Federico Gatti è balzato agli onori della cronaca per la sua attività di giornalista corrispondente da Londra.

Il particolare che lo ha fatto diventare famoso è il fatto che nonostante la sua giovane età ha trovato spazio in un settore spesso molto chiuso per i giovani.

La sua storia parte da lontano, ad iniziare dalla sua nascita; infatti la madre non riusciva ad avere figli e si rivolse all’allora Papa Giovanni XXIII, per chiedere una preghiera per avere un figlio.

Federico è nato dopo quasi venti anni che la madre si era sposata e adesso è diventato il solo giornalista italiano che fa parte del Bureau of investigative journalism.

Lavora a Londra e si fa apprezzare per i suoi reportage su argomenti delicati e scomodi, come ad esempio gli argomenti economici che riguardano il mondo finanziario.

Le sue inchieste sugli sprechi finanziari ed economici, non vengono pubblicate sui giornali nazionali, ma su quelli d’oltremanica.

Per farvi un esempio uno dei suoi servizi speciali era improntato nell’analisi delle spese pazze fatte dai dipendenti della Commissione europea.

Come ad esempio 8 milioni di euro spesi per voli su jet privati, oppure spese pazze per gli alberghi di lusso.

Federico Gatti è di Milanoed è nato nel 1983 e si è laureato in comunicazione internazionale.

La passione per il giornalismo l’ha portato a lavorare già dopo gli studi liceali e oggi si è specializzato nel settore che vi abbiamo descritto.

Il suo sogno è quello di dirigere un grande giornale inglese, contando sulle sue doti di giornalista investigativo.

Lui lavora nel Bureau, che è un ente senza fini di lucro, che fa dei reportage che vengono commissionati da giornali famosi.

Gatti un giornalista corrispondente di Londra

Come ad esempio: Monde, Financial Times, Independent e Channel 4; questa organizzazione è solita fare delle donazioni ad altri enti che ne hanno bisogno.

E’ uno dei pochi giornalisti italiani che si sono fatti apprezzare all’estero; ha infatti ricevuto un importante ricoscimento per una sua inchiesta sulla mafia, il Thompson Reuters Reporting Europe Prize.

Lui ha commentato così: “Per la prima volta siamo stati capaci di fornire la testimonianza di un ex boss della malavita trapanese, disposto a spiegare come Cosa nostra sia riuscita per anni a mettere le mani sui miliardi di euro della Ue”.

“Non è stato facile. Il Bureau mi ha spedito in Sicilia da solo con questo incarico e l’imperativo categorico di non tornare a mani vuote”.

Si tratta di un riconoscimento più che meritato, visto il risultato che il giovane gioralista milanese a riportato a casa.

E pensare che aveva iniziatil mestiere di giornalista lavorando a tempo ridotto presse due giornali locali.

Successivamente al conseguimento della Laurea è poi riuscito a farsi ammettere a un Master del settore, presso l’Università di Londra.

Attualmente non è professionista, nel senso che possiede il tesserino da pubblicista e per il momento gli sta bene così.

Anche perchè a differenza dell’Italia, in Inghilterra non è prevista la struttura dell’ordine dei giornalisti professionisti.

Lui è partito per l’Inghilterra inseguendo il suo sogno e oggi non nasconde le prime difficoltà e i periodi non facili.

Per quanto riguarda il suo lavoro al Bureau infatti, non è arrivato così presto; inizialmente scriveva in riviste specializzate nella ristorazione londinese.

Dopo alcuni mesi di esperienza è riuscito a farsi assumere dal Bureau of investigative journalism.

Fortunatamente in quel momento l’organizzazione di giornalismo investigativo era alla ricerca di un profilo come il suo.

Oggi si occupa di truffe ai danni dello stato europeo, da parte delle organizzazioni mafiose e dei grandi sprechi finanziari europei.

Per rimanere sempre aggiornato ha passato anche un periodo in Italia per trovare dei testimoni che fossero interessati aparlare di argomenti così delicati.

Federico Gatti e le inchieste sulla mafia

In alcuni casi, per le sue inchieste è riuscito ad accedere anche ai bunker di alcuni boss della mafia.

È riuscito a raccogliere importanti testimonianze di personaggi di quell’ambiente, come ad esempio anche dei pentiti.

Il Bureau dove lavora Federico Gatti si sostiene vendendo i reportage e gli altri servizi giornalistici alle tv e giornali di tutto il mondo.

Oltre a questo possono contare su bonifici fatti da organizzazioni esterne che sostengono la causa del Bureau.

In alcuni casi ci sono dei servizi che vengono diffusi a titolo gratuito e che possono essere letti liberamente dal sito internet del Bureau.

Il lavoro di agenzia di notizie consente ai giornalisti di tutto il mondo di pubblicare liberamente i contenuti, purchè citino la fonte.

Attualmente Federico Gatti lavora in uno staff composto da circa 25 giornalisti come lui, anche se solo una minima parte lavorano con contratto stabile.

Come lui, mentre molti altri lavorano come collaboratori esterni, in funzione delle inchieste che vengono messe a disposizione dal Bureau.

Si trova molto bene in Inghilterra e dice di non voler tornare in Italia, almeno per il momento.

La vita privata di Gatti lo vede molto legato ai suoi genitori; infatti gli mancano i momenti lontano da casa.

Soprattutto con la madre alla quale è molto legato, ma anche con il padre, con il qual e condivide la passione per il calcio.

Ha molti amici, che anche da lontano riesce a contattare tramite Skype e nonostante tutto è contento e soddisfatto di vivere in Inghilterra.

Ama molto Londra, soprattutto perchè è una città molto vivace, che va sempre veloce, dove riesce a ritrovarsi.

Questa città gli ha permasso di realizzarsi anche perchè è riuscito a far emergere l aparte migliore delle sue capacità professionali e personali.

Infatti la sua scelta di trasferirsi a Londra, è figlia della sua ambizione giornalistica, che l’ha portato a confrontarsi con una realtà internazionale.

Gatti e il lavoro più bello del mondo

Si tratta, secondo lui di una delle migliori città dove crescere nel giornalismo e del mestiere che ama racconta: “è il lavoro più bello del mondo. Si viaggia, s’impara, s’indaga, s’incontrano protagonisti. Soprattutto si contribuisce a migliorare la società”.

È convinto che i nuovi mezzi di informazione passeranno dalla carta stampata al digitale prima o poi.

Anche se si dice triste per questo, essendo lui per primo un amante del giornale, nel senso classico del termine.

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