Addio a Paul Auster, morto a 77 anni per un cancro ai polmoni scoperto nel dicembre del 2022, fu autore della "Trilogia di New York" - Il Giornale d'Italia

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Addio a Paul Auster, morto a 77 anni per un cancro ai polmoni scoperto nel dicembre del 2022, fu autore della "Trilogia di New York"

L'autore americano era malato di cancro, era stata la moglie Siri Hustvedt ad annunciarlo su Instagram con un post dell'11 marzo del 2023. Il male gli fu diagnosticato nel dicembre dell'anno precedente

01 Maggio 2024

Lo scrittore e saggista americano Paul Auster morto all'età di 77 anni

Fonte: Imagoeconomica

Paul Auster non era solo uno scrittore e autore, era tante altre cose nella sua vasta visione. Diete per primo voce a New York città che lo ha accolto e visto crescere dopo essere arrivato dalla vicina New Jersey. Auster se n'è andato nella notte del 30 aprile 2024, nella sua casa di Brooklyn, all'età di 77 anni per complicazioni dovute a un cancro ai polmoni. Si era fatto conoscere al mondo della cultura grazie alla sua Trilogia di New York. Era stata la moglie Siri Hustvedt ad annunciare al mondo intero la malattia che aveva colpito il marito, malattia che gli fu diagnosticata nel dicembre del 2022. Lo fece con un post dal suo profilo Instagram. 

Addio a Paul Auster, morto 77 anni per un cancro ai polmoni il grande scrittore americano, fu autore della "Trilogia di New York"

"Cancerland", ovvero la terra del cancro, così la Hustvedt aveva definito quel cono d'ombra, quel vicolo, apparso si da subito cieco, in cui si era infilato il marito quando gli fu diagnosticato il cancro ai polmoni. Lo scrittore americano aveva già avuto a che fare con la dura realtà della vita, a volte tragica. "I lutti, gli incidenti, gli incontri, i fiori non colti, i sentieri ignorati decidono per nostro conto", scriveva, riferendosi in particolare alla morte di un razzino colpito da un fulmine, una scena che vide quasi inerme senza che potesse fare nulla. Aveva soltanto 14 anni. 

"Vivere con qualcuno che ha il cancro e viene bombardato con la chemioterapia e l’immunoterapia è un’avventura di vicinanza e separazione — aveva scritto Siri Hustvedt su Instagram —. Bisogna essere abbastanza vicini per sentire i trattamenti, snervanti, quasi fossero i tuoi. E abbastanza lontani da poter essere un aiuto efficace. Troppa empatia può rendere una persona inutile. Camminare in equilibrio su questo filo non è sempre facile, certo, ma è il vero lavoro dell’amore".

Chi era Paul Auster, vita, opere e tragedia

Narratore "esploso" negli anni Ottanta grazie al grande successo legato alla Trilogia di New York Auster ha colmato un vuoto  narrativo andando ad occupare uno spazio tutto nuovo nella narrazione a stelle e strisce. Ha raccontato L’invenzione della solitudine della morte del padre, della nonna paterna aveva assassinato il marito, un segreto tenuto a lungo nascosto e scoperto quasi per caso. Nel 2022 (lo stesso anno che gli diagnosticato il tumore) dovette affrontare quella che per un genitore è la partita più difficile della vita: la perdita del figlio Daniel. Era frutto dell'amore con la prima moglie, Lydia Davis, scritrice anche lei. Daniel Auster è stato trovato senza vita, stroncato da una overdose. Qualche mese prima a perdere la vita era stata la sua bambina di dieci mesi, uccisa dopo aver ingerito psicofarmaci ed eroina lasciati incustoditi. 

Prima la laurea, poi il trasferimento a Parigi

Dopo la laurea alla Columbia University Auster decide di volare a Parigi dove trascorre un periodo in cui svolge lavoretti saltuari che alterna a lezioni private e collaborazioni con giornali, traduzioni di opere dal francese, senza però che tutto ciò garantisse una certa stabilità economica. Che continua anche dopo il primo matrimonio con Lydia Davis e la nascita del primo figlio, Daniel. Sarà lui stesso a raccontarlo qualche anno dopo nel suo libro Sbarcare il lunario: "A cavallo dei trent’anni vissi un periodo in cui tutto quello che toccavo si trasformava in un fallimento. Il mio matrimonio si concluse con un divorzio, il mio lavoro di scrittore andò a picco, e mi ritrovai assillato da problemi finanziari".

Le sue prime opere seguite dal grande successo

Terminati gli anni parigini, nel 1974 si stabilisce a New York e pubblica la raccolta di versi Unearth. Quindi la pièce teatrale Laurel and Hardy go to heaven (1977) e il suo primo testo in prosa, White spaces (1980). Ma è con L’invenzione della solitudine (1982), in cui parla del padre, come un uomo "caparbio, opaco, come immune dal mondo", che il suo nome inizia a circolare nel panorama letterario statunitense. Per varcare i confini internazionale del successo bisogna attendere la pubblicazione della Trilogia di New York, che comprende Città di vetro (1985), Fantasmi (1986) e La stanza chiusa (1987). Descriveva la moglie come una scrittrice e studiosa di psicoanalisi e la loro la figlia Sophie "una delle migliori menti" che avesse conosciuto: "È lei l’intellettuale della famiglia, non io, e tutto so che di Lacan e Bachtin, l’ho imparato direttamente da lei" confessò nel libro intervista Una vita in parole. Fu autore di diciotto romanzi e cinque libri autobiografici, ha, inoltre, dato voce alla sua passione per il cinema scrivendo e dirigendo due film insieme a Wayne Wang, Smoke e Blue in the Face, a cui sono seguiti Lulu on the Bridge e La vita interiore di Martin Frost nel 2007.

L’ultimo libro nel 2021

Nel 2021 pubblica Ragazzo in fiamme, dedicato alla vita di Stephen Crane (1871-1900). Più di mille pagine per raccontare la breve parabola di uno scrittore dimenticato da tutti e morto di tubercolosi a 28 anni nel 1900: "Più sono riuscito a conoscerlo, più l’ho sentito come un altro personaggio dei miei romanzi" aveva detto. 

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