglio che sia».

A quanto puntate con il simbolo Stati Uniti d’Europa?

«A prendere un voto in più di Salvini. Lui dice “Meno Europa”. Che poi alla lunga chi dice Meno Europa vuol dire Più Cina, non più Padania. Noi diciamo il contrario. Tanti di noi coltivano il sogno degli Stati Uniti d’Europa, anche se magari alle amministrative o alle politiche votano altro. Qui si vota per Strasburgo, dimostriamolo votando per un sogno e non per un cognome».

Meloni ha personalizzato la sfida trasformandola in un referendum sulla sua leadership. Ha consigli da darle?

«Non credo che Meloni faccia un referendum su di sé. Penso che sia semplicemente interessata a contarsi: lei vive queste elezioni come un grande sondaggio. Penso che sia un errore politico: queste elezioni servono per contare in Europa, non per contarsi in Italia. Meloni è brava a comunicare ma non ha fatto una sola riforma da quando è a Chigi. Nei podcast con Diletta Leotta è molto brava. Nel fare le leggi in Parlamento no. Per questo dico che lei è una bravissima influencer. Ma non è una leader politica. Lei ha scambiato Instagram per la Gazzetta Ufficiale. Però a molti piace perché pensano: ah finalmente una di noi a Chigi. Io a Chigi non voglio uno simpatico, voglio uno bravo, competente, capace».

L’Europa è da sempre percepita come “matrigna” dai cittadini e ininfluente per crisi e guerre come Ucraina e Medio Oriente. Crede che von der Leyen abbia spianato la strada ai sovranisti?

«Credo che Ursula abbia fallito su molti temi. Sulla politica diplomatica l’Europa non esiste. Sulla riforma delle istituzioni nessun passo in avanti. Sullo stato di diritto ha ceduto a Orban. Sul Green Deal è stata talmente ideologica da portare alla chiusura molte aziende europee. Per me von der Leyen ha fallito: prima va a casa meglio è. Chi vota Forza Italia vota Ursula. Chi vota Stati Uniti d’Europa chiede di cambiare».

Cosa farà la sera del faccia a faccia fra Meloni e Schlein in programma da Vespa?

«Campagna elettorale, come sempre. Con l’unica eccezione del 29 maggio per andare ad Atene a vedere la finale di Conference della Fiorentina. Non so come possano pensare di fare questo dibattito violando le regole della par condicio e non credo che alla fine saranno autorizzati. Ma se così fosse sarebbe molto interessante vedere due leader dibattere per delle elezioni al Parlamento Europeo per il quale si sono candidate ma non intendono andare nemmeno se elette. Il nostro traguardo è Strasburgo, a loro basta fermarsi da Bruno Vespa. Questo è il segno del declino delle istituzioni italiane».

Nordio ha rassicurato i magistrati, l’autonomia è un «dogma», ma va avanti sulla separazione delle carriere. Schlein dice che sancirebbe la sottomissione dei pm al governo.

«Dibattito inutile. Questa maggioranza fa annunci ma non porta a casa nessuna riforma. È solo wrestling verbale, chiacchiericcio senza sostanza. In compenso io sono andato al congresso dei magistrati e a viso aperto ho spiegato loro perché il vero problema è la vita dei cittadini. Io sono stato massacrato mediaticamente e la mia famiglia aggredita. Ma sono forte e resisto, rispondo, ribatto. Anzi: sono andato dai magistrati e ho detto loro quello che pensavo, guardandoli negli occhi. Ma un cittadino comune rischia di essere distrutto. Preoccupiamoci di questo, della vita dei cittadini indifesi, della sicurezza degli anziani e delle ragazze nelle stazioni e nelle città. Non di una riforma che non si farà mai».

Che pensa degli attacchi di Salvini e Crosetto ai pm che indagano sul sistema Liguria?
«Noi siamo garantisti sempre. La destra è garantista solo con Toti e Delmastro. La sinistra è garantista solo con la Salis e Appendino. Mentre Crosetto è sempre stato coerente, Salvini no: io me lo ricordo quando ci attaccava ai tempi del nostro governo. Per non parlare del giustizialismo di Meloni e dei suoi. La verità è che questo Paese diventerà un Paese civile solo quando commenteremo le sentenze, anziché commentare le indagini».

Ha detto che non reintrodurrebbe il finanziamento pubblico ai partiti. Ma una legge che regoli meglio quelli dei privati?

«La legge funziona. Alcuni pm provano a interpretare le leggi per colpire qualcuno ma poi – come dimostra la vicenda Open – arrivano la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale a smentire quei pm. Non importa scrivere nuove leggi: basta rispettare e applicare quelle che ci sono».

Corre anche nel centro Italia: punta a soffiare voti pure a Nardella?

«No. Per Nardella il Parlamento europeo è l’unica opzione per continuare a far politica. Per me è diverso: io ho già un incarico. Mi metto in gioco perché sono preoccupato come padre per il futuro dell’Europa. Per Dario correre a Strasburgo è una necessità, per me è un sacrificio personale che nasce dal sogno degli Stati Uniti d’Europa».

Ha appena finito una passeggiata con Saccardi, candidata a sindaca a Firenze, a caccia di degrado. È così messa male la sua città?

«La città è bellissima, come sempre. Fa piangere il cuore vedere l’incuria che la caratterizza. Cartelli divelti, sudicio da tutte le parti, adesivi, transenne, buche, traffico. Saccardi ha proposto un assessorato per la lotta al degrado e per le piccole cose. E del resto Stefania sa come si amministra una città: speriamo che in questa campagna elettorale Funaro e Schmidt imparino qualcosa da lei».

Perché a Firenze non avete stretto un’alleanza con Sara Funaro e il Pd? Teme ritorsioni in Regione?

«Le ritorsioni le fanno i mafiosi, non i partiti. In Regione ci siamo presentati insieme nel 2020 e arriveremo insieme al 2025: si chiama rispetto dei cittadini. Con Funaro non abbiamo chiuso perché non ci piaceva l’idea di dedicare centinaia di milioni di euro allo stadio anziché alle case popolari. Alla serie A anziché al sociale. Funaro è una bravissima ragazza ma evidentemente pensa di vincere al primo turno, io dico che se continua così rischia di perdere al secondo».

Si è detto convinto che Saccardi arriverà al ballottaggio. Se non dovesse accadere, esclude di appoggiare Eike Schmidt e il centrodestra al secondo turno?

«Sono convinto che possiamo arrivarci. E per questo lavoro con tutto me stesso per la lista “Al centro con Saccardi”. Se si va al ballottaggio Stefania diventa sindaco. Tutto il resto, oggi, non mi riguarda».

Schlein potrebbe chiudere la campagna per le Europee a Firenze.

«È rischioso giocarsi il tutto per tutto su Firenze. Le conveniva fare gli accordi. Chi le ha gestito l’operazione non le ha fatto un piacere. A lei conveniva mettere in secondo piano Firenze e puntare tutto sulle Europee. Se lei fa il 22% alle Europee e poi però perde Firenze che succede?».

Ho vissuto invano, ‘mi dicono di non uscire di casa’”

Avanti sempre così signora Liliana con coraggio ma quella gente che lei definisce malata secondo me non è malata ma è cattiva odiosa invidiosa è per certi versi anche ignorante. Siamo un popolo malato si , di Odio! Ma nulla viene a caso! Gli odiatori partano da molto alto! Tantissimi auguri.

Liliana Segre: “Sono gli odiatori che andrebbero curati. 

“Dovrebbero essere gli odiatori ed essere protetti e curati“. A parlare è Liliana Segre, senatrice a vita, che nel corso del suo intervento al convegno “Le vittime dell’odio”, al memoriale della Shoah a Milano, ricorda le “minacce pazzesche” che riceve e ignora da anni “perché il silenzio mi sembrava la cosa migliore, e mi preoccupo anche di questi odiatori, perché sono una mamma e una donna”.

Segre: “Come posso avere paura di uscire di casa?”

Secondo Segre, sopravvissuta alla Shoah, gli odiatori “dovrebbero essere curati da una équipe di medici. Quando si sanno i nomi, è una preoccupazione della società. Quando ho fatto il vaccino (contro il Covid, ndr) mi hanno scritto come se fossi un untore. Mi augurano la morte? Io ho risposto calma, ho 93 anni e mezzo. Uno che mi augura la morte, io dico che è lui da curare. Sei malato. Ho visto tutto, come vuoi che abbia paura di uscire di casa?”, ha aggiunto Segre. “Ho vissuto invano” E’ un fiume in piena la senatrice a vita: “Dico sempre che ho vissuto invano. Per 30 anni sono andata nelle scuole a raccontare ciò che era successo. E ritrovarmi a 94 anni a sentirmi dire ‘stai attenta, stai a casa’… A me piace vivere, sono attiva, ho tante passioni. E dovrei stare a casa perché qualcuno vuole ammazzarmi? No”. Piantedosi: “Antisemitismo alimenta terrorismo” La senatrice ha partecipato al convegno, moderato da Enrico Mentana, organizzato dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) su “Le vittime dell’odio”. Presente anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Dal 7 ottobre abbiamo avuto il 1000% di aumento di segnalazioni di sentimenti d’odio. Abbiamo alzato le barriere ma il sentimento di antisemitismo può alimentare forme di terrorismo”.

“Io noto che nella discussione pubblica c’è una certa sottovalutazione. Negare la parola a qualcuno o assaltare un obiettivo di matrice ebraica, è la cosa più sbagliata. Ogni azione che cela una riproposizione di sentimenti antisionisti e antisemiti va rifiutata da tutti” ha aggiunto Piantedosi.

L’Ue rischia di scivolare a destra. E il Pd è senza linea politica. La versione di RENZI.

Le elezioni dell’8 e 9 giugno segneranno il futuro dell’Europa. È in ballo il destino del vecchio continente in una stagione della storia che ha visto saltare ogni equilibrio geopolitico. I conflitti dall’Ucraina alla Terrasanta, i massacri religiosi dalla Birmania alla Nigeria, il futuro della democrazia dall’India agli Stati Uniti sono argomenti enormi e complessi. L’Europa oggi è irrilevante. Noi vogliamo rilanciare sulla politica. Perquesto abbiamo accolto la proposta di Più Europa per la lista “Stati Uniti d’Europa”. Matteo Renzi  ITALIA VIVA CON STATI UNITI D’EUROPA: si propone di presentare un’offerta politica che esca dalle logiche del bipolarismo. La scelta di correre nella coalozione, dagli Stati Uniti d’Europa è giusta: gli elettori saranno di fronte a una posizione chiara. Il Pd è senza linea politica, mentre anche fuori dai confini nazionali serpeggia il timore di uno scivolamento a destra dell’Ue. Conversazione con il SENATORE MATTEO RENZI.

Sta girando ovunque, in giro per l’Italia. L’obiettivo è quello di presentare i candidati della lista che correranno alle elezioni europee e spiegare che esiste “una forza politica che non si piega alle logiche del bipolarismo” e che “cerca di lavorare sui temi, al di là della passerella di vanità cui stiamo assistendo in queste settimane”. Matteo Renzi, il percorso del partito e, nella sua intervista ci, spiega il senso della diversità della proposta politica di ITALIA VIVA.

Di ritorno da un pranzo a Maranello con oltre duecento persone e una serie di tappe su e giù per lo Stivale in agenda. RENZI, che aria si respira attorno alla proposta politica di STATI UNITO D’EUROPA?

La costruzione di una lista di persone legate ai territori, scelte sulla base delle loro competenze sta dando ottimi risultati. Le persone si avvicinano a noi e riconoscono la nostra diversità, indicandola come valore aggiunto. La nostra concretezza e il fatto di lavorare sui temi, stanno dando buoni frutti. Mentre altrove vedo una passerella di leader che si scontrano, ma non affrontano i dossier delicatissimi sui quali l’Ue si dovrà concentrare da qui ai prossimi mesi.

Calenda, ha scelto d’andare da solo e di candidarsi in prima persona. 

Si è trattato in qualche modo di una scelta obbligata. Quando hanno visto che Meloni e Schlein avevano scelto di correre come capilista, non potevano non opporre la loro alternativa. E, dunque, il loro leader Carlo Calenda. Ma più del leader in sé è importante ciò su cui stianno cercando di concentrare l’attenzione. Un esempio su tutti è il richiamo a un Europa forte sulla questione africana. Un continente che – in un contesto globale di inverno demografico – ha due miliardi e mezzo di giovani. C’è, in quel contesto, un rischio fortissimo di inflitrazioni russe e cinesi.

Perché non hanno aderito al progetto degli Stati Uniti d’Europa?

Non li piacciono le coalizioni di scopo. Gli elettori con noi hanno invece la possibilità di fare una scelta chiara e netta. Ogni posizione è legittima, ma mi pare che in quella lista ci siano persone diverse che perseguono scopi diversi. L’opportunismo di maniera non fa per noi.

Lei è stato piuttosto critico, in diverse occasioni, anche col Pd. Cosa contesta ai dem?

Di aver inserito in lista tutto e il suo contrario. Persone che hanno sensibilità, su temi strategici, diametralmente opposte. Dal sostegno all’Ucraina alla politica estera più in generale. Con la segretaria che firma per l’abolizione del Jobs Act. È una chiara rappresentazione anche al cospetto degli elettori, della totale assenza di una linea politica.

Teme che le urne possano consegnare il risultato di un’Europa eccessivamente sbilanciata a destra?

Sono membro dell’assemblea parlamentare della Nato e questo timore è piuttosto diffuso anche oltre i confini nazionali. In un contesto così complesso, di conflitti sanguinosi e scontri aperti, i venti che spirano sono preoccupanti. Siamo di fronte alla terza crisi: dopo quella dei partiti e della politica, siamo arrivati alla crisi del modello democratico. E, francamente, dalla nostra prospettiva, è uno scenario tutt’altro che rassicurante.

POST DI bezzifer.altervista.org DEL 13/5/2024

Vai avanti MEB noi vogliamo la verità ,io non voglio pagare anche Travaglio con i soldi che pago per il canone Rai ,basta parassiti. – Blog di bezzifer

Vai avanti MEB noi vogliamo la verità ,io non voglio pagare anche Travaglio con i soldi che pago per il canone Rai ,basta parassiti. – Blog di bezzifer

Cantone, come sempre molto equilibrato. Bravo . La sostanza di ciò che dice va meditata con cura – Blog di bezzifer

LA PREMIATA DITTA. – Blog di bezzifer

Enews 964 DI MATTEO RENZI. – Blog di bezzifer

L’Ue rischia di scivolare a destra. E il Pd è senza linea politica. La versione di RENZI. – Blog di bezzifer

Blog di bezzifer – DI TUTTO DI PIU SENZA PELI SULLA LINGUA E SENZA FAKE. Nuovi tempi, vecchi errori in forma nuova.Non sono nè un giornalista, nè un cronista, sono un cittadino ITALIANO che scrive come la vede. Che esprime semplicemente il suo punto di vista, che non siete obbligati a condividere. Libero io e liberi tutti, il pensiero non è un canarino. sito targato WordPress

Enews 964 DI MATTEO RENZI.

Buongiorno a tutti e buona settimana.
Ultime quattro settimane prima del voto.
Noi ci presentiamo per cambiare l’Europa e la nostra lista ha nel simbolo il sogno degli Stati Uniti d’Europa.
Gli altri si presentano per contarsi in Italia e le loro liste hanno nel simbolo il cognome dei loro leader.

 
L’esempio più chiaro?
Il confronto tra Schlein e Meloni che si terrà (forse) da Bruno Vespa su Rai1.
Le due leader si candidano in Europa ma non resteranno in Europa in caso di elezione: eppure il servizio pubblico dedica loro una trasmissione per sapere quali sono le loro proposte per le Europee, cioè per le elezioni in cui si candidano senza voler essere elette.
Il loro obiettivo non è fare politica a Strasburgo: il loro obiettivo è far bella figura a Porta a Porta.
Non sono interessate a cambiare l’Europa davvero, a loro bastano lo share della prima serata e i like.
Questo modo di fare distrugge la credibilità della politica.
Perché tutto diventa solo wrestling televisivo e lotta sui social.
E il Parlamento di Strasburgo diventa meno importante degli studi Rai di viale Mazzini.
 
Guardate che questo non è uno scherzo: questo è IL punto.
Ventisei Paesi su ventisette usano le elezioni europee per eleggere i propri rappresentanti.
Un Paese su ventisette – l’Italia – usa le elezioni europee come sondaggio.
Poi capiamo perché contiamo meno degli altri in Europa?
SchleinMeloniTajaniCalenda e tutti quelli che si candidano per finta stanno truffando gli elettori.
Siamo gli unici a dirlo, ma siamo così fieri di essere gli unici dalla parte della serietà. ATTENZIONE.
Siccome noi ci candidiamo sul serio e gli altri invece hanno i media per i confronti, SERVE il vostro aiuto.
Sabato e domenica prossima (18 e 19 maggio) dobbiamo letteralmente riempire le piazze in TUTTA Italia con tavolini destinati a:
·      Far conoscere il simbolo
·      Distribuire materiale elettorale
·      Parlare con le persone
Per chi è interessato a organizzare uno di questi punti informativi segnalo l’indirizzo volontari@matteorenzi.it
Oppure il TEXT RENZI (3347335300) che è attivo per segnalare domande, fare proposte, offrire disponibilità per chi vuole darci una mano o segnalare un problema. A questo proposito. Domani, martedì sera, alle 21 faremo la prima diretta FACEBOOK per rispondere alle tante domande che stanno arrivando via whatsapp.
 Sarà una settimana molto intensa. Vi indico solo alcune tappe delle tante che faremo.
Stamattina sono a Bari per incontrare la stampa locale e spiegare perché la Puglia non tornerà a correre finché ci sarà Michele Emiliano alla guida. Noi non siamo interessati alle inchieste. Noi diciamo che Emiliano ha fallito su Tap, Ilva, Xylella, trivelle, buona scuola. È stato il capo dei populisti. E sarebbe già andato a casa se non lo avessero salvato mercoledì scorso i Cinque Stelle e Azione. I partiti che fanno le pulci agli altri sulla questione morale salvano il Presidente della Regione dalla doppia morale. Andiamo a Bari per dire ai cittadini pugliesi che solo noi in questi anni abbiamo sempre proposto un’altra linea rispetto a Emiliano. Solo noi. E oggi che i fatti dimostrano come quel sistema non funzionasse siamo gli unici ad avere il coraggio di chiedere le dimissioni. Gli altri fanno grandi discorsi su Twitter e su Instagram ma poi si tengono buone le poltrone in regione. Chi vuole firmare per le dimissioni di Emiliano può farlo qui
Nel pomeriggio siamo a Milano per presentare il programma degli Stati Uniti d’Europa con i ragazzi più giovani. Appuntamento alle 17 al C30, in via Cassala 30 . Studenti universitari, ragazze e ragazzi, studenti di scuole superiori sono i benvenuti.
Segnatevi intanto la data di venerdì 17 alle ore 18 a Roma. Ci sarà un grande evento assieme a Emma Bonino. Credo si debba dire grazie a Emma per il coraggio e la forza di fare una campagna elettorale così delicata ma così importante. E il fatto che la Bonino non si stia risparmiando e stia in prima linea nel chiedere gli STATI UNITI d’EUROPA è un gesto straordinario che va sottolineato con gratitudine. Maggiori dettagli nei prossimi giorni
Chi vuole restare aggiornato, può farlo anche iscrivendosi al mio canale whatsapp
 Il Governo continua a non fare nulla ma a fare annunci su tutto.
Sul reddito delle famiglie i dati smentiscono di nuovo Giorgia Meloni. Con lei la situazione sta peggiorando come le avevo detto in Aula mentre lei utilizzava dei dati sbagliati per sostenere che la realtà fosse bellissima. Qui il mio video che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni mentre rispondo alla Premier.
Sugli 80€ abbiamo fatto una card semplice e banale per mostrare le differenze. A chi vi dice che siamo tutti uguali mostrate queste card. Sono molto immediate e servono per mostrare plasticamente che abbiamo risultati da portare.
Sulle famiglie. Ieri Meloni ha fatto una bella intervista a Diletta Leotta parlando del suo ruolo di mamma. Posso dirlo? Mi è piaciuto ascoltarla.
Se ho una critica però non è sulla Giorgia madre ma sulla Meloni Premier: cosa sta facendo per la natalità? Per le mamme? Da quando c’è Meloni il potere di acquisto delle famiglie è indebolito e l’IVA sui prodotti per l’infanzia è aumentata. La libertà di scegliere di poter conciliare carriera e maternità, o scegliere liberamente fra l’una e l’altra, di cui parla e che mi trova d’accordo, partono da azioni concrete: per ora, non se ne vedono. Giorgia da Leotta è una bravissima influencer. Meloni a Chigi non porta a casa risultati. Giorgia piace, ma qualcuno ha il coraggio di dire che Meloni non funziona?

Le mie iniziative di questi giorni
Ho fatto un confronto con alcuni degli altri candidati a Milano, a Confindustria. C’erano GiorgettiCrosetto, Calenda e Tajani. Quest’ultimo si è pure arrabbiato mentre parlavo. Qui ci sono le cose che ho detto. Particolare curioso: nessuno delle persone che stava con me sul palco verrà in Europa. chi di loro si candida, si candida per finta. Bah…Sono stato dall’Associazione Nazionale Magistrati. Il clima di freddezza respirato mentre entravo e mentre andavo verso il palco era “siberiano” e la cosa non mi stupisce pensando a tutti i comunicati che l’ANM ha fatto contro di me nel corso degli anni. Ma ho detto quello che pensavo a viso aperto e sono fiero di avere il coraggio di guardare negli occhi i miei interlocutori difendendo le parole Libertà e Giustizia. Troppo spesso la politica si è comportata in modo vigliacco davanti alla magistratura. Io ho molti difetti ma non sarò mai vigliacco e dico le cose in faccia. Qui trovate il mio intervento.
Sono andato con Stefania Saccardi – l’unica candidata sindaca realmente all’altezza di Palazzo Vecchio –  in centro a Firenze per evidenziare il degrado della città della bellezza. Mi ha colpito il clima con cui siamo stati accolti tra i cittadini. Io dico che anche a Firenze i risultati saranno superiori alle aspettative: le persono vogliono un’amministrazione che sia all’altezza della storia di Firenze, non un gruppo di amici che spreca decine di milioni di euro pubblici per rabberciare metà dello stadio, anziché per investire nelle scuole e nelle case popolari. Qui per chi vuole vedere il video.

In questi giorni ho fatto qualche intervista. Per leggerle, qui:

Il TirrenoLa Gazzetta del MezzogiornoIl GiornaleLa Nazione
 
Pensierino della Sera. Grazie ad alcuni articoli (Il Riformista con il professor Puglisi Il Foglio con Luciano Capone) abbiamo scoperto che la società editrice de Il Fatto Quotidiano riceverebbe soldi pubblici dalla RAI. Cioè i denari del vostro canone non vanno per il servizio pubblico ma vanno al gruppo di Travaglio and company per pagare alcune loro produzioni che poi finiscono nelle vostre case. Io lo ritengo uno scandalo. La RAI che paga la società di Travaglio: ma siamo impazziti? La nostra Maria Elena Boschi ha chiesto chiarimenti in commissione di vigilanza della RAI e i vertici dell’azienda dovranno confermarle o meno la cosa nei prossimi giorni. Ma nel frattempo le ha già risposto Travaglio insultandola in un editoriale e dicendo che sì, è vero, c’è una produzione pagata dalla RAI ma che lui porterà la Boschi in tribunale, nel suo “habitat naturale”. Effettivamente è vero: la Boschi conosce i tribunali perché è avvocato, mentre Travaglio conosce i tribunali perché è un pregiudicato penale con sentenza passata in giudicato e un pluricondannato civile. E io anzi approfitto per ringraziarlo anche a nome della mia famiglia di tutto quello che ha fatto per noi a livello di risarcimento civile. Ma al di là del tono di Travaglio e della sua violenza verbale: vi rendete conto che la RAI paga la società editrice de Il Fatto Quotidiano per fare programmi che potrebbe fare con personale interno? Ma non vi sembra uno scandalo? Vi leggo: matteo@matteorenzi.it
 
Un sorriso,
Matteo
 
PS Chi può darci una mano economica per questi ultimi giorni ci fa un grande regalo. La par condicio ci impedisce di arrivare a tutti come vorremmo e dunque stiamo lavorando sui social e con i manifesti. Ogni contributo è prezioso. 

LA PREMIATA DITTA.

LA PREMIATA DITTA

Meloni vs Schlein si fa per dire. Nel gioco prestabilito delle parti che fissa i paletti del confronto limitandolo a “destra” e “sinistra”, forzatamente ricondotti alla loro immagine storica per la facile identificazione. Un bluff che consacra la polarizzazione escludendo ogni altro.
Complici il buon Vespa e la Rai che ignora la par condicio. Emittenza militante che prosegue il declino ormai comprovato nella qualità e nell’agibilità democratica, con il ruolo di benefattrice di un giornale che ovviamente incensa la rete e i suoi denari pubblici.
La Premier come da attese vincerà facile salvando, però, la competitor. Compagna inossidabile della rivendicazione al servizio della mistificazione, controparte precisa di una parte complice nel profilo complessivo e old style che serve a rinvigorire gli istinti identitari per conservare un sistema. Dirlo è quasi scontato per quanto inutile. E se Mamma Rai è la principale agenzia educativa, c’è da chiedersi cosa sarebbe se non lo fosse .
Poi Giorgia conquisterà la “sfida” suscitando le ovvie reazioni su cui distogliere e fare cassa. L’importante è vivacchiare senza alterare lo stato delle cose, perché la pantomima è servita, i media ne parleranno e le opinioni popolari saranno indotte e santificate da qualche sondaggio.
Sarà però uno “scontro” tra pari nella menzogna: perché Meloni e Schlein si candidano per essere elette senza andare in Europa, una grave mancanza  contro gli elettori e le istituzioni. Ma questo è, senza che qualcuno rimarchi il vero senso della cosa tranne qualche rara eccezione che poi è la migliore di tutti. Nel coraggio e nell’onestà che non sono  improvvisabili, come il garantismo che se serve non serve solo per gli affari giudiziari. Ne va della tenuta del paese nella sua mentalità, salvati solo dal telecomando. Forse.

Il prossimo 23 maggio, in prima serata su Rai 1, il noto talk show condotto da Bruno Vespa ‘Porta a Porta’ ospiterà un confronto di un’ora tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Un’occasione imperdibile per entrambi i contendenti, ma soprattutto un banco di prova significativo per l’opinione pubblica italiana. L’interrogativo principale che si pone è: a vantaggio di chi, a nocumento di chi? Entrambi i candidati hanno molto da guadagnare o da perdere da questo confronto televisivo. Vediamo quindi quali elementi potrebbero rivelarsi decisivi per il risultato finale. Elemento 1: Carisma. Se la premier dimostrerà un maggiore carisma rispetto alla segretaria del Partito Democratico, potrebbe compensare il suo ruolo di presidente del Consiglio, esponendola meno alle critiche. Al contrario, se Schlein non riesce a ottenere la stessa popolarità di Meloni, quest’ultima potrebbe trarne ulteriori vantaggi. Tuttavia, Schlein deve affrontare il compito di consolidare la sua posizione fragile all’interno del partito, cercando di guadagnare il sostegno necessario per competere efficacemente con la sua avversaria. Mentre Meloni sembra avere una base più solida, avendo personalizzato Fratelli d’Italia e il governo stesso, Schlein deve confrontarsi con le dispute interne al Partito Democratico e al centrosinistra. Elemento 2: Teatralità.Meloni ha dimostrato di essere un’abile attrice politica, in grado di trasformare ogni sua apparizione pubblica in uno spettacolo coinvolgente. Schlein, al contrario, sembra mancare di quella capacità empatica e teatrale che caratterizza la sua avversaria. Mentre Meloni recita una parte con maestria, Schlein cerca di trasmettere un ribellismo articolato, ma difficile da sintetizzare e propagandare. Questo potrebbe metterla in difficoltà nel confronto diretto, soprattutto con un elettorato più incline a valutare le performance teatrali. Elemento 3: Contenuti.Meloni basa la sua strategia sul critico “quelli che c’erano prima”, cercando di giustificare l’attuale stallo politico e l’incertezza del futuro. Schlein, invece, deve concentrarsi sull’attacco, cercando di conquistare voti dall’elettorato del Partito Democratico e da altre aree politiche. Tuttavia, il suo profilo identitario risulta più sfumato rispetto a quello di Meloni, che ha consolidato una base di votanti fedeli alla destra.

Il confronto televisivo tra Meloni e Schlein è stato oggetto di dibattito all’interno del Partito Democratico. Fonti interne al partito hanno rivelato che la scelta di Vespa come conduttore è stata voluta dalla premier, mettendo così il PD in una situazione di svantaggio. Tuttavia, i rappresentanti del partito hanno ribadito che accettare questa condizione è stata una decisione non negoziabile, dimostrando determinazione nel confrontarsi sul terreno più difficile senza tirarsi indietro.

In conclusione, sebbene Meloni sembri favorita sulla carta, i pronostici sono spesso incerti in politica. Il confronto televisivo potrebbe rivelarsi un momento cruciale per entrambi i candidati, con potenziali cambi di scenario fino all’ultimo minuto.