Patrizia Cavalli: Le  mie poesie non cambieranno il mondo - la Repubblica

Il Venerdì

Patrizia Cavalli: memorie di una poeta

Patrizia Cavalli (1947-2022) nella foto di fine anni Ottanta che compare sulla locandina del documentario Le mie poesie non cambieranno il mondo  

Patrizia Cavalli (1947-2022) nella foto di fine anni Ottanta che compare sulla locandina del documentario Le mie poesie non cambieranno il mondo  

 

PSYCO Al cinema il documentario-intervista “Le mie poesie non cambieranno il mondo”

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«Volete farlo perché sto morendo?». Senza mezzi termini, come sempre, così

Cavalli racconta di sé, recita le sue poesie, canta, cammina. Dice che la poesia sorge nel corpo ma è un’attitudine della mente, una straordinaria fiducia nelle parole. E che è l’amore ad avere prodotto la maggior parte delle sue poesie, perché le parole esistono grazie a ciò che manca. Un’intervista senza protagonismo degli intervistatori, che non cercano la scena. Anzi, quando inquadrati sono sempre in ascolto.

E che altro si può fare con Cavalli se non ascoltarla? Guardarla: il suo bel viso, gli occhi che fulminano, i sorrisi che perdonano, gli sbalzi d’umore. Un’attrice che recita l’essere sé stessa. “Mio teatro ostinato,/ rifiuto del sipario, sempre aperto teatro,/ meglio andarsene a spettacolo iniziato”. Patrizia era una sola, la poeta (sarebbe meglio dire poetessa, ma a lei, morantiana, non piaceva). Che racchiudeva in sé, qui lo vediamo bene, una grande filosofa dell’amore e una narratrice comica a cui piaceva far ridere. Con le lacrime di chi la rimpiange, in sala il pubblico rideva di continuo. Del resto Cavalli era una composizione eccezionale di ossimori, il suo individualismo era generoso, il suo cinismo empatico. Insomma grazie ai nostri due registi-scrittori per quest’ultimo incontro con lei, genio della poesia e dell’amore. “Amor che fa la rima/sta un po’ meglio di prima./Amor che rima fa/tanto male non sta”.

Sul  Venerdì del 15 settembre 2023

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