La giovane donna, bosniaca, racconta la dinamica dell'omicidio avvenuto in zona Ortomercato

Parla la sorella del 18enne ucciso nella notte tra giovedì e venerdì in via Varsavia a Milano. “Erano in cinque o sei persone, col viso coperto, lo hanno picchiato e poi gli hanno sparato“, racconta Sara, 20enne di origine bosniaca. Jhonny Sulejmanovic, il nome della vittima, stava dormendo in un furgone assieme alla giovane moglie quando è stato ucciso. Tra le prime ipotesi al vaglio una possibile faida o vendetta: la vittima al momento non risulta avere precedenti. “Mio fratello era bravo, non aveva litigato con nessuno”, ha aggiunto la giovane donna.

Ho visto tutto, lo hanno picchiato, poi sono venuti sotto le finestre. È arrivata una macchina con cinque-sei persone, avevano dei coltelli lunghi e delle pistole, ho visto mio fratello che moriva. Una persona dei palazzi ha chiamato la polizia e sono scappati. Ho visto tutto, mio fratello era per terra, lo picchiavano in cinque, sei persone, con delle maschere, a volte coperto. Lui era nel furgone con sua moglie che dormiva”, ha raccontato Sara, che ieri sera aveva parcheggiato il camper dietro a quello del fratello. La giovane ha raccontato che la famiglia, di origine bosniaca, sarebbe arrivata in via Varsavia da 5-6 mesi. Stessa versione quella del fratello che parla di persone sconosciute alla vittima.

“Conoscevano la macchina. Gli hanno detto ‘andiamo a bere in un bar’, la moglie ha detto di no. Sono arrivato a piedi dal semaforo, ho visto che lo picchiavano, non sapevo che avevano una pistola. Gli ho dato dell’acqua e mi ha detto ‘ti voglio bene'”, ha detto l’uomo che ha trovato il 18enne già agonizzante a terra. Secondo la sua versione, il gruppo sarebbe stato composto da bosniaci.

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