Vinted: la app dei vestiti usati conquista l'Italia - Italian Tech
La app dei vestiti usati conquista l'Italia

La app dei vestiti usati conquista l'Italia

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Dal 7 gennaio la app più scaricata in Italia è una app lituana. E' una app per vendere e comprare vestiti di seconda mano. Quelli che un tempo abbiamo amato ma adesso anche basta. Vestiti vintage. Si chiama Vinted. Non è esattamente una startup: debutta nel 2008, a Vilnius, capitale della Lituania. La fondano due ragazzi: Milda Mitkute era una studentessa brillante con un difetto comune, lo shopping compulsivo; quando deve lasciare la sua città natale, Kaunas, per trasferirsi a Vilnius per proseguire gli studi, si rende conto di avere un armadio pieno di abiti a volte mai indossati. E pensa che sarebbe bello se ci fosse un sito web dove venderli e comprarne altri. Pare che l'idea l'abbia condivisa ad una festa in un bar, alle due del mattino, con un suo amico sviluppatore, Justas Jankauskas: insieme lanciano Vinted. Due anni dopo il sito debutta in Germania, e poi negli Stati Uniti. La svolta nel 2012 quando Vinted diventa una app: oggi il 90 per cento degli affari avvengono tramite telefonino. In breve si aggiungono Francia, Regno Unito, Austria, Repubblica Ceca e Polonia; gli utenti diventano trenta milioni, soprattutto donne, e ogni giorno se ne aggiungono trentamila. Il 2 dicembre il debutto in Italia, trionfale in effetti. E' prima assoluta da due settimane, ma per lo shopping è prima anche in Germania e Francia e seconda in Spagna. Nell'Europa prostrata dal coronavirus, insomma, anche il mercatino dei vestiti usati è diventato una app, si fa dal divano di casa. Si tratta di un settore tutt'altro che marginale, anzi in forte espansione, trainato anche dall'obiettivo della sostenibilità molto sentito dai giovanissimi. Vinted è un piccolo capolavoro: sedi a Berlino, Praga e San Francisco, 500 dipendenti, qualche mese fa ha acquisito l'unico avversario, un sito olandese abbastanza simile, diventando un unicorno, una startup che vale più di un miliardo di euro. Sono stati bravi, certo, ma in questi anni hanno potuto contare su investimenti di oltre 220 milioni di euro: un terzo di tutti i soldi investiti nelle startup italiane nel 2020. Ecco. 

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