Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri - Recensione

Una commedia fantastica di quelle che non si usan più (na-ah-ah).

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Non so se e quanto farà la gioia degli appassionati di Dungeons & Dragons, tuttavia ho apprezzato lo stile “da commedia fantasy anni Ottanta”.
  • Il cast mi è parso sufficientemente affiatato, e i suoi membri - anche quelli apparentemente meno versati alla risata - attraversano il film senza fare un plissè.
  • La messa in scena e la trama non sono esattamente formidabili, ma fanno comunque il loro sporco lavoro.

Alla miriade di "cose da nerd" che conosco pochissimo appartengono anche i giochi di ruolo, o per essere più precisi i giochi di ruolo da tavolo ovviamente slegati da PC e console varie.

In effetti, parecchi anni fa, nella mia tracotanza di ragazzino ignorante arrivai addirittura a buttarla in teoria: "bellini i dadi, ma perché - ripetevo a chiunque entrasse malauguratamente in argomento - obbligare la gente a pasticciare con matite, mappe cartacee e statistiche? Non abbiamo forse tirato su tutta questa faccenda dei computer in modo da gestire certe cose al posto nostro? Voglio dire, mica lo avremo fatto davvero per andare sulla Luna!".

Ovviamente il discorso in questione non aveva capo, coda né teneva conto dei vari contesti e linguaggi, tuttavia contribuì a tenermi alla larga dalle ludoteche impedendomi di abbeverarmi - tra le altre cose - alla fonte di Dungeons & Dragons, se non indirettamente attraverso l’attacco di E.T. l'extra-terrestre, o la serie animata co-prodotta da Marvel all’inizio degli anni Ottanta o, ancora, i coin-op di Capcom Tower of Doom e Shadow over Mystara (Voto: 8.5 - Recensione).

Fantasia anni Ottanta

Oggi che certe fesserie sono scivolate giù per lo scarico assieme alla giovinezza non mi spiacerebbe colmare certe lacune, e oltretutto la creatura di Gary Gygax e Dave Arneson ultimamente sembra brillare più che mai all’interno della cultura popolare grazie ai mille riferimenti sparsi lungo Stranger Things (Voto: 8.7 - Recensione) o Ready Player One; di contro finora non ho trovato la garra giusta, e di conseguenza ho approcciato l’oggetto di questa recensione - Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri - con pochissime aspettative ma le tasche piene zeppe di buona volontà. E alla fine, oh, mi è andata bene.

Il “party” è composto da Michelle Rodriguez (guerriera/barbara), Chris Pine (bardo), Justice Smith (mago) e Sophia Lillis (druida).

Ora, non so se il film scritto e diretto da John Francis Daley e Jonathan Goldstein (entrambi già autori, tra le altre cose di Spider-Man: Homecoming e Piovono polpette 2) caschi a fagiolo per gli appassionati del celebre GdR, né se - come mi è capitato di spiare durante gli ultimi giorni - riesca effettivamente a portare su schermo non tanto l’epica fantasy alla quale ci hanno abituati Il Signore degli Anelli o Il Trono di Spade, ma semmai la caciara di certe campagne di D&D.

Non fatevi ingannare dall’atteggiamento minaccioso di Daisy Head: in realtà pure a lei scappa da ridere.

Non lo so perché, appunto, di certe cose capisco poco, ma senz’altro ho apprezzato la scelta, da parte degli autori, di buttarla sul ridere rievocando il taglio di certe commedie fantasy degli anni Ottanta à La storia fantastica, o quello più demenziale del trio Zucker-Abrahams-Zucker o, ancora, dei Monty Python. E OK, a far di conto L'onore dei ladri non riesce mai, neppure per un secondo, a raggiungere le vette del genere, tuttavia mi ha fornito due ore di spasso onestissimo superando diversi tentativi più o meno simili recentemente praticati dal Marvel Cinematic Universe.

Più risate che draghi

Del resto, la doppia anima di un’operazione evidentemente a favore di ragazzini ma, contemporaneamente, piena zeppa di strizzate d’occhio ai matusa della mia generazione emerge un po’ ovunque, durante il film; ad esempio dalle scelte di cast che mescolano senza troppi patemi Michelle Rodriguez con Chris Pine, o Hugh Grant con Sophia Lillis e Justice Smith. Emerge dalle citazioni videogiocose o addirittura pescate dalla suddetta serie animata, così come dal taglio delle battute, forse non sempre in bolla ma nel complesso capace di arraffare diverse risate tra situazioni nonsense, giochi di parole e la "decostruzione umoristica" degli elementi chiave del gioco: le segrete e - soprattutto - i draghi.

Momento Portal.

Infine, naturalmente, emergono da una trama estremamente lineare che si diverte a specchiare tra loro i vari personaggi e a giocare con i "se fosse" (il furfante affidato a Grant, ad esempio, rappresenta evidentemente la declinazione oscura del bardo interpretato da Pine); in tutto ciò, mentre il primo atto sembra fare di tutto per scrollarsi di dosso ogni tensione epica e far passare l’umorismo, il finale - pur non bilanciatissimo - ritrova il fantasy, fermo restando che il film non abbandona mai il genere della commedia, e se siete alla ricerca di Tolkien & co., beh, forse fareste meglio a guardare altrove.

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è disponibile al cinema.

Verdetto

Da tizio scarsamente interessato ai trailer e alle varie faccende che precedono l’uscita di un film™, non sapevo esattamente cosa aspettarmi da Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri; considerate le esperienze pregresse di registi e sceneggiatori, sapevo che ci fosse di mezzo la commedia ma non avrei scommesso su una piega tanto marcata. Eppure, il mix non mi è spiaciuto affatto: le gag tendono perlopiù a funzionare (soprattutto certe slapstick o nonsense), le idee non mancano e il cast mi è parso adeguatamente affiatato; nonostante un paio di trovate, tuttavia, credo che la messa in scena passerà difficilmente alla storia e pure la trama in sé, al di là delle evidenti risate, non è certo formidabile.

In questo articolo

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri - La recensione

7
Discreto
Se "vi basta" una commedia fantastica in stile anni Ottanta, il film di Dungeons & Dragons è certamente ciò che fa per voi.
Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri
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