Leonid Sluckij (politico)

Leonid Eduardovich Sluckij (in russo Леонид Эдуардович Слуцкий^?; Mosca, 4 gennaio 1968) è un politico russo.

Fatti in breve Membro della Duma di Stato, In carica ...

Leonid Sluckij
Membro della Duma di Stato
In carica
Inizio mandato	19 Dicembre 1999
2º Leader del Partito Liberal-Democratico di Russia
In carica
Inizio mandato	27 Maggio 2022
Predecessore	Vladimir Žirinovskij
Dati generali
Partito politico	LDPR
Titolo di studio	doktor nauk in economia
Università	Moscow State University of Economics, Statistics, and Informatics

Chiudi

Dal 2022 è il leader del partito ultranazionalista LDPR e fa parte della Duma di Stato dal 1999.

Nel 2018 è stato la figura centrale di uno scandalo di molestia sessuale. Nel 2022 ha partecipato ai negoziati di pace con l'Ucraina in seguito allo scoppio dell’invasione russa in Ucraina. Nel 2023 ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali russe del 2024.^{[1][2][3][4][5]}

Sluckij ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato e successivamente ne diventa presidente nella 7ª Duma di Stato. Tutt’ora ricopre la carica di preside del dipartimento di relazioni internazionali dell'Università statale di Mosca. In passato ha ricoperto incarichi bancari ed è stato consigliere del sindaco di Mosca. Sluckij fece anche rapporto alla direzione del Presidium del Soviet Supremo della RSFSR.^[6][7]

Il 17 marzo 2014, il giorno seguente al referendum sull'autodeterminazione della Crimea, Sluckij diventa una delle sette persone a essere sanzionate dal presidente statunitense Barack Obama con l'ordine esecutivo 13661.^[8] A causa dell’annessione della Crimea alla Russia è stato inserito anche nelle liste delle sanzioni europee.^[9]

Nel 2017, Sluckij chiamò il referendum sull'indipendenza della Catalogna una “cartina di tornasole” per l’Unione Europea, chiedendo “se Bruxelles sarà d’accordo con il diritto delle nazioni all’autodeterminazione, come con il Kosovo, o continuerà a insistere sul principio di integrità territoriale", come è avvenuto con la Crimea.^[10]

Nell'ottobre del 2018, Sluckij ha espresso preoccupazione sulla scelta degli Stati Uniti di ritirarsi dal Trattato INF, che secondo lui avrebbe dato inizio ad una nuova guerra fredda e potenzialmente a uno scontro armato.^{[11] [12]}

Nel febbraio 2018, la giornalista della BBC News Russian Farida Rustamova, ^[13] la produttrice di Dožd' Daria Zhuk, ^{[14] [15]} l'ex giornalista di Kommersant Anastasia Karimova e la giornalista di RTVi Ekaterina Kotrikadze^[16] attraverso Dožd' e BBC hanno accusato Sluckij di molestie sessuali. Sluckij in risposta si è paragonato ad Harvey Weinstein, ed ha affermato di essere bersaglio di diffamazione e ha minacciato Dožd' di prendere azioni legali.^[17][18]

Sono intervenuti diversi parlamentari in difesa di Sluckij, fra cui anche vari membri femminili della Duma di Stato: Yelena Serova, Olga Yepifanova, Tamara Pletnyova, Elena Strokova e il presidente della Duma Vyacheslav Volodin.^{[19] [20][21]} La deputata del partito Russia Unita, Oksana Pushkina, ha preso le parti delle giornaliste e in un'intervista televisiva ha dichiarato che in passato si erano verificate molestie sessuali nella Duma di Stato, ma non sono mai state rese pubbliche.^[22][23]

L'8 marzo 2018 Sluckij durante la giornata internazionale della donna ha congratulato in un post su Facebook le giornaliste e si è scusato con "quelle di loro alle quali ha causato volontariamente o involontariamente stress emotivo". I media russi hanno associato queste scuse allo scandalo delle molestie sessuali.^[24][25] Nello stesso giorno anche Maria Zakharova, ha rivelato che Sluckij ha avuto dei comportamenti inappropriati nei suoi confronti.^[24][25]

Il 21 marzo 2018 la Commissione etica della Duma di Stato, presieduta da Otari Arshba, assolve Sluckij dichiarando che non ci sono state “violazioni delle norme” nelle sue azioni. Secondo Arshba, il ragionamento si limitava alla parola di una persona contro quella di un'altra. Lo stesso ha anche sottolineato che i giornalisti hanno il diritto di rivolgersi alle forze dell'ordine con gli argomenti e i materiali forniti al posto della commissione.^{[26][27][28][15]}

In risposta alla decisione della Commissione, molti organi di stampa russi hanno annunciato il boicottaggio di Sluckij e i membri della Commissione oppure della Duma in generale.^{[29][28][30] [31][32]} Alcuni giornali come Meduza e Vedomosti nei loro editoriali hanno associato la decisione all'impunità delle autorità e hanno richiesto le dimissioni di Sluckij.^[17]

Sluckij è reduce da un divorzio ma è attualmente sposato, inoltre ha una figlia adulta dal suo primo matrimonio.^[40]

Nel marzo 2018, la giornalista Anna Mongait ha dichiarato che la cantante russa Zara ha ricevuto aiuti politici e il titolo di "Artista onorata della Federazione Russa" a causa della sua relazione con Slutsky.^[41]