STANISLAO Leszczyński, re di Polonia in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

STANISLAO Leszczyński, re di Polonia

Enciclopedia Italiana (1936)

STANISLAO (Stanisław) Leszczyński, re di Polonia

Giovanni MAVER

Nacque a Leopoli il 20 ottobre 1677, morì a Lunéville il 23 febbraio 1766. Figlio di Raffaele, vicetesoriere della corona e di Anna Jabłonowska, ambedue di famiglia magnatizia, ebbe presto cariche onorifiche e a soli 22 anni divenne voivoda di Posnania. Avversò il re Augusto II, e quando questi fu sconfitto (1702) da Carlo XII di Svezia, la Confederazione di Varsavia proclamò l'interregno, e nel 1704 elesse re il giovine St. L. Ma il suo fu un regno più nominale che effettivo; e negli avvenimenti che allora si svolsero in Polonia e intorno alla Polonia (pace a Altranstädt e rinunzia al trono di Augusto II, 1706), pur palesando non comuni qualità di statista, ebbe una parte subordinata di esecutore degli ordini di Carlo XII. E a Carlo XII, cui per l'animosità dei Polacchi contro gli Svedesi non poté prestare alcun aiuto nella battaglia decisiva di Poltava (1709), restò fedele anche nella sventura. Mentre Augusto II non aveva difficoltà a impadronirsi di nuovo della Polonia, egli seguì la sorte di una parte degli eserciti svedesi a Stettino, a Stoccolma e di nuovo in Pomerania, nel 1712 raggiunse il suo protettore a Bender, e per oltre un anno ne divise le sorti, formalmente in qualità di ospite del sultano, in realtà quale suo ostaggio. Nel 1714 si stabilì nel principato di Zweibrücken, ma dopo la morte di Carlo XII dovette abbandonare anche questa modesta residenza e si rifugiò, povero e abbandonato, a Wissembourg (Weissenburg) in Alsazia. Nel 1725 ebbe la fortuna di diventare suocero di Luigi XV. La sua ambizione, rimasta viva a onta di tutte le traversie, ebbe così nuovo nutrimento, e infatti dopo la morte di Augusto II (1733) la maggioranza dei Polacchi, avversa ai Sassoni e sperando nell'appoggio della Francia, lo richiamò in patria. Ma questo aiuto apparve subito poco efficace, e anziché giungere a Danzica scortato dalla flotta francese, St. L. vi arrivò travestito da commerciante. Ciò non ostante Varsavia lo accolse con entusiasmo, e il 12 sett. 1733 30.000 nobili lo acclamarono per la seconda volta re polacco. Ma questa volta la sorte fu ancora meno benigna con il re nazionale. Russia e Austria imposero ai Polacchi Augusto III, che fu incoronato a Cracovia. St. L. cercò invano di opporre resistenza ai Russi a Danzica e dovette fuggire in maniera che fu ancora più umiliante del non troppo decoroso arrivo. Il suo tentativo di salvare il trono fomentando discordie interne nella Polonia abbandonata non sortì alcun risultato. La cosiddetta guerra di successione polacca ebbe tutt'altre mire che quella di porgere aiuto a St. L., cui nella pace di Vienna (1735) fu assegnata a vita la Lorena. Qui egli trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita dedito a studî filosofici e politici. A Lunéville creò una splendida corte e fondò una scuola per i nobili (frequentata da molti Polacchi), a Nancy istituì (1751) una società letteraria che accolse fra i suoi membri anche Montesquieu. Conosciutissimo in Francia, ebbe anche molti amici in Polonia, e per lunghi anni fu il più fecondo intermediario tra la cultura francese e la sua patria. Fra le sue opere la più importante è Głos wolny, wolność ubezpieczajâcy (Libera voce assicurante la libertà, 1749), che contiene il suo programma di governo della repubblica polacca. L'opera che dimostra chiarezza di vedute e un vivo senso della realtà ha avuto in Polonia una grande notorietà e una notevole influenza sui riformatori polacchi dell'epoca di Stanislao Augusto.

Ediz.: Œuvres du philosophe bienfaisant, voll. 4, Parigi 1764 (scelta, Parigi 1825); edizione critica del Głos wolny, a cura di A. Rembowski, Varsavia 1903.

Bibl.: Proyart, Hist. de St. I Roi de Pologne, Duc de Loraine et de Bar, voll. 2, Lione 1784; P. Boyé, St. L. et le troisième traité de Vienne, Parigi 1898; id., La cour de Lunéville, Nancy 1898; Mangras, Les dernières années du roi St., 1906; in polacco si veda il saggio sintetico di J. Feldmann, St. L., in Przgelâd współczesny, 1934.

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