Ha una macchiolina di sangue proprio sotto l’attaccatura dei capelli. «Ho sbattuto la testa ieri», spiega. A un tipo che gli chiede se abbia bisogno di disinfettante e cerottirisponde: «Lo sa che cosa mi servirebbe davvero? Una bella birra gelata. Aggiusta tutto». E sottolinea la richiesta con un guizzo di piacere nello sguardo, come se già sentisse sulla lingua il fresco e il sapore. Mentre stavo entrando dalla porta l’ho sentito dire che è stanco. Gielo chiedo. E lui, con una nota di indolenza nella voce: «No.
È che il tizio che era qui prima di lei voleva farmi lavorare, capisce? Mi voleva filmare. Bla bla bla. Sciocchezze». Passa al tono seduttivo: «Ma per lei non sono affatto stanco».
005, I BOND RIUNITI
Pierce Brosnan indossa camicia bianca, pantaloni e scarpe eleganti. Ha i capelli brizzolati perfettamente phonati e sembra più giovane e in forma del personaggioche interpreta nel suo nuovo film, Il fidanzato di mia sorella, al cinema dal 22 luglio. Il professore di poesia romantica «inguaiato» dalla studentessa Jessica Alba e preso in giro dalla sorella di lei, Salma Hayek, per lo stile polveroso dei suoi «agganci da bar» è uno dei molti personaggi anti-Bond che Brosnan sembra essersi testardamente andato a cercare dopo aver dovuto cedere la parte a Daniel Craig (il suo ultimo agente 007 è quello della Morte può attendere nel 2002).
A questo proposito, gli ricordo almeno un paio di curiose coincidenze che lo legano a James Bond. Brosnan lasciò l’Irlanda per andare a vivere a Londra il 12 agosto 1964, il giorno della morte di Ian Fleming, lo scrittore che inventò la serie, e il primo film che vide fu Goldfinger. Ride. «Ero destinato a interpretare quel personaggio?».
La domanda, veramente, è un’altra: lo interpreterà di nuovo? Giusto qualche settimana fa si è parlato del progetto di un film-reunion con tutti gli ex agenti Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton e Pierce Brosnan, naturalmente. «Che io sappia è solo una voce. Ma se ci fosse una bella storia, perché no?».
MODELLO
Brosnan ha scelto Parigi per promuovere il suo nuovo film perché in questi stessi giorni suo figlio Dylan si trova in città a sfilare per Saint Laurent. «Era sulla spiaggia di Malibu qualche mese fa, quando un francese magrolino si è avvicinato,gli ha scattato qualche foto, e gli ha dato il suo numero di telefono.
Era Hedi Slimane (direttore creativo di Saint Laurent, ndr). Hanno fatto un servizio fotografico, è apparso sulla cover di Vogue, e adesso è qui per le sfilate». Gli chiedo se sia contento. «Sua madre toccava il cielo con un dito. Davvero. Io sono felice, credo che sia un’opportunità arrivata al momento giusto. Si sta diplomando, poi si iscriverà a una scuola di cinema, la School of Cinematic Arts di Los Angeles. Scrive molto bene e aspira a diventare regista. Questa è un’occupazione temporanea, un modo per fare un po’ di soldi e frequentare persone interessanti».
A differenza di Richard Haig, il suo personaggio nel Fidanzato di mia sorella, Brosnan è noto per essere, almeno ufficialmente, un monogamo convinto. Da 21 anni sta con la sua seconda moglie, Keely Shaye Smith (si conoscono dal 1994 e si sono sposati nel 2001; oltre a Dylan, 18 anni, hanno anche una figlia, Paris, di 14), e da oltre dieci condividonola stessa isola delle Hawaii. «Sono fatto così, un uomo da matrimonio. Con la mia prima moglie, Cassandra, ho vissuto per 17 anni, fino alla sua morte (nel 1991 per un tumore, insieme avevano avuto un figlio, Sean, 31 anni, ndr). Credo che in una coppia sapere risolvere insieme ogni problema aiuti molto. Keely e io siamo sereni, ci vogliamo bene, e lei non ha niente in contrario al fatto che io passi parecchio tempo lontano per dedicarmi al mio lavoro, anche se si tratta di farlo con donne bellissime come Jessica Alba e Salma Hayek».
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L'intervista completa sul numero 38 di Vanity Fair in edicola da mercoledì 15 luglio 2015